Una cordata di sei alpinisti precipita in un crepaccio di ritorno da una ascensione sul gruppo dei Bianco

Una cordata di sei alpinisti precipita in un crepaccio di ritorno da una ascensione sul gruppo dei Bianco Si erano legati ad un'unica fune per scendere più in fretta nel timore di una bufera Una cordata di sei alpinisti precipita in un crepaccio di ritorno da una ascensione sul gruppo dei Bianco Tre sono torinesi, due di Lecco, uno di Genova : nessuno ha perso la vita ■ Ad uno degli scalatori era mancato un appiglio I piemontesi,, solo contusi, hanno risalito il baratro e si sono portati alla funivia dell'Aiguille du Midi, per dare l'allarme Le guide di Chamonix hanno salvato gli altri tre, feriti in modo non grave • Oggi arriveranno tutti a Courmayeur . i g o n l i e i r (Dal nostro corrispondente) Courmayeur, 26 febbraio. Uno sciagura alpinistica che avrebbe potuto avere terribili conseguenze è accaduta stamane sul Mont Blanc du Tar.ul (metri 4249), lungo la via normale. Per cause non ancora accertate, sei alpinisti italiani — i torinesi Andrea Meliamo, Alberto Risso e Alberto Marchionni; i lecchesi Romano Perego e Luigi Mazzaniga e il genovese Gianni Ribaldane — sono scivolati lungo la parete precipitando, dopo un centinaio di metri, in un crepaccio al di sotto della vetta. Nella spaventosa caduta, nessuno di loro ha perso la vita. I sei alpinisti starano scendendo e si erano legati tutti assieme, per far più presto. Le condizioni della montagna si erano fatte pessime e la cordata doveva accelerare la discesa per non incappare nella bufera che era già nell'aria. L'errore di procedere legati in 1 f 111E11 f 1111111 [ 1111111T b ■ 111111 1 ■ 1111MI ■ 11 ■ 1111111111 e li aul ra ni o, reee o di na nsLe si ria a. n sei è stato fatale. Ad un tratto, a uno degli scalatori è mancato un appiglio: il giovane è scivolato e i suoi cinque compagni lo hanno seguito nel pauroso volo. Per fortuna, la cordata è piombata in uno dei numerosi crepacci che costellano la. zona del Tacul, proprio al di sotto della vetta. Se avessero continuato a scivolare lungo il canalone, si sarebbero sfracellati di roccia in roccia, sino alla base. I componenti la cordata si sono ritrovati sul fondò del baratro pesti e doloranti, ma vivi. Solo tre erano feriti. I torinesi Mellano, Bisso e Marchionmi lentamente hanno risalito l'orlo del crepaccio ed hanno prestato un sollecito aiuto agli altri tre che, più doloranti, non riuscivano a trarsi d'impaccio da soli. Uno di questi tre è ferito alla colonna vertebrale; gli altri due hanno lesioni alle gambe e alle braccia. Dopo aver portato aiuto ai compagni, 1111111M1111M U111J111111M1111M M1111111MIM M1111M [ 1111M i i n o ; e o , i tre torinesi che avevano riportato solo qualche slogatura e ammaccatura, hanno proseguito la discesa per dare l'allarme e cercare aluto. Solo nel tardo pomeriggio Mellano, Risso e Marchionni hanno potuto raggiungere VAIguille du Midi, dopo una marcia estenuante, ostacolata dal maltempo e dalle menomate condizioni fisiche. Le loro grida di aiuto sono state udite dagli operai della funivia del Midi, che sono andati incontro ai tre. Sono stati subito avvertiti le guide e i gendarmi di Chamonix, che provvedevano a far partire tre guide — Payot, Devoissu e Contamine — e sei gendarmi, al comando del chef Veyrond. Essi in serata si sono portati nella zona del Tacul. La loro marcia è stata ostacolata da fortissime folate di vento gelido. Poco prima di mezzanotte, le guide di Chamonix sono ritornate all'Aiguille du Midi con M1111 ! 11111E [ M11111 i 111111M1111 [ 111 ! 1111111111111111111 n 1 tre alpinisti infortunati. Sembra che Per ego, Mazzaniga e Ribaldone siano in grado dì camminare da soli: le loro ferite non sarebbero gravi. Essi hannoS trovato rifugio nel piccolo osservatorio chiamato la « Capanna dei raggi cosmici ». Forse domani mattina ritorneranno a Courmayeur. Solo allora si sapra con esattezza come è avvenuta la disgrazia e quali sono le reali condizioni dei feriti. I sei alpinisti partiti all'alba di domenica dal rifugio <Torino », avevano superato brillantemente il grande Canalone N. E. per portarsi in vetta al Tacul. E' una magnifica asce::sione sul ghiacciaio, di 800 metri circa, con inclinazione del 45 per cento, aperta il 1' settembre del I9t9 da Filippi, Ghiglione e Ravelli e ripetuta, con una variante più diretta, nel 1934 da Gervasutti e Chabod. L'ascensione, svoltasi regolarmente, si concludeva nella serata di domenica: nella notte i sei bivaccavano sulla cima. La sciagura e accaduta stamane durante il ritorno per la via normale. I sei alpinisti sono noti a Courmayeur e nell'ambiente alpinistico. Hanno al loro attivo numerose e impegnative ascensioni sulla catena del Monte Bianco. Il lecchese Romano Perego è reduce dalla famosa spedizione Cassin al Mackinley, in America, dove aveva sofferto di congelamento agli arti inferiori. ì. V.

Luoghi citati: America, Courmayeur, Genova, Lecco, Torino