Morti quattordici passeggeri di una corriera che sfonda un ponte e precipita in un fiume di Francesco Rosso

Morti quattordici passeggeri di una corriera che sfonda un ponte e precipita in un fiumeimmane sciagura nella bufera sulla strada fra Enna e Galtanissetta Morti quattordici passeggeri di una corriera che sfonda un ponte e precipita in un fiume Quattro feriti - Ma il numero delle vittime potrebbe ancora salire - Il pullman trasportava professoresse, maestri, avvocati, commercianti, contadini e minatori che si recavano al lavoro - Improvvisamente è finito contro la spalletta del viadotto, l'ha divelta e con un salto di dieci metri è caduto rovesciato nelle acque vorticose dell'Intera - La pietosa opera di recupero dei corpi aggrovigliati - Sei insegnanti fra gli uccisi (Val nostro inviato speciale) Enna, 17 marzo. Una sciagura di proporzioni immani, in cui sono morte quattordici persone. e quattro sono rimaste ferite, è accaduta questa mattina sulla strada fra Enna e Caltanissetta, a pochi chilometri da-Villarosa, grosso borgo abitato da minatori. Un autobus in servizio regolare di linea ha sfondato il parapetto del ponte sul fiume Imera e facendo carambola contro un pilastro, è precipitato da un'altezza di dieci metri nell'impetuosa corrente. Ora che la tragedia è compiuta, e i morti giacciono negli obitori flagellati da bufere di neve e vento, si cercano le cause del disastro, e forse inutilmente, perché sarà diffìcile conoscere per quale forza disumana l'autobus guidato da Enrico Di Mattia è uscito di strada. Era la corriera familiare che ogni giorno trasportava fra Enna e Caltanissetta quasi sempre le stesse persone, professori, maestri, avvocati, commercianti. Anche questa mattina era partita regolarmente da Caltanissetta alle 8,05 e come al solito vi erano saliti i sei insegnanti che quotidianamente si recavano a Villarosa alle scuole medie. Per strada, la corriera si arrestava alle fermate, vi salivano i contadini e i minatori che si recavano al lavoro, nei campi e nelle zolfare. Fece l'ultima fermata cinquanta metri prima del tragico ponte, per lasciare salire un giovane muratore, il diciannovenne Michele Lo Porto, quindi riprese la corsa verso il traguardo di Villarosa. Pochi minuti dopo, con la forza di una catapulta, l'autobus abbatteva la spalletta del ponte e precipitava nel fiume. Nessuno, forse nemmeno i superstiti, potranno descrivere l'orrore di quegli istanti, con la morte che mieteva a grappoli fra le lamiere contorte. Precipitando l'autobus rimase capovolto, l'acqua fangosa del fiume penetrò a gorghi sempre più violenti dai finestrini sconquassati, e se non fu sufficiente l'urto a schiacciare i passeggeri, provvide la corrente a soffocarli. Nessuno, tranne i sopravvissuti, vide la scena atroce, una bufera di neve e pioggia spazzava gli argillosi mammelloni, trasformava la strada in un acquitrino. Pochi minuti dopo transitò un automobilista, rimasto sconosciuto, che resosi conto dì ciò che era accaduto si precipitava ad avvertire i carabinieri di Villarosa. Accorsero immediatamente carabinieri e gente del paese, scendevano con coraggio nell'impeto del fiume gelido e dai finestrini riuscivano a trarre due vittime ancora vive, l'autista Enrico Di Mattia, e la professoressa Rosalia Sedita, che sono morti poco dopo, mentre l'ambulanza li portava all'ospedale di Enna. Altre quattro persone, 11 fornaio Leonida Vaccarella, il minatore Paolo Geraci, Sabato Notarrigo e uno ancora non identificato, sono stati tratti vivi dalla carcassa dell'autobus e trasportati all'ospedale di Enna. Le condizioni in cui doveVano operare i soccorritori erano drammatiche, tra l'impeto della corrente, sotto l'infuriare della bufera, non era possibile penetrare nella carcassa dell'automezzo e fu necessario'.richiamare i vigili del fuoco e militari per tentare di sollevare l'autobus. I soccorsi giunsero solo alle 9,30, quando non c'era ormai più speranza di trovare ancora dei vivi tra le vittime. Infatti, erano tutti morti, un elenco impressionante di giovani esistenze troncate brutalmente. Quando, con l'intervento diuna gru e di un trattore messo a disposizione da un agricoltore, l'autobus fu raddrizzato, avvolte in un groviglio atroce, dieci persone flottavano tra i Bedili nell'acqua gelida. Le hanno trasportate all'obitorio del cimitero di Santa Caterina Villermosa, per ricomporle, riassettargli i vestiti, mostrarle al parenti angosciati in condizioni meno bru- tali di come le avevano trovate i soccorritori. Ora, la carcassa dell'autobus se ne sta inerte nell'acqua che corre impetuosa e una folla di .uomini e donne attende in pianto dinanzi all'obitorio in attesa di vedere i suoi morti. Cade un gelido nevischio e alcuni uomini hanno accesso dei focherelli dinanzi alle porte dietro cui sono distese dieci delle vittime. Le altre quattro sono all'obitorio di Enna. Quei fuochi di bivacco nel cimitero, quelle donne che piangono sommessamente, quegli uomini- che attendono con sguardi duri, accrescono l'ampiezza della tragedia. Una donna piange con un lamento lungo, invocando la figlia. < Maria, Maria, — dice sommessa — non vedrò più i tuoi occhi azzurri >. E' la mamma di Maria Zirilli, di 26 anni, che attendeva un bimbo per giugno. Insegnava alla scuola media di Villarosa e il marito l'aveva sconsigliata a muoversi col tempaccio che faceva, ma la giovane signora aveva preferito non mancare all'appuntamento con i suoi allievi. La scuola media di Villarosa ha perduto in una sola volta sei insegnanti: oltre la signora Zirilli e la signorina Sedita, sono morti Marisa Cancilleri, di 24 anni, Margherita Rinaldi di 25 anni, Giuseppe Passafiume di 26 anni, e Giuseppina Scianda di 23 anni. L'avv. Liborio Cilano, che si recava per una causa nella pretura di Villarosa, doveva partire in auto con un cugino, ma preferì prendere la corriera perché sarebbe arrivato all'ora puntuale per l'udienza. Invece, arrivò pun tuale al traguardo della morte su quel ponte che, per irrisione, è uno dei pochi rettilinei della tormentata strada Enna e Caltanissetta. jgica corriera fra iOgnl giorno le professores se salivano su quella corriera Iper la breve corsa fino alla!scuola Da Caltanissetta a Villarosa si impiega forse mezz'ora, il tempo necessario per scambiare quattro chiacchiere sui programmi, sugli allievi, sui colleghi e cominciare la fatica di ogni giorno. Ora le professoresse sono l'una vicina all'altra nel freddo obitorio, accanto a uomini che non conoscevano: minatori, contadini, professionisti saliti occasionalmente sulla tra- Transitando da Villarosa mi sono fermato a discorrere con la gente. C'erano alcuni ragazzi che ci guardavano con occhi angosciati: erano gli allievi delle professoresse precipitate nel fiume, ed il silenzio con cui stavano a sentire, gli sguardi umidi che ci rivolgevano, rivelavano l'angoscia di quei ragazzi che non sapevano esprimere con parole l'onda di sofferenza che li sommergeva. E c'erano i parenti dei minatori, di Luigi Russo, di Giuseppe Sbirziola, di Martino Scavuzzo e Paolo Scartata, bigliettario ed aiutante autista, che sostavano fra gli altri, quasi che dalle conversazioni scaturisse una piccola speran¬ oiiiiiimiiimiiiiiiiiiii in 11 ■ 11 ■ 11111 i za che la notizia, non fosse vera, che i loro cari fossero ancora vivi. Invece sono tutti morti, irrigiditi, nel freddo degli obitori, in attesa di essere portati alle loro abitazioni. I fuochi dei bivacchi ardono assurdi nel freddo squallore del cimitero flagellato dalla bu¬ fmcdrcngLi ■ 11 ■*■ t« ■ 11 ■ i ■ ■ 11111 ■ t ■ ■ 11 ■ i ■ ■ 1111111 ■ ■ i ■ 1111 ■ i ■ ■ i ■ 111 ■ i ■ ì ■ i ■ 1 fera, i parenti piangono, il magistrato ed i carabinieri continuano nell'opera dolorosa dei riconoscimenti, voltando e rivoltando i poveri corpi in cerca dei. loro oggetti personali, una tessera, un modesto gioiello, qualche banconota. Laggiù, nel gorgo freddo del- 1111 ■ 11 ■ 11 ri 11 ■ 111 ■ ■ f iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii l'Imera, l'autobus sta come una bara contorta in attesa di essere recuperato. Caltanissetta, la più colpita dalla sciagura, ha proclamato il lutto cittadino per ventiquattr'ore. Intanto, l'inchiesta prosegue per accertare le cause della sciagura. Si diceva stasera che a bordo del tragico automezzo ci fosse anche un ragazzino, salito all'ultima fermata prima del volo nel fiume, ma nessuno è in condizione di confermare la notizia Un viaggiatore rimasto ferito pare sia scomparso dopo le prime cure ricevute all'ambulatorio di Villarosa, ma anche di questo viaggiatore non si hanno notizie. Non è da escludere che il tragico elenco dei morti possa ancora allungarsi. Francesco Rosso : ■ I vigili del fuoco agganciano la carcassa dell'autobus per trarre a riva il triste carico dei morti (Telefolo)