In sedicenne spara tre rivoltellate contro un compagno che lo maltratta

In sedicenne spara tre rivoltellate contro un compagno che lo maltratta Sanguinosa rissa tra immigrati in un cantiere di via Saluzzo In sedicenne spara tre rivoltellate contro un compagno che lo maltratta Il ferito, 35 anni, colpito alla schiena: non è grave - La pistola comperata a Porta Palazzo due settimane fa - Il feritore disarmato da un amico fugge,'ma è catturato dai carabinieri nella soffitta di un compaesano - « Mi offendeva e mi aveva dato uno schiaffo » Tre colpi di pistola Ieri in un cantiere di via Saluzzo: un uomo cade ferito, un ragazzo scappa con l'arma In pugno. Viene catturato. Ha 16 anni. « Perché volevi ucciderlo? », gli domandano. Risponde: «Fra prepotente e mi disprezzava. Mi aveva anche dato uno schiaffo ». Il ferito — Francesco Di Masi, 35 anni — non è grave. E' calabrese, di Roccella Jonica, lo stesso paese del feritore, che si chiama Nicola Femia. Il ragazzo è a Torino da sei mesi, l'uomo dai primi di febbraio. Le loro famiglie sono rimaste in Calabria (il Di Masi è sposato e ha quattro figli), qui non hanno casa e dormono nel cantiere dove lavorano, che è in via Saluzzo angolo via Donizetti, una casa giunta al settimo piano. C'è ruggine tra i due. L'uomo trattava il ragazzo con durezza e arroganza. Almeno, è quanto afferma 11 Femia. Prepotenze di questo genere: «I piatti li lavi tu perché sei più giovane ». E una volta che si era ribellato,. il ragazzo aveva ricevuto un ceffone. Dal canto suo il Femia non è tipo da accettare ordini, è collerico e facile ad accendersi. Racconta il gruista del cantiere: « L'altro giorno il ragazzo mi aveva gridato dal settimo piano di mondargli su' del materiale. Siccome 'tardavo, mi ha tirato un mattone, che ini ha sfiorato ». Il DI Masi e 11 Femia hanno litigato anche ieri durante l'intervallò por il pranzo. A un'offesa dell'uomo, il ragazzo ha risposto: « Rendimi le mille lire che mi dovi ». Era un prestito di alcune settimane fa, prima che tra I due nascesse l'odio. Il Di Masi ha preso la banconota e l'ha gettata al Femia, poi gli ha dato uno schiaffo. Il ragazzo si è gettato su di lui, ma 1 compagni 11 hanno separati. All'una riprende l'attività nel cantiere. Il Di Masi prepara la calce al fondo del cortile, a pochi passi da lui sono ii gruista Giuseppe Laplacca, che carica il cassone del montacarichi, e il carpentiere Gerolamo Gecchele, chino a raccogliere delle assi. Racconterà poi 11 Gecchele: «Dietro di me sento un'esplosione, una pausa, poi altri due colpi. Sento le pallottole passarmi sulla testa. Vedo il Di Masi, che è davanti a me, cadere gridando ». Dall'altra parte del cortile, da una distanza di dieci metri, il ragazzo ha sparato tre colpi contro il rivale. Il primo è andato a vuoto, il secondo ha colpito alla schiena il Di Masi, che è caduto evitando cosi il terzo proiettile. Dal punto In cui si trova il Femia non può più colpire l'avversario, che è a terra e protetto da assprideltilelessvednoi Gece sotOcom17 lo pervarminpazstro■iiiiSGsvesibcasla mescol'imqudi oggaasrechsptuafguLmsmve2»zi demmtosapsodacu"nè iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiinii assi. Allora il ragazzo corre al primo piano e si affaccia a una delle finestre che danno sul cortile. Stringe l'arma, come se volesse sparare ancora, ma non vede il Di Masi. E' successo che noi frattempo il Laplacca e il Gecchele avevano preso 11 ferito e lo avevano messo al sicuro sotto la gru. Ora il Femia è raggiunto da un compagno, Nicodemo Belcastro, 17 anni, corso Orbassimo 268, che lo affronta: «Che fai? Lascia perdere », gli grida e cerca di levargli l'arma. Ma il feritore comincia a correre su per le scale, pazzo d'ira, inseguito dal Belcastro. Arriva al settimo piano an¬ ssfpgcnzfspiMddè■iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiuiiiii sante, stravolto, si lascia andare sfinito contro un muro. Adesso è facile al Belcastro togliergli la pistola, che nasconde tra le tegole. Il cantiere è in subbuglio. Tutti corrono, cercano, entrano ed escono dalle cento camere del palazzo in costruzione. In tonta confusione è facile al ragazzo ridiscendere le scale, arrivare alla porta carraia e fuggire. Intanto il ferito è stato trasportato alle Molinette. Si teme che abbia un polmone perforato, ma l'esame dei dottori Padova e Oria esclude questo pericolo: là pallottola ha urtato contro la scapola e si è fermata tra i muscoli della iiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii schiena. La prognosi è' di un mese. Interrogano il DI Masi: non sa perché gli hanno sparato, dice di avere mai litigato con nessuno, poi lascia capire che lo sparatore potrebbe essere un ragazzo che si chiama Nicola. Non dice di più. Ma già 11 brig. Masella e 1 carabinieri del Nucleo radiomobile sono alla caccia del Femia. Hanno saputo che questi ha un compaesano che abita in via Principe Amedeo 39 e vi accorrono, bussano a una soffitta. Viene ad aprire il ragazzo e subito alza le mani in segno di resa. L'arma viene facilmente ritrovata. E' una « Beretta 6,35 ». Nicola Femia l'ha comperata a Porta Palazzo due settimane fa pagandola diecimila lire. Il ragazzo non vuol dire perché se l'è procurata. L'arma aveva una pallottola in canna c sei nel caricatore. Vi sono rimasti quattro proiettili. L'interrogatorio del Femia avviene nella caserma di San Saivario. Il ragazzo non sembra preoccupato della propria sorte, né pentito del proprio gesto. « Mi trattava come il suo servo — ha detto — mi offendeva e mi ha dato uno schiaffo davanti a tutti ». E' stato portato al carcere minorile. Potrebbe essere accusato di tentato omicidio. e o i Nicola Femia, dopo l'arresto. ferito, Masi, guarirà in mese

Luoghi citati: Calabria, Oria, Padova, Roccella Jonica, Torino