Come l' Fln organizza le sue forze per mantenere l'ordine dopo la pace di Alain Jacob

Come l' Fln organizza le sue forze per mantenere l'ordine dopo la pace Inquieta tt ad Algeri del "cessate il fuoco,, Come l' Fln organizza le sue forze per mantenere l'ordine dopo la pace L'esercito di liberazione ha richiamato dai monti e dall'estero gli elementi più preparati - Ma il pericolo di rappresaglie è grave - Un capo algerino dice: «Tra noi ci sono uomini che hanno troppo sofferto» - Neppure l'Oas accetterà passivamente l'annuncio della pace; le truppe francesi si troveranno in una situazione difficile (Nostro servizio particolare) Algeri, 13 marzo. Sullo sfondo verde degli alberi e dei prati, i veli bianchi delle donne si confondono con le pietre tombali, bianche anch'esse. Attraverso il vasto cimitero lunqhe file convergono verso un gruppo già radunato. Da ogni parte del cimitero di El Kettar e dalle strade del quartiere di Glimat de France, dove siamo, bambini e giovanetti si dirigono ugualmente verso lo stesso punto: < E' un trasporto funebre — dice Miiiiii uni iiiiintui iiiuiriiiiiMii mi in il iiìk la guida — è di sicuro un assassinio ». La stessa scena, qui o in un altro qualsiasi dei cimiteri della città, si ripete ogni giorno. E ogni volta quasi tutta la comunità del quartiere si associa al lutto, se non alle esequie, che vengono celebrate con il minimo di pubblicità. Gli incidenti sono rari, ma come non essere inquieti pensando alle reazioni di questa folla il giorno che, dopo aver represso a lungo amarezza e rancori, crederà di poter dar ii iiiìimm etiih i m [iiiiìiii imi uiiiiiiniiiiii libero sfogo ai suoi sentimenti T Il Fin sembra aver capito questo problema. Da parecchie settimane si sforza di mettere in funzione, nell'agglomerato di Algeri, un dispositivo tale che i suoi seguaci non possano agire indipendentemente il giorno dell'armistizio. Per rinforzare l'organizzazione ad Algeri, il Fin è ricorso prima di tutto ad elementi venuti dalla macchia e dalle willaya vicine. Alcuni sono arrivati in autunno, altri successivamente, in special modo dalla Kabilia. La loro missione non consisteva soltanto nel preparare un'eventuale fine dei combattimenti, ma anche una partecipazione attiva al terrorismo affinché fosse ben chiaro che, finché l'armistizio non fosse stato proclamato, la guerra continuava, e per rispondere agli attentati dell'Oas. Così la bassa casbah è vietata oggi agli europei come il quartiere di Bab-el-Ved è vietato agli arabi. Oltre agli elementi giunti dalle montagne vicine, l'organizzazione nazionalista ha fatto ugualmente penetrare in Algeria, per sistemarli ad Algeri, uomini giunti dall'estero o dalla Francia metropolitana con la missione di inquadrare gli altri. Sono fra i responsabili che il Fin considera i meglio formati ed i più t solidi ». Le consegne di cui erano latori sarebbero particolarmente rigorose nei confronti di qualsiasi tentativo isolato o collettivo di c deviazionismo ». Per adattarsi ai compiti 111 ][ 11S ■> 111 i 1111 ! 1111M1111111 ! 11 r IM i II11 ! 1111111111111J nuovi che incomberanno su di essa con l'annuncio dell'armistizio, l'organizzazione Fin di Algeria ha d'altra parte provveduto a modificare sensibilmente le sue strutture. E' facile capire che non è possibile conoscere i suoi piani, ma vari indizi permettono di pensare che è stato compiuto un nuovo sforzo nel senso di una certa centralizzazione. Secondo alcune informazioni, un responsabile di primo plano, la cui personalità, e gli ordini, non potrebbero essere discussi da nessuno — sarebbe stato inviato intanto appositamente ad Algeri per assumere la direzione della riorganizzazione. Bisogna temere che clementi isolati compiano ancora attentati dopo l'armistizio. Un algerino col quale ci slamo intrattenuti ha osservato: «Ci sono degli individui che hanno subito prove particolarmente severe e che non potranno riadattarsi dall'oggi al domani. C'è della gente che ha perso letteralmente la testa... Ci sono anche coloro che gli arresti, le morti hanno separato dai capi e che da allora agiscono di propria iniziativa; e coloro che, giunti da regioni più o meno lontane e rifugiati nei sobborghi di Algeri, non sono più. in collegamento con la cellula, ma continuano a compiere attentati secondo la propria ispirazione. Non meno difficile sarà il compito delle autorità francesi. I negoziatori francesi ad Evian telefonano ogni giorno alla sede della Delegazione generale. Louis Joxe parla un momento con Jean Morin, gli dà la temperatura della conferenza e lo informa circa gli ultimi sviluppi. 'Ma ciò che interessa soprattutto il delegato generale sono le indicazioni circa la data che il suo interlocutore può prevedere. A Rocher Nolr si contano le ore. Avevano sperato di dare il via domenica scorsa, o lunedì mattina, per far scattare il dispositivo previsto per il mantenimento dell'ordine dopo l'annuncio dell'armistizio. Vi si è opposto, pare, il Primo ministro, facendo osservare che da Evian non si era ancora in grado di indicare con precisione la data per l'annuncio dell'accordo. Si capisce l'ansia delle autorità francesi. E' comprensibile che manifestino un certo nervosismo all'avvicinarsi di una prova che si prevede difficile, pur essendo decisi a superarla. 1. piani sono prepara/i; le risposte sono elaborate per far fronte alle varie eventualità. E' pressappoco certo, ad esempio, che II giorno dell'armistizio sarà di¬ chiarato non lavorativo, il che limiterà la portata dello sciopero organizzato dall'Oas e darà il tempo di stroncarlo. Ma alcuni funzionari, anche tra i più decisi, preferirebbero avere una o due settimane di più. L'Oas tenta di estendere la sua attività al bled. Una lettera di Salan dice che i concentramenti di truppe nel grandi centri urbani, i provvedimenti < vessatori » e < irritanti » applicati contro la popolazione europea rischiano di ostacolare l'azione dei Commandos terroristi. L'ex-comandante in capo ordina quindi di intensificare la formazione del gruppi partigiani all'interno del paese e raccomanda a tale scopo di organizzare il massimo possibile di diserzioni individuali o collettive. Un'altra lettera firmata Garda (l'ex-colonnello condanna¬ to a morte) è specialmente rivolta alla Legione Straniera L'autore riconosce sostanzialmente che bisogna rinunciare per ora alla speranza di ottenere in blocco l'adesione di certe unità. Anche lui impartisce l'ordine di disertare. L'urgenza della cessazione dei combattimenti si fa sentire anche perché i punti di vista tra Rocher Noir (sede della Delegazione generale) e La Reghaia (sede del Comando militare) non sono completamente identici. La « missione principale » per lo Stato maggiore è, sino alla fine dei combattimenti, la lotta contro il Fin, e particolarmente la guardia alle frontiere. La visita compiuta domenica dal generale Ailleret agli sbarramenti di frontiera ha voluto ricordarlo. Alain Jacob Copyright di et Le Monde » e per l'Italia de « La Stampa »

Persone citate: Jean Morin, Louis Joxe, Rocher, Rocher Noir