Castel Sant'Angelo: a lume di torcia la testa dei nobili

Castel Sant'Angelo: a lume di torcia la testa dei nobili I mille cnni del Sacro Romano Impero Castel Sant'Angelo: a lume di torcia la testa dei nobili Ricevimento senza musica, durato soltanto due ore - Donne in eleganza discreta - Giovani (e famosi) principi in veste di storici Nostro scrvirio particolare Roma, lunedì mattina. Castel Sant'Angelo, che In venti.secoli fu sepolcro, fortezza e prigione e gode perciò di una fama un po' truce (fu però anche dimora di pontefici, che per fortuna ingentilirono e abbellirono l'interno), ha accolto ieri sera principi e principesse serenissimi ed eccellentissimi del Sacro Romano Impero, e tutta la high, la più austera e riservata di Roma, e frammista a questa insigni professori di università un po' impacciati fra tanto chic. Motivo: si celebra in questi giorni il millenario della fondazione del Sacro Romano Impero, avvenimento che è stato ignorato quasi da tutti, eccetto, ed era logico, da coloro che godono ancora oggi di privilegi e di altisonanti titoli avuti da quegli imperatori. C'è stato un congresso nei giorni scorsi, durante il quale si è parlato dell'unione europea e si è detto che non è affatto una cosa nuova, perché già ci avevano pensato quegli imperatori, e che fu del resto il sogno di molti altri grandi uomini, come Napoleone. Non rievocazione di vecchie memorie, dunque, ma avvenimento di attualità, si è detto. Senza contare che c'è una questione da risolvere, quella dei titoli nobiliari non più riconosciuti dallo Stato italiano. Anche quelli del Sacro Romano Impero? Al congresso si è detto che almeno questi dovrebbero avere ancora un valore perché furono attribuiti da un potere supernazionale: i singoli Stati non possono quindi avere voce in capitolo. A conclusione delle relazioni, molte delle quali pronunciate da insigni storici, si è avuto il ricevimento: una festa in tono minore, senza musiche e senza danze, cioè come si conviene ad una celebrazione storica. Bagliori di fiaccole all'ingresso, dominato da un imponente maggiordomo in livrea napoleonica, e lungo le interminabili sinistrae rampe che s'inerpicano fino alla « Sala della biblio- teca>, dove era allestito il rinfresco. Lì, dietro una porta dall'apparenza inoffensiva, langui per anni il mago Cagliostro: certo, nonostante le sue doti magiche, non immaginò che di lì a qualche secolo le sue vicende avrebbero dato spunto al più ammirato principe dei nostri giorni, Raimondo Orsini, di sfoggiare la sua cultura storica, finora insospettata, intratte, nendo i giornalisti su particolari anche inediti della sua storia. Uomini in scuro, signore in « tardo pomeriggio ». Nessun visone, molte pellicce di persiano. Una eleganza discreta, senza stravaganze. Raimondo Orsini, vestito in blu, ha dominato la serata, che si è svolta, all'impiedi, fra tranquilli conversari e senza che sia accaduto nulla che possa essere registrato dalla cronaca. Alcune beiie ragazze, ia graziosa principessa Stefanine Windisch-Graetz, pronipote del tragico dolente Rodolfo d'Absburgo, altissima e bionda, in un tailleur verde pallido, la principessa Sveva Orsini, sorella di Raimondo, Maria Letizia Caproni di Tagliado in verde scuro, la duchessina Angela Altemps in velluto nero. A rappresentare l'arte cinematografica, anche se non la più recente, Clara Calamai, sempre molto bella ed elegante. In uno strano abito di velluto nero arricchito da fregi bianchi la contessa Mila Ghezzi. A ricevere gli ospiti nella sala, il principe Gianfranco Alitata di Montereale, con la bella moglie, Margherita. Non mancavano aristocratici del Sacro Romano Impero di altre nazioni, come il baffuto principe Karli Schwarzenberg, che rappresentava la nobiltà austriaca, e per quella spagnola il principe Gonzaga, discendente dei duchi di Mantova. Tutta la serata è durata non più di due ore, alle 10 già la sala si spopolava. Appuntamento per tutti a ottobre, quando il congresso sarà ripreso a Palermo. 1. b.

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