Notte di festa per l'anno nuovo

Notte di festa per l'anno nuovo Settecentomila torinesi hanno brindato a mezzanotte Notte di festa per l'anno nuovo Gremiti tutti i ristoranti per il tradizionale cenone di San Silvestro e le sale da ballo per innumerevoli veglioni - Nonostante i divieti, scoppi di mortaretti e la solita pioggia di cocci dalle finestre - Intenso movimento per le strade fino all'alba Oggi altre decine di migliaia di torinesi partono per il mare e per la montagna - Il primo nato del '62 è venuto alla luce alle 04': è un maschio e pesa circa quattro chili Buon anno a tutti! Staccato l'ultimo foglietto del calendario del 196Ì, almeno 700 mila torinesi hanno salutato in piedi il 1962 con evviva, fiumi di spumante e montagne di panettoni. A mezzanotte in punto, dietro migliaia di finestre illuminate, parenti ed amici riuniti attorno al tavolo del tradizionale cenone hanno alzato i calici per gli auguri. Nei night clubs e nelle balere di periferia le orchestrine hanno interrotto per un attimo la musica per scandire i secondi e dare il via alla gaia baraonda di gente di ogni età. Si è gridato « buon anno » nei duecento ristoranti della città, nei cento della provincia dove le prenotazioni per il cenone di San Silvestro erano esaurite da qualche giorno. Senza malinconia si sono detti « buon anno » i tranvieri ed i ferrovieri, i giornalisti ed i tipografi, i medici e gli infermieri, i vigili del fuoco e gli agenti di polizia, i telefonisti e gli addetti alle centrali elettriche, gli operai del gas ed il personale dell'Acquedotto, i tecnici televisivi e le guardie notturne: quelli che hanno lavorato per assicurare i servizi essenziali ai torinesi. Nelle case, i fuochisti, una volta tanto, hanno tenuto le caldaie accese fino a tardi, mentre nelle strade i vigili urbani raddoppiavano l'attenzione per evitare che l'euforia sconfinasse in pericolose trasgressioni. Nonostante i divieti sono scoppiati anche petardi e sono volati piatti e bicchieri dalle finestre. Abitudini non ancora perdute di gente immigrata dal sud e di torinesi imprudenti. La risorta Mole Antonelliana sfavillava di luci; nei parchi pubblici, in molti giar- din! privati e sui balconi delle case pini adorni di palloncini colorati contribuivano alla gaiezza generale. Non tutte lo finestre buie erano di famiglie che avevano preferito attendere l'anno dormendo. Molte persone avevano lasciato la città per il mare o la montagna. Il Capodanno 1962 è stato una lunga festa. Per decine di migliaia di lavoratori, occupati nelle aziende che effettuano la settimana corta, è cominciato sabato mattino. Tre giorni di riposo consecutivi: una occasione per concedersi una breve vacanza e salutare l'anno nuovo sui campi di sci o nel tepore della Riviera. In due giorni sono partiti da Porta Nuova oltre 90 mila persone. Centinaia i pullman diretti al Sestriere, a Claviere, Crissolo, Bardonecchia e Valle d'Aosta. Intenso il movimento automobilistico. Sull'autostrada Torino-Milano sono transitate ieri seimila macchine. L'animazione in città è cominciata presto. L'ultimo giorno dell'anno è sempre un giorno diverso. Torinesi si sono presentati ai rintocchi di mezzanotte con massicci acquisti nelle pasticcerie e nei negozi di vini e liquori. Ovunque, folle di gente allegra e chiassosa. Cordiali strette di mano, volti distesi e gioiosi, richiami che s'intrecciavano da una parte all'altra delle strade. Alle 17 alla Consolata si è celebrato un solenne Te Deum alla presenza del cardinale arcivescovo. Il Santuario appariva gremito di fedeli in preghiera: un fervoroso ringraziamento per il bene ricevuto durante l'anno, un'isola di raccoglimento nel frastuono della città. Breve pausa tra le 20 e le 22. Il tempo per consumare un frettoloso spuntino, per cambiarsi d'abito per raggiungere gli amici al ballo o al cenone. Alle 23 tutti avevano frotta e nelle strade la circolazione appariva frenetica. Si è ricominciato all'una per andare avanti fin quasi all'alba. I tram nanno circolato fino alle tre. Per molte comitive questo prolungamento di oraI rio non è stato sufficiente. Perìsa l'ultima corsa, si sono aviviati a piedi: un pretesto per I restare ancora con gli amici e riempire le sVade di allegre canzoni che gli automobilisti nottambuli ritmavano volentieri sui claxon. Il primo nato del 1962 ha visto la luce quattro minuti dopo mezzanotte all'Ospedale Sant'Anna. E'un bel maschietto che pesa circa quattro chili ed appare in ottima salute, come la madre, Giuseppina Orio in Garassini, nata 43 anni fa a Costigliole d'Asti. I genito ri del bimbo abitano a Torino in via Carlo Pisacane 44. Non hanno ancora scelto il nome che gli imporranno. Al parto hanno assistito il dott. Aymone e l'ostetrica Teresa Ercole. Neppure un minuto dopo lo seguiva la prima torinese del '62, al reparto Maternità del l'Ospedale Mauriziano. E' una bimba che pesa 3 chili e 600 grammi e si chiamerà Carme la. I genitori sono immigrati meridionali, vengono da Cerignola. La mamma ha 31 anno, si chiama Apollonia Totaro in Lomussio, il padre è parrucchiere Abitano in corso Vercelli 116. Carmela è la prima figlia.

Persone citate: Apollonia Totaro, Garassini, Giuseppina Orio, Teresa Ercole

Luoghi citati: Bardonecchia, Cerignola, Claviere, Crissolo, Milano, Sestriere, Torino, Valle D'aosta