La bravata dei coscritti s'è tramutata in dramma per la ragazza di Racconigi

La bravata dei coscritti s'è tramutata in dramma per la ragazza di Racconigi La bravata dei coscritti s'è tramutata in dramma per la ragazza di Racconigi Per circa tre mesi i monelli hanno esasperato la giovane ricordandole l'episodio di cui era stata vittima - «Bionda di Carpendo — ripetevano — dove hai messo le mutandine? » - Un gruppo di giovanotti, infatti, le aveva rubato gli indumenti intimi appesi ad asciugare sventolandoli poi come trofei - Il pretore li ha condannati ma nessuno ridarà serenità alla donna (Dal nostro inviato speciale) Racconigi, 3 marzo. « Bionda di Carpeneto, cosa ti hanno fatto i coscritti?». « Bionda di Carpeneto, cosa ne hai fatto delle mutandine?». Per circa tre mesi i ragazzi di Carpeneto e di Casalgrasso, e anche quelli di Racconigi, le ballarono attorno urlandole quella tiritera. Domenica Tesio, una bella bionda di ventitré anni, non poteva più uscire dalla cascina di Carpeneto, di cui la famìglia è afflttuaria, senza vedersi attorno un branco di quella ragazzaglia che le chiedeva conto di questo o di quell'indumento intimo. Finalmente perse la pazienza, e querelò non quegl'irresponsabili urlatori, ma i loro mandanti e istigatori. Il processo si è fatto ieri alla pretura di Racconigi, e si è concluso con una sentenza di condanna che non ha soddisfatto né la parte lesa né gli imputati, i quali sono ricorsi in appello. Per Domenica Tesio l'episodio che in origine poteva essere e rimanere una ragazzata si tramutò in dramma di cui da allora piange, e oggi ce ne ha fatto un racconto patetico, cosparso di lacrime e singhiozzi. E' una ragazza sensibile, d'una serietà indiscussa. L'ingiuria di cui è stata vittima, aggravata da una lunga e persistente peràecuzione, l'ha profondamente offesa e tormentata, ha lasciato sul suo viso un'espressione incancellabile di tristezza. All'origine c'è un episodio che se non avesse avuto penose complicazioni sarebbe stato in breve dimenticato. Non era che una ragazzata ma con quanta leggerezza e indifferenza i giovani sono talvolta crudeli e spietati noi loro scherzi. Il pomeriggio del 12 aprile dello scorso anno un gruppo di coscritti si presen tò nel cortile della cascina oc cupata dai Tesio. Racconta la signorina Domenica: « Erano allegri, cantavano, ridevano, ma io ero sola in ' casa e li pregai d'allontanarsi. Si misero a far chiasso; venne un vicino e si unì a loro. Da po co avevo lavato e steso ad asciugare due paia di mutandine e un reggiseno, comunissimi indumenti di nailon, bianchi. Il vicino lanciò una idea, i coscritti l'accettarono immediatamente. Presero gli indumenti e si allontanarono Seppi poi che li avevano riempiti di fieno esibendoli come trofei, legati a un trattore ». L'episodio è, come si vede, di modeste proporzioni, una bravata di pessimo gusto ma sulla quale Domenica Tesio non avrebbe avuto difficoltà a passar sopra, anche se il suo pudore poteva sentirsi offeso da quella esibizione. Ma qualche giorno dopo cominciò una iiiiiiiniiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiii più vasta e ingiuriosa persecuzione. «Bionda di Carpeneto, cosa ti hanno fatto i coscritti? ». «Bionda di Carpeneto, cosa ne hai fatto delle mutandine? ». Una turba di monelli l'avvolgeva di urla ogni qualvolta che la incontrava. Dice piangendo Domenica: « Mi riferirono che i coscritti si erano vantati al loro paese e nei paesi vicini che quegFindumenti me li avevano tolti di dosso, che mi avevano abbracciata e baciata. Non è vero, non mi hanno nemmeno toccata Perché non mi hanno creduto al processo? Giuro che è come ho detto. Non ho potuto inventare quelle cose ». Dice ancora Domenica, fra i singhiozzi: «Mi hanno fatto fare la figura d'una ragazza di strada». Continua fra le lacrime: «Da allora io non osavo più uscire di casa. Se proprio dovevo farlo, pregavo Dio di non incontrare nessuno. Se incontravo qualcuno abbassavo lo sguardo perché non avevo il coraggio di scorgere gli occhi beffardi della gente». Così prosegue Domenica: «Ma quelli, i coscritti, venivano a cercarmi e mi dicevano: " Perché vai in giro a testa bassa? Perché non hai più lfe mutandine? ". Un altro aggiungeva: "Non ha i quattrini per comperarsele ". E un altro ancora: " Sì che li ha, ma trova più comodo andar senza ". Mi sentivo impazzire > prorompe l'infelice ragazza, « Per troncare quell'ignominia dovetti querelarli. Ma ormai il danno l'avevano fatto» geme Domenica Tesio. «Non hanno avuto che una multa, e io rimango con la vergogna di quelle luride fandonie che hanno messo in giro per fare i bravacci, forse per incoscienza più che per •cattiveria», conclude con improvvisa indulgenza. Domenica Tesio, lo si è detto, è una ragazza seria e grave. I suoi occhi vorrebbero ridere, ma non vi riescono. Due anni fa è stata sfiorata da un dramma che ha lasciato una traccia nel suo animo. Il 21 ncr vembre del '59 sua sorella Margherita, di 28 anni, mamma d'un bambino di quattro anni e in attesa di un'altra creatura, rimase fulminata a Nichelino da una dose di cianuro mescolata a un bicchierino di liquore alla mandorla. Si sospettò del marito, Umberto Monge, che avrebbe agito per gelosia- Ma il mistero non fu chiarito. Nel marzo successivo egli dopo un intervento chirurgico subito in carcere morì per un'embolia. E' lei ora ad allevare il nipotino Sergio, e forse è anche il ricordo di quel dramma ad accrescere la pena di Domenica Tesio. ■ c g. r. mmillili iiiiniimmmnumminminii immiiiimmi mimili munii iiiiiiiimiiiiiiiiimiiiiiiii min mimmi! Domenica Tesio, la bionda ragazza alla quale i coscritti rubarono le mutandine

Persone citate: Domenica Tesio, Seppi, Tesio, Umberto Monge