La rivolta non ha ritardato il calmo progresso dell'Etiopia

La rivolta non ha ritardato il calmo progresso dell'Etiopia Un anno dopo il minaccioso colpo di Stato La rivolta non ha ritardato il calmo progresso dell'Etiopia L'imperatore ha ripreso in mano il paese, senza infierire contro i ribelli • Dedica ora grandi cure alla preparazione dei funzionari civili e del clero, potente ma arretratissimo - Sta sorgendo ad Addis Abeba la prima università del paese, ospitata nel palazzo del sovrano - I critici non mancano: sono soprattutto i giovani elementi che Ailè Selassiè ha mandato a studiare in Occidente Il « Times » pubblica, sull'Etiopia, quattordici mesi dopo il tentativo di rivolta militare, una corrispondenza di vivo interesse anche per il lettore Italiano. L'articolo .—■ fatto eccezionale nel quotldinno Inglese — reca una firma: infatti l'autore non è un giornalista, ma un collaboratore occasionale. Sir Harrv Luke è stato governatore di varie colonie inglesi fra le due guerre; ha scritto Inoltr" vari libri sulla Turchia, Cipro, il Mediterraneo Orientale, le isole del Pacifico Ha una medaglia al valor militare Italiano, concessagli durante la prima guerra mondiale. (Nostro servizio particolare) Addis Abcbn, 1 marzo. Tornare ad Addis Abeba a poco più di un anno dal colpo di Stato del dicembre 1960 (fallito sebbene l'imperatore Ailè Se.assiò fosse in visita ufficiale nel Brasile) è una esperienza estremamente interessante. Ciò che colpisce maggiormente è l'assenza di qualsiasi traccia di quella breve ma sanguinosa insurrezione. I processi ai ribelli non sono stati, forse, sempre corretti da un punto di vista occidentale, ma non vi sono state vere e proprie rappresaglie. Nel 1826 11 sultano turco Mahmud II fece trucidare ì suoi giannizzeri, perennemente coinvolti in congiure e ribellioni; oggi la Guardia imperiale etiopica (che fu lo strumento degli insorti per abbattere il regime) è tuttora in servizio, ed una delle sue brigate fa anzi parte del contingente messo al servizio dell'Orni nel Congo. Si respira, aria di stabilità. La congiura del 1960 maturò ed esplose in assenza dell'imperatore; c tuttavia Ailè Selassiè non ha rinunciato, pochi mesi dopo, ad assistere alla Conferenza dei neutrali a Belgrado, né a partecipare al convegno africano del gennaio a Lagos, in Nigeria. Non sempre si ricorda, come si dovrebbe, che l'Etiopia è il più antico Stato indipendendente cristiano del mondo e che i rapporti fra il trono e la Chiesa sono stati in ogni tempo dei più stretti. H prestigio dell'imperatore e l'atteggiamento liberale dell'attuale patriarca copto di Alessandria assicurarono recentemente, dopo anni di speranze deluse, l'indipendenza della Chiesa ortodossa etiopica dalla consorella copta d'Egitto. Il clero etiopico, regolare e secolare, è pletorico, ma molti componenti di esso hanno un grado di istruzione assai modesto; per educarli in senso più moderno, Ailè Selassiè ha chiamato ad Addis Abeba un giovane vescovo armeno, capacissimo, e lo ha messo alla guida del collegio teologico, per il quale ha fatto costruire una sede più degna ed adeguata. Molte altre iniziative, non Eolo edilizie, sono state prese dall'imperatore dopo la rivolta. Ailè Selassiè ha ripristinato la carica di Primo ministro, le cui funzioni aveva svolto egli stesso per alcuni anni; ha creato una commissione di studio p»r attuare riforme costituzionali, giudiziarie, amministrative, terriere: si sta formando una burocrazia più moderna, ed i funzionari, al ter- mine della carriera, avranno diritto alla pensione. Nel gennaio di quest'anno sono stati inaugurati corsi di legislazione agraria. Quale sede permanente della Commissione economica africana, l'imperatore ha offerto la « Casa dell'Africa >, un sontuoso edificio i cui interni sono stati arredati da un artista etiopico. Ma la realizzazione più ambita, cui Ailè Selassiè pensava da anni, è la prima università del paese Ad essa l'imperatore ha donato la propria residenza. E' il medesimo palazzo nel quale i ribelli — prima di essere sopraffatti dalle truppe fedeli —massacrarono, nel dicembre 1960, diciannove fra i più vicini collaboratori del sovrano, trattenuti come ostaggi. Al generoso aiuto finanziario degli Stati Uniti, l'imperatore ha aggiunto — per compiere l'opera — il danaro sottoscritto dai suoi sudditi in parecchi anni per erigergli una statua. Tutte queste iniziative — e l'elenco è incompleto — testi moniano dei progressi coni piuti nei dodici mesi seguiti ad una crisi profonda. Ma poiché una critica co struttiva è utile e necessaria, non si può dire che manchino i critici dell'imperatore, né che tutto fili liscio ad Addis Abe ba. Molti di quanti attaccano il sovrano per la sua politica, fsCcsnfudrapd\lrpcan—ddStlmdsstinntfii 111:1111 r 11111 < i l 111111 < i h 11 r 11 e 11111 < 1111111 r 111111 r 11111 furono mandati da Ailè Selassiè ad istruirsi in Occidente. Ciò dimostra una volta di più che il ruolo del riformatore è spesso ingrato: non si dice nulla di nuovo quando si afferma che l'avanguardia di una generazione viene sempre definita incapace dalla generazione successiva E luttavia esiste un limite alle opere che è possibile compiere in una vita, ed i critici dell'imperatore dimenticano a \olte che ancora di recente l'Etiopia era un mosaico di regni e principati feudali perpetuamente in guerra l'uno contro l'altro e contrari alla autorità centrale. L'unificazione di tendenze tanto diverse — in una parola, la creazione dello Stato — fu compiuta da due uomini, Menellk II e Ailè Selassiè. Soprattutto quest'ultimo si è assunto il compito e la responsabilità non lievi di modernizzare un agglomerato di province arretrate e diversissime, di armonizzare la stretta società borghese e intellettuale di Addis Abeba con i pastori nomadi e di religione e lingua diverse dell'interno, di accordare sistemi di vita medioevali. Tutto si potrà fare, ma a condizione che il passo non sia troppo rapido Sir Harry Luke Copyright di « The Times » e per l'itnlla de «La Stampa» 1 f i m 111111111 iiiiiiimiiiiiiiiimiiiiiiiniiiiitm