Nuova perizia per il "mostro di Vetriolo" che uccise i genitori e altre tre persone

Nuova perizia per il "mostro di Vetriolo" che uccise i genitori e altre tre persone Nuova perizia per il "mostro di Vetriolo" che uccise i genitori e altre tre persone Nel dicembre del 1946 soppresse un amico, il fratello e la madre di questo - Poi tornò a casa e completò la strage - Condannato all'ergastolo, la Cassazione ha rinviato gli atti alle Assise di Bologna (Dal nostro corrispondente) Bologna, 20 marzo. La Corte d'Assise d'Appello Sì Bologna ha disposto che Aldo Garollo, il mostro di Vetriolo, colui che uccise a colpi di mitra la sera del 9 dicembre 1946 i propri genitori, due amici e la madre di questi, venga sottoposto a nuova perizia psichiatrica che accerti le sue condizioni mentali al momento del delitto e la sua pericolosità sociale: la decisione è stata presa stasera alle 20,30 al termine di una seduta della Corte in camera di consiglio durata poco più di un'ora. Se i periti dovessero riconoscerlo incapace d'intendere l'esatta misura dei propri atti in quelle ore di sangue e la Corte accogliesse l'attenuante nella propria sentenza, Aldo Garollo vedrebbe ridursi la sua pena dall'ergastolo a un massimo di trent'anni, seguiti però da una congrua permanenza in manicomio. Il nuovo processo è cominciato alle 9,45 di stamane: la Cassazione con disposizione del novembre '60 aveva annullato < per difetto di motivazione > il verdetto dell'Assise di Brescia in seconda istanza. Aldo Garollo oggi era nella gabbia degli Imputati: ha trentasei anni adèsso, entrò in carcere a venti con qtiel cupo peso sulle spalle. I fatti sono fin troppo noti: la vita debosciata del ragazzo figlio di un proprietario alberghiero di Ve- 11 ■ 111 i11■11 111 (1111111111111111 n riim11:111111111a triolo, la sua associazione con Sergio Avancini, i piccoli espedienti e furterelli; i due giungono a rubare lina macchina da scrivere a un altro proprietario alberghiero della stazione termale, il quale impone l'< aut-aut >; o la restituzione entro un termine stabilito di una macchina simile, o la denuncia in base a una confessione firmata rilasciata ' dai due. Sergio e Aldo si esaltano a immaginare vendette. L'amico parla di fare un < polverone >, magari facendo fuori anche i rispettivi genitori, ma sembra poi che abbia confidato al padre di Aldo il furto della macchina da scrivere. La sera del 9 dicembre, dopo cena, Aldo vuole uscire di casa e andare dagli amici Avancini che abitano poco, discosto: vi eia stato un litigio col padre. Aldo con un pretesto si era fatto consegnare da Sergio una c machine-pistole »: la prende deciso a vendicarsi, dirà, dalla spinta dell'amico, e si dirige verso la casa di lui. Qui uccide non solo Sergio che, chiamato, si era fatto sull'uscio, ma anche Narciso Avancini, il fratello, e la madre dei due giovani. Poi corre a casa, appoggia una scala al balcone su cui dà la porta-finestra della cucina e attraverso i vetri spara sui genitori, il padre Antonio, la madre" e la sorella Adelia. Solo quest'ultima non muore. Adelia gli promette di tacere, di non dire che è stato lui. Per questi fatti il Garollo viene condannato all'ergastolo dall'Assise di Trento. La stessa Corte gli irroga un altro ergastolo nel '53, ritenendolo responsabile di un altro fatto di sangue avvenuto nel settembre del '46, a Sant'Orsola di Palù, nel Trentino. In Assise d'appello di Brescia, con i due procedimenti riuniti, il Garollo nel 1956 viene liberato per insufficienza di prove da secondo ergastolo; gli si man tiene il primo. I difensori de Garollo ricorrono in Cassazio ne, chiedono il proscioglimento con formula piena per il delitto di Palù, invocano la seminfermità di mente per l'imputato riguardo ai fatti di Vetriolo. La Cassazione conferma l'insufficienza delle prove; ma respinge la sentenza della Corte di Brescia riguardo alla semiinfermità mentale per difetto di motivazione. Questi fatti ha ricordato il giudice relatore dott. Mariani, illustrando i precedenti processuali questa mattina ai sei giudici popolari (tre donne tra essi). Presiede la Corte il dott. Manfredi, procuratore generale il dott. Pace, difensore avv. Cassinelli di Roma, assistito dal procuratore legale dottor Calda; parte civile per conto dei congiunti degli Avancini gli avvocati Frizzi e Di Stefano di Trento. La relazione ha occupato tutta l'udienza mattutina. Nella ripresa pomeridiana il difensore, avv. Cassinelli, ha chiesto una nuova perizia; la parte civile si è opposta, mentre il procuratore generale si pronunciava in senso favorevole. E cosi decideva la Corte. c. c. deprAldo Garollo, ieri, sul banco degli imputati (Telefoto) riiilt m1111 iriti11111 m 1111 ti 1111m i m 1111111 (11li111111111 m 111111 ■ 111(1111111 r i r 1111111■111i < 11111111111it1111111 ■ 11

Persone citate: Aldo Garollo, Calda, Cassinelli, Di Stefano Di Trento, Mariani, Narciso Avancini, Sergio Avancini