Comunisti e "peronisti,, fanno blocco per rovesciare la democraiia in Argentina

Comunisti e "peronisti,, fanno blocco per rovesciare la democraiia in Argentina Domenica si è votato in 17 delle 23 regioni del Paese Comunisti e "peronisti,, fanno blocco per rovesciare la democraiia in Argentina I seguaci dell'ex-dittatore appoggiati dall'estrema sinistra ottengono 2 milioni di voti - Governatori «peronisti» eletti in dieci province, compresa Buenos Aires - Il partito del presidente Frondizi mantiene la maggioranza in Parlamento - Il Capo dello Stato, in base alla Costituzione, non riconosce i nuovi governatori e nominerà dei militari (Nostro servizio particolare) Buenos Airrs, 19 marzo. I _ seguaci dell'ex-dittatore Perón, alleatisi ai comunisti per minare il regime di Frondizi, hanno ottenuto un inaspettato successo nelle elezioni politiche argentine, svoltesi ieri in 17 delle 23 province che costituiscono la repubblica, ponendo una pesante ipoteca sul futuro democratico del paese. II presidente Arturo Frondizi il cui partito, il radicale intransigente, ha subito un certo regresso, ha ordinato, avvalendosi della facoltà concessagli daila Costituzione, l'instaurazione del « controllo federale » nelle province dove i peronisti si sono assicurati la maggioranza. La decisa azione governativa, giunta al termine di una drammatica seduta notturna tenuta dai rappresentanti delle tre forze armate, ha lo scopo di rendere impossibile qualsiasi avventura totalitaria anche se avvolta da un manto di apparente legalità. Secondo quanto risulta dalle comunicazioni ufficiose la situazione elettorale è cosi delincata: partiti peronisti del fronte giustizialista: 2.050.327; radicali intransigenti (Frondizi): 1.715.447; radicali popolari (d'opposizione): 1.374.308. Sulla base degli stessi risultati (e computando anche le elezioni tenute tempo fa nelle province che ieri non hanno votato) la futura composiziona della Camera dei deputati sarà. radicali intransigenti: seggi settantacinque; radicali popolari: 57; • peronisti: 43; movimento popolare nazionale: 4; conservatori: 8; democristiani: 2; altri partiti: 3. La portata dell'affermazione comunista - peronista appare ancora più evidente se rapportata ai risultati conseguiti nelle consultazioni per la elezione dei governatori federali. I peronisti si trovano in testa in-quasi tutte le 23 Provincie del paese, hanno conquistato la poltrona di governatore in dieci, e, quale risultato più sensazionale, si sono assicurati il controllo della vitale provincia di Buenos Aires. Andrés Framini, un giovane leader operaio scolto da Perón per preparare il proprio ritorno alle redini del suo paese attraverso , la sfrenata propaganda d'un programma assolutamente demagogico, ha riscosso la quasi universale approvazione dei «peronistas» che lo hanno eletto plebiscitariamente governatore di Buenos Aires. Frondizi, che contava di assicurare al proprio partito una vittoria decisiva in modo da costituire una solida piattaforma per le prossime elezioni presidenziali del 1964, si trova in testa solo nella capitale federale. L'affermazione peronista deve, come si è detto, molto della propria ampiezza in numero di voti all'ap poggio decretatole dai comunisti e simpatizzanti, di sini stra, i quali hanno preferito votare indirettamente per Pe rón pur di minare la politica di austerità e di amicizia con gli Stati Uniti decretata da Frondizi. La vittoria dei pero nisti suona particolarmente amara per il programma «Alianza para progreso » lanciata dal presidente Kennedy la cui amministrazione democratica aveva assegnato all'Argentina solo due settimane fa aiuti per quasi 150 milioni di dollari quale contributo per la lotta contro il comunismo ed il contenimento dell'espansione castrista. Lo stesso Framini non ha fatto mistero durante la cam pagna elettorale delle proprie simpatìe per il dittatore cu bano, promettendo in caso di vittoria una politica di non intervento negli affari interni del governo rivoluzionario dell'Avana. Appare fuori dubbio che i militari hanno assunto il con frollo della situazione durante le ultime ore. In seguito alla riunione dei capi di stato maggiore dell'esercito, della marina e dell'aviazione, la prima testa politica è caduta con le dimissioni forzate di Alfredo Vitolo, ministro dell'Interno Vitolo è stato giudicato dai militari il diretto responsabile dell'affermazione dei peronisti per aver suggerito, contro U parere dello stato maggiore, la inclusione di Uste peroniste nel gioco elettorale. Vitolo, alla vigilia delle elezioni, aveva pronosticato una affluenza di voti peronisti quasi insignir; cante. La Giunta militare si è riunita nuovamente questa sera, facendo prevedere un imminente rimaneggiamento del Gabinetto, sostituendo i civili coi ministri militari. Le voci di dimissioni dell'intera coalizione governativa sono state smentite da fonte ufficiale. Frondizi ha ratificato in se rata l'intervento federale deciso quale unica forma per mantenere l'ordine pubblico contro possibili manifestazioni di massa del simpatizzanti di Perón. I militari, facendo chiara mente intendere che si opporrebbero con ogni mezzo al ri¬ torno di Perón in Argentina, hanno indotto Frondizi ad ordinare anche la chiusura delle banche, delle Borse valori e degli istituti di credito per gli scambi con l'estero. A sostituire l'attuale governatore della provincia di Buenos Aires, Oscar Alende, sarebbe chiamato il generale Guillermo Salas Martinez, comandante della guarnigione milita¬ re di La Piata. Alende, in base all'esito della consultazione elettorate, avrebbe dovuto in realtà passare le consegne a) peronista Andrés Framini. Fino a questo momento non si segnalano disordini, tranne un attentato avvenuto stamane contro il domicilio del generale Menendez, che nel 1961 cercò di suscitare un movimento insurrezionale contro* l'allora presidente Juan Perón. L'ordigno esplosivo ha provocato qualche danno ma nessuna vittima, a_ p_

Persone citate: Alfredo Vitolo, Arturo Frondizi, Guillermo Salas Martinez, Kennedy, Menendez, Oscar Alende, Vitolo

Luoghi citati: Argentina, Avana, Buenos Aires, Stati Uniti