Denunciata dalla Chiesa spagnola la scandalosa miseria dei lavoratori

Denunciata dalla Chiesa spagnola la scandalosa miseria dei lavoratoriCRITICHE DELL'EPISCOPATO AL SISTEMA SOCIALE FRANCHISTA Denunciata dalla Chiesa spagnola la scandalosa miseria dei lavoratori Il cardinale arcivescovo di Siviglia definisce « vergognosamente insufficienti » i salari pagati nelle campagna dell'Andalusia - Secondo la diocesi di Bilbao, l'80 per cento delle famiglie operaie dispongono di un guadagno inferiore al minimo vitale - « I sindacati debbono difendere non solo l'ordine, ma i legittimi interessi dei deboli » (Nostro servizio particolare) Madrid, marzo. In una recente lettera pastorale, il cardinale Bueno Monreal, arcivescovo di Siviglia, ha criticato acerbamente la situazione sociale in Anda¬ lusla. < Nella nostra diocesi — ha scritto il prelato — le paghe di 40-45 pesetas al giorno, scandalosamente insufficienti, sono frequentissime >. Ricordiamo che la peseta vale poco più di dieci lire. Sono salari di fame, come dappertutto in Spagna. Bloccati una prima volta nel 1956, lo furono di nuovo nel 1959, in virtù del piano di stabilizzazione economica. < Il piano è stato pagato dagli operai, mentre le banche ed i monopoli hanno aumentato i profitti >, ha detto un vecchio sindacalista, Pedrosa Latas, al secondo congresso dei sindacati conclusosi sabato scorso a Madrid. < Le paghe d'oggi sono notoriamente insufficienti per i bisogni dei lavoratori. E' urgente elevarle ad un livello che consenta loro di soddisfare le esigenze più elementari ». Gli operai baschi hanno già manifestato con violenza per ottenere aumenti. Quale dovrebbe essere il « salario minimo » nella Spagna d'oggi, secondo 1 sindacati? Il congresso di Madrid non lo ha precisato. Nella diocesi di Bilbao, si è calcolato che un operaio con moglie e due figli dovrebbe guadagnare, per vivere decentemente, da 125 a 140 pesetas al giorno, cioè da 1250 a 1400 lire circa. Ottanta operai su cento in Spagna guadagnano meno dì cento pesetas al giorno, somma che gli esperti ritengono appena sufficiente nelle regioni agricole. La lettera pastorale dell'arcivescovo di Siviglia affronta 3enza reticenze ■ gravi proble mi della miseria diffusa nelle campagne dell'Andalusia, del l'iniqua distribuzione della rie .'hezza, dell'egoismo dei prò prietari terrieri, della disoccupazione stagionale, vera piaga fra i contadini. Mons. Bueno Monreal suggerisce riforme nelle strutture agrarie, con la creazione di cooperative e la partecipazione dei lavoratori; ed insiste soprattutto sulla ner cessità inderogabile, sia per lo Stato che per i privati, di creare nuovi posti di lavoro. Il suo messaggio segue il « nuovo corso > adottato dalla Chiesa di Spagna dopo la pubblicazione dell'enciclica Mater et Magistra, ed accentua le preoccupazioni per i problemi agrari e sindacali. Una circolare del segretariato diocesano di Bilbao afferma: c Gli operai devono poter contar? su organismi professionali efficaci e pratici per difendere i loro legittimi diritti quando essi siano minacciati od ignorati... Non è lecito — col pretesto di mantener l'ordine pubblico — privare 1 lavoratori dei mezzi necessari alla difesa dei loro diritti. Ad onta della apparente tranquillità, non c'è ordine pubblico là dove sono venute meno la giustizia e la verità e dove sono lesi i diritti dei deboli >. Queste posizioni « cattoliche » rischiano di provocare contrasti gravi con 1 sostenitori della concezione unitaria del sindacalismo. Qualche delegato al congresso di Madrid ha fatto timide allusioni alle ingerenze della c Gioventù cattolica operaia > (le Acli spagnole), che lo scorso anno 11 cardinale Pia y Daniel, Primate di Spagna, aveva difeso con energia. Secondo il concordato, sosteneva il Primate, la «Gioventù cattolica operaia » può e deve occuparsi del''apostolato sociale e dei problemi connessi i quali — a detta dei sindacati — sarehbe ro di loro esclusiva cnmne tenza José-Antonio Novais Copyright di « Le Monde » e per l'Italia de c La Stampa »

Persone citate: Anda, Bueno Monreal, Mater, Pedrosa Latas