Una famiglia avvelenata dallo spezzatino Il padre è morto dopo un'atroce agonia

Una famiglia avvelenata dallo spezzatino Il padre è morto dopo un'atroce agonia La terribile insidia si celava in una banale pietanza Una famiglia avvelenata dallo spezzatino Il padre è morto dopo un'atroce agonia La carne di bue era stata cucinata con salsa di pomodoro • I primi sintomi poco dopo la cena • Genitori e due figli trasportati all'ospedale: non sembravano gravi - Ieri mattina la crisi -1 medici parlano di «botulismo»: intossicazione,da carne infetta o da scatolame avariato Un farmaco speciale portato da Milano dalla polizia stradale Due coniugi e due dei loro cinque figli sono stati ricoverati d'urgenza all'ospedale per avvelenamento' da cibi guasti. L'uomo è morto in poche ore, dopo un'atroce agonia. Al 4» piano di via Duchessa Jolanda 7 abita la famiglia Di Fazio, Immigrata un paio d'anni fa ila Lavello, provincia di Potenza. Era composta dalla vittima — Emilio, di 45 anni, operalo in una segheria di corso Trapani —, dalla moglie quarantatreenne Vincenzina Bergamasco, e dai loro tigli Pasquale di 16 anni, Santina di 14, Incoronata di 13, Carmela di 9, Biagina di 3. Delle tre stanze che costituiscono l'alloggio, ne hanno subaffittato una per alleggerire le spese: oltre al salarlo del capofamiglia, non potevano contare che sull'esiguo guadagno dei due figli maggiori, apprendisti. L'altra mattina la signora Vincenzina aveva acquistato, in una macelleria nei pressi dell'abitazione, un chilo di carne di bue per preparare lo spezzatino. L'aveva condita con una scatoletta di salsa di pomodoro e con unah di « pelati »', cuocendola in un te- [ game di- -alluminio che la donna assicura di aver lavato-con acqua bollente. A pranzo i due coniugi avevano mangiato un'abbondante porzione della pietanza — soprattutto il marito —, mentre nessuno dei figli ne aveva voluto. A cena il Di Fazio e la moglie avevano consumato il resto dello spezzatino,- insieme ai figli Carmela e Pasquale, rincasati dal lavoro. Santina l'aveva appena assaggiato, Biagina e Incoronata non si erano neppure sedute a tavola perché sazie della merenda. Ieri pomeriggio Emilio DI Fazio avrebbe dovuto partire per Lavello, a causa di una grave infermità della madre. Venerdì sera, subito dopo cena, era uscito con la moglie per ìecarsi in via della Consolata 1 bis, a salutare un fratello. Avevano fatto il tragitto a piedi. Appena entrati nell'alloggio dei congiunti, furono colti da malessere: dolori alla testa, nausea, vertigine, conati di vomito 1 parenti prepararono il caffè, attribuendo i disturbi ad un arresto della digestione provocato- dal freddo. Rimessisi alquanto, i Di Fazio tornarono a casa dovo trovarono in preda agli stessi sintomi anche il figlio Pasquale. Si spaventane no, chiesero consiglio ad una coinquilina. Quest'ultima fece venire un'ambulanza, che portò al Maria Vittoria i tre sventurati. Ad assistere gli altri figli andò in via Duchessa Jolanda un cognato del la donna, Michele Cortiello, cu stoile della piscina municipale della Pellerina. Nel frattempo si era sentita male anche Carmela Nuova richiesta di un'ambulanza chsttrradncondsismtondlivtoteloinat11sotatetucost«■SN2mbmalllIflIIIItlllllrtllllllllIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIllItllIIIIIIIIIII che accompagnò la ragazza allo stesso ospedale. La notte trascorse abbastanza tranquilla, per 1 quattro ricoverati, ma all'alba, le condizioni di Emilio Di Fazio precipitarono: era paralizzato in tutto il corpo, respirava con difficoltà, non riusciva più a parlare. I medici diagnosticarono una gravissima intossicazione, 11 « botulismo », che si manifesta con sintomi analoghi all'infezione tetanica. Presero accordi con l'ospedale Amedeo di Savoia, specializzato nelle malattie Infettive, e vi trasferirono il Di Fazio. L'uomo venne subito Introdotto nel « polmone d'acciaio », si tentò con ogni mezzo di salvarlo. Ma la scienza non era più in grado di fermare il fulmineo attacco: il DI Fazio mori alle 11,45. La moglie e 1 due figli non sono peggiorati, tuttavia 1 sanitari del Maria Vittoria non potevano escludere una simile eventualità: per sventare ogni pericolo, bisogna attendere In questi casi almeno 96 ore. Nel tardo «■iiiiitiiitiititiiiiiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiii pomeriggio di ieri anche la donna e 1 due giovani sono stati trasferiti all'Amedeo di Savoia, per misure precauzionali. Quali le cause della tragedia? In base ai sintomi e al decorsa della malattia che ha stroncato in poche ore il Di Fazio, i medici — come abbiamo detto — parlano di « botulismo ». La certezza si avrà soltanto dopo l'autopsia, che sarà effettuata stamane. E' stato anche prelevato un campione di sangue al Di Fa zio, prima del decesso, per le analisi di laboratorio. Per ordine dell'autorità giudi ziaria, agenti dello speciale nucleo di polizia addetto agli uffici sanitari ha svolto un'inchiesta nella macelleria In cui la Di Fazio aveva acquistato la carne. Il negoziante ha escluso che la carne non fosse fresca o provenisse da un animale sfuggito ai controlli del vetefinario municipale. Il bacillo che provoca il botu lismo — spiega il medico — i uno dei più pericolosi: nel 50 iiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiitiitiiiifiiiiiiitMiitiiiiiiiiiiiii^i per cento dei casi, chi ne è colpito muore dopo un'agonia straziante. L'avvelenamento può derivare dall'ingestione di alimenti avariati: maiale, insaccati, carni di altri animati, quelle in scatola. I germi si sviluppano nel terriccio, nel letame, eccetera. Se la carne proviene da bestia malata ed ò già Infetta prima della cottura, quest'ultima non basta ad annullarne la tossicità. Entrando nell'organismo umano, le botulotossine provocano la paralisi dei centri nervosi e bloccano la respirazione. Ieri sera il direttore dcll'cAmedeo di Savoia», prof. De Mattia, si 6 rivolto all'* Istituto sieroterapico milanesi » per avere con la massima urgenza 10 flaconi di siero botulinlco, un farmaco al quale si ricorre raramente, e solo nel casi gravissimi. Allo 20,46 I flaconi venivano presi in consegna da una pattuglia della Polizia stradale di Milano, che a tutta velocità si lanciava sull'autostrada. Al casello di Santina era ad attenderla una pattuglia della Stradale di Torino — composta dal brig. Milla e dall'agente Scarpacci — che portava il farmaco all'ospedale. Alle 21,35 il prezioso siero era già nelle mani dei medici, che lo iniettavano alla signora Di Fazio e ai due figli. Emilio Di'Fazio, di 45 anni. La moglie sull'ambulanza con il figlio Pasquale

Luoghi citati: Lavello, Milano, Potenza, Torino