Inchiesta sul ragazzo morto legalo al Ietto nell'ospedale
Inchiesta sul ragazzo morto legalo al Ietto nell'ospedale Inchiesta sul ragazzo morto legalo al Ietto nell'ospedale L'apprendista di Bergamo soffriva di diabete insipido - Sarebbe stato immobilizzato per impedirgli di bere oltre misura (Dal nostro corrispondente) Bergamo, 2 marzo. La direzione dell'Ospedale Maggiore di Bergamo ha escluso ogni responsabilità del personale sanitario nel decesso dell'apprendista quattordicenne Giuseppe Bonacina, da Vercurago, morto, com'è noto, nel reparto neurologico in circostanze tali da fare credere che egli non fosse stato sufficientemente assistito. Il ragazzo era stato legato per un piede ad una 3barra in ferro del letto perché dava in ismanie, e ciò aveva suscitato più disparati commenti. Il direttore del nosocomio, dottor Mazza, ha precisato che il Bonacina è stato curato con diligenza e che l'averlo legato al letto non riveste carattere di eccezionalità. L'apprendista soffriva di diabete insipido e pertanto era stato ricoverato dapprima nel reparto Medicina. La malattia richiede il controllo rigoroso dell'ammalato poiché questi non può bere più di una certa quantità d'acqua. Arso dalla sete il Bonacina avrebbe dato ripetutamente in ismanie; queste manifestazioni avrebbero consigliato i medici a trasferirlo successivamente nel reparto neurologico. Le sue condizioni — ha rife- iiiriifiiitiiiiiMiiniriiiiriiiiinriiiiiiiitiiiiriiiiin rito la direzione dell'ospedale — non erano tali da fare supl. porre il decèsso. Nonostante ciò un infermiere, ogni quarto d'ora anche di notte, sarebbe passato per controllare il suo stato;- fu però una donna, che era nella camera per assistere un parente, ad accorgersi che il ragazzo rantolava. Il personale del reparto — assicura la direzione — ha assistito il Bonacina facendo per lui tutto quanto era possibile. Non è stato comunque ancora chiarito se, quando ci si accorse che S ragazzo era morto, si provvide a slegarlo e se, soprattutto, ciò non avrebbe dovuto essere fatto ancor prima, considerato che il malato appariva ormai sin troppo calmo. L'esame clinico eseguito dopo la morte ha permesso di scoprire ancora la presenza, nonostante l'età "del defunto, della ghiandola del timo che dovrebbe esistere soltanto nei bambini prima della pubertà: appunto questa ghiandola eccezionalmente protrattasi avrebbe portato alla morte improvvisa del ragazzo. L'inchiesta sul decesso è, in ogni modo, ancora in corso. p. a.
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