Triste storia d'un siciliano mandato al confine nel Cuneese

Triste storia d'un siciliano mandato al confine nel Cuneese Triste storia d'un siciliano mandato al confine nel Cuneese Inviato ad Argenterà, non trovò nessuno che lo ospitasse - La «diaria» non gli bastava per mangiare Andò a Cuneo per chiedere aiuto e lo condannarono (Dal nostro corrispondente) Cuneo, 7 marzo. Il ventinovenne Giovanni Roccaforte, di Ficarizzi (Palermo), che era stato condannato dal Pretore di Demonte a tre mesi di arresto per abbandono arbitrario del domicilio obbligato, oggi si è visto ridurre la pena a due mesi dal nostro Tribunale, al quale aveva presentato appello. Il giovane siciliano è protagonista di una vicenda sconcertante. . Alla fine del 1957, Giovanni Roccaforte era stato condannato dal Tribunale di Palermo, per tentata estorsione, a tre anni e sette mesi di carcere. Uscito di prigione, 11 Roccaforte — prima d'allora mai condannato — era stato proposto dalla Questura palermitana per il domicilio coatto nell'isola di Ustica. Nel luglio 1961 il giovane, sempre dietro richiesta della polizia, venne assegnato dal Tribunale di Palermo al domicilio obbligato di Argenterà, un comune della Valle Stura, a 1700 metri di altitudine, nei pressi del confine francese. Giovanni Roccaforte arrivò ad Argenterà la sera del 16 luglio dello scorso anno e dopo essersi presentato ai carabinieri si mise alla ricerca di una stanza da affittare. L'impresa si rivelò ben presto impossibile perché la voce dell'arrivo di un vigilato speciale era già corsa per il paese, che conta poco più di cento persone, e nessuno volle ospitare il siciliano. Il giovane fu co¬ stretto a fissare una camera presso l'unica locanda, al prezzo di 650 lire il giorno, vale a dire l'intera somma che il Ministero degli Interni gli concedeva come diaria giornaliera, comprensiva anche delle spese per il vitto. Per di più, i soldi sarebbero arrivati da Roma solo dopo aver seguito una complessa trafila burocratica. Solo, privo di mezzi, guardato con diffidenza dai paesani e senza abiti adatti al clima di alta montagna, il po vero confinato il giorno successivo all'arrivo era già ridotto alla disperazione. Il 18 luglio, il giovane, raggiunta Cuneo, aveva fatto presente all'autorità di polizia le sue tristi condizioni ed aveva chiesto di essere trasferito in una località di pianura. Quindi era rientrato subito ad Argenterà. Il maresciallo dei carabinieri lo denunciò per abbandono arbitrario del domicilio coatto. Oggi il giovane si trova a Borghetto Val Borbera (Alessandria), dove vivrà ancora per un anno. Al processo è stato accompagnato da un graduato dei carabinieri. Il Sindaco di Borghetto ha fatto pervenire una lettera al presidente del Tribunale, in cui definisce il Roccaforte c ottimo giovane, dal contegno irreprensibile ». Il difensore avv. Bertone, ha inoltrato ri corso in Cassazione. n. ni.

Persone citate: Giovanni Roccaforte