Corso due volte il ciclocross di Capriate

Corso due volte il ciclocross di Capriate La crisi dell'Uvi sta sfiorando l'assurdo Corso due volte il ciclocross di Capriate I dirigenti dell'Unione Velocipedistica Italiana e quelli del Consiglio del Professionismo ieri non sono riusciti a mettersi d'accordo : prima sono scesi in gara gli atleti che hanno rinnovato la licenza per il '62 (il campione d'Italia Severini ed i dilettanti), poi è stata la volta dei professionisti - Le due distinte manifestazioni vinte da Reatini e da Longo - Ribadita l'assoluta necessità di trovare una rapida soluzione nella vertenza tra i due gruppi di dirigenti OAL NOSTRO INVIATO Capriate, lunedi mattina. Chissà che cosa pensa del ciclismo italiano il signor Hauenstein. A dir la verità, dì questo signor Hauenstein, non sappiamo granché, sappiamo che è svizzero c che corre i ciclocross. Bene, lo svizzero, invitato alla manifestazione internazionale programmata ieri a Capriate, ha compiuto regolarmente la- trasferta da casa sua all'operoso paese lombardo, sicuro di dover semplicemente partecipare ad una manifestazione di buona importanza. Ma- subito, si dev'essere accorto che qualcosa non funzionava per il verso giusto. Di altri stranieri, tanto per cominciare, manco l'ombra. Ed in compenso circolavano voci strane, Hauenstein le capiva più o meno, visto che la sua lingua è uno stretto tedesco. Calmo, comunque il nostro amico elvetico, ieri, all'ora ghista si è presentato al luogo del raduno per punzonare la bicicletta e ritirare il numero di corsa, L'hanno dirottato con gentilezza verso una casa, ai' bordi dell'abitato. In una stanza, un gruppetto di sorridenti signori sbrigava celermente le operazioni di rito, in modo svelto, senza formalità, quasi in una famiglia, Fuori stazionava una folla incredibile, duemilapersone ad occhio e croce, finterò paese. In mezzo a queste persone, Hauenstein, quando uscì, si trovò qualcuno, che, alla- buona, gli fornì un'informazione. Aveva punzonato? Slf Beh, che si arrangiasse un po'. Perché, se avesse preso parte alla gara, la Federazione internazionale l'avrebbe squalificato, magari a lungo. Lo svizzero, scuotendo il capo, chiese lumi per capirne qualcosa. Ed allora lo rimandarono nella stessa casa, ma in una stanza accanto a quella di prima, dove sedeva un secondo gruppetto di persone. Qui, uno c'era che parlava tedesco in modo perfetto. E gli disse che quella era là punzonatura « giusta >, non l'altra. L'elvetico trasse un sospiro, pensò, che facessero un po' e punzonò di nuovo. Ma, come tornò di fuori, gli venne fornito su due piedi un ulteriore chiarimento. Se voleva, poteva pure partecipare alla gara « diretta > dai personag¬ gi die dimoravano nella stanza numero S. L'ingaggio pattuito a suo tempo, però, non l'avrebbe intascato. Ma perché — si chiese l'esterrefatto svizzerotto. E poi — continuò — di corse quante ne esistevano, una oppure duet Ce n'era una e due contemporaneamente, la crisi tra l'Uvi ed il Consiglio del Professionismo, spinta verso i confini dell'assurdo, stava combinando una situazione fuori dall'ordinario, una situazione che, ora, a mente fredda, dovrebbe far riflettere i responsabili, onde simili episodi più non debbano ripetersi, in un'ondata di buonsenso che si preoccupi, sul serio, del bene comune. Una corsa e due corse. E' il momento di tentar di spiegare l'inghippo. Una corsa, dapprincipio: quella orga¬ nizzata dalla Polisportivo Juvcnilia con l'apporto finanziario di alcuni generosi sportivi locali, corsa alla quale dovevano prender parte, insieme, dilettanti e professionisti. Ora, bisogna ricordar in breve il dissidio tra i dirigenti, dissidio che ha diviso nettamente il campo. Per quanto riguarda, il tesseramento, e riducendo al minimo le chiacchiere, l'Uvi pretende che alle manifestazioni ciclistiche partecipino solamente atleti in regola con licenza dell'Uvi al 1' gennaio 1962; e non basta: contrariamente allo scorso anno, l'Uvi non accetta domande di rinnovo di licenza, che le giungano tramite il Consiglio del Professionismo. Il Consiglio del Professionismo, dal suo canto, non è disposto ad accettare quello che ritiene un arbitrio e, di conse¬ guenza, pochissimi ciclisti sono praticamente in regola, vix:endo si ptiò ben dire alla giornata, in attesa che le acque si plachino. Torniamo al ciclocross di Capriate. Dei corridori professionisti presenti, uno soltanto era in possesso della licenza Uvi 196S — il campione d'Italia Severini — e l'occasione si presentava quindi ideale per una prova di forza tra le due fazioni. L'Uvi diceva: qui corrono esclusivamente quelli in regola, vale a dire Severini ed i dilettanti. Ed il Consiglio del Professionismo ribatteva: l'Uvi dica quel che vuole; noi corriamo lo stesso, corriamo per conto nostro, capiti poi quel che deve capitare. Si sperava, ad esser sinceri, in un •accomodamento, in modo che la manifestazione non avesse a sof¬ frirne, ma, a quanto pare, alcuni dirigenti di buona volontà ch,e avevano tentato in extremis un accordo sia pure temporaneo con Rodoni, avevano fallito l'impresa. La speranza in un armistizio tornò o fiorire ieri, a Capriate ,allorché gli esponenti delle due correnti si trovarono in paese e, dopo essersi rivolti reciproci sguardi un po' imbarazzati, si sedettero alla medesima tavola, occupando l'ora del pasto in discussioni di tono decisamente pacifista. Quando ci si alzò per andare al raduno di partenza, si vide però che i conversari non avevano approdato a nulla di concreto. In un canto la giuria dell'Uvi, nell'altro i dirigenti del Professionismo, ciascuno più che mai irreducibile sulle sue posizioni. Il signor Fagnani, vi- ce-presidente dell'Uvi, altri personaggi ed i membri della giuria ebbero un colloquio con Fiorenzo Magni, che rappresentava il professionismo. Fu possibile un unico accordo. Prima si sarebbe svolta, con un quarto d'ora di anticipo, la manifestazione ufficiale dell'Uvi, con Severini, i dilettanti e lo svizzero; quindi, subito dopo, si sarebbe disputata la < prova-bis > con i corridori fedeli al Consiglio del Professionismo. Era assurda, la decisione f Tutti alzavano le spalle e le discussioni, accesesi qua e là, si spensero senza guai, gli astanti ebbero il buon gusto di nemmeno alzar la voce. Dicevano tutti d'esser dispiaciuti. Ma non trovavano soluzione migliore. Correvano dunque i diciannove ciclisti in regola con l'Uvi e vinceva Realini, mentre Severini si rivelava in pessima giornata. Correvano poi gli undici « indipendenti» e Longo si aggiudicava un vero trionfo, superando nell'ordine Ferri, Sivilotti, Guerciotti e Tonoli. Finiva la manifestazione nel freddo delle prime ombre della sera. Grande entusiasmo del pubblico, abbiamo sentito persino qualcuno che sosteneva soddisfatto di aver avuto la possibilità di assistere ad un doppio spettacolo. Tante teste, tante idee. Ma il sistema, evidentemente, non è valido, così non si può e non si deve continuare, in tale confusione non ci si raccapezza, nemmeno si riesce più a capire chi abbia torto e chi abbia ragione. Adesso, che cosa succederà? Gli <indipendenti> saranno squalificati ? Ma come farà l'Uvi a squalificare atleti che, almeno ieri, non erano alle sue dipendenze, non avendo rinnovato la licenza f Intervenga in modo reciso il Coni, facciano un esame di coscienza Rodoni, Torriani ed i responsabili dei due partiti, in modo che sia possibile trovar una via d'uscita onorevole per tutti. Per domenica prossima, i ciclocross saranno due, ma in località differenti, ed è già un passo avanti. Si impedirà almeno allo svizzero di turno di trovarsi costretto ad iscriversi a due competizioni nello stesso tempo, in maniera di esser con la coscienza a posto con le autorità e con i depositari dei quattrini. E, in compenso, almeno una corsa dovrà farla sul serio. Non come ieri. Perché il nostro elvetico ha finito con il partecipare alla gara dell'Uvi, intascando lo stesso i quattrini pattuiti: E, al secondo giro, vale a dire dopo pochi chilometri, vittima di una foratura si è ritirato. Che strana avventura, in quel di Capriate. Gigi Boccacinì Ordine d'arrivo gara dell'Uvi 1) Realini, 24 chilometri in 1 ora] 8'; 2) Staurengo a 8"; 3) Zorzi! a 11"; 4) Grassi a 18"; 6) Dossena a 45". Gara del Consiglio del profes sionismo: 1) Longo, i 24 chilome tri in 1 ora 6'40": 2) Ferri a 1 e 40"; 3) Sivilotti a 2'. Un passaggio della gara dei dilettanti a Capriate. Il vincitore, Realini, è in seconda posizione (f. Moisio) Longo, 1° dei professionisti Nn me ieri Perché il no

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