Italo Calvino ha parlato dei « giovani arrabbiati »

Italo Calvino ha parlato dei « giovani arrabbiati » Ai « Venerdì letterari » Italo Calvino ha parlato dei « giovani arrabbiati » Italo Calvino, che per i « venerdì letterari » dell'Aci, ieri sera al Carignano ha parlato di: Beatniks, arrabbiati, eccetera, ha fatto della sua confe renza una lezione vivida e suggestiva sulla giovane letteratura d'America e d'Europa, Le parole scandite con un ritmo martellante, quasi uscissero da una voce che della nostra civiltà industriale e meccanica portasse il sigillo, hanno di colpo creato il cerchio suggestivo in cui Calvino ha dipinto una immagine « non rosea » della civiltà moderna in cui sociologi e moralisti vedono la coscienza umana già assoggettata dalle « cose » di cui l'uomo avrebbe voluto servirsi: dai mezzi di informazione che, sommergendoci, non consentono più di pensare, alla febbre edilizia che sta imponendo un volto mostruoso alle nostre città. Le « cose » si sono ribellate al dominio dell'uomo e l'opprimono oggi, insieme alla «cosa barbara per ecceller! za»: la bomba che può porre fine alla stessa stirpe umana. Se un'analogia può trovarsi nella storie, questa — ha det to Calvino — ci riporta alle invasioni barbariche. Come nell'antichità, al momento dello sfacelo, gli illuminati, i monaci, gli eremiti in attesa dell'Apocalisse predicarono il rifiuto di tutti i valori terrestri, ecco che oggi turbe di giovani si rifugiano nei loro propositi di rifiuto e di evasione, assumendo come sola realtà i valori interiori. Sul filo d'una acuta indagine letteraria, magistralmente lumeggiata, Italo Calvino ha poi sottolineato questo spirito e i suoi significati attraverso l'osservazione diretta e lo specchio della creazione artistica. Muovendo da alcuni scrittori americani, come Dylan Thomas e D. Salinger, che esprimono il «no» dei giovani di fronte ad un mondo falso e brutale, l'oratore ha illustrato il fenomeno della beat generation accennando anche a J. Kerouac, ad Alien Giusberg e al «loro profeta Miller». Considerazioni analoghe Calvino ha, tratto esarai riandò -il comportamento degli àngry young men inglesi, rappresentati da J. Osbome, J. Wain, K. Amis e di altri scrittori europei come M. Hlasko e Y. Goyt Isolo. In Francia dove, bisogna ricordarlo, tutto questo ha avuto i primi sintomi e le prime formulazioni, la problematica esistenzialista si pone di fronte ai temi della guerra, della tortura, al colonialismo, al sov versivismo reazionario e alla resistenza, per giungere con Samuel Beckett alla visione dell'umanità dopo la fine del nostro mondo. In Italia Calvino vede non < rabbia », ma le quiete ragazze casalinghe di Cassola; se mai la «coscienza offesa d'un esteta come Zolla» ma in sostanza un atteggiamento di fiducia nella storia. a. d.

Luoghi citati: America, Cassola, Europa, Francia