Sgominata a Milano una banda di falsari che coniava e spacciava monete da 500 lire

Sgominata a Milano una banda di falsari che coniava e spacciava monete da 500 lire Irruzione della polizia in un laboratorio di medagliette saere Sgominata a Milano una banda di falsari che coniava e spacciava monete da 500 lire Arrestale cinque persone - La « banca » si era costiluila recentemenle - Il ministero del Tesoro ha segnalato che in Lombardia su millecinquecento pezzi da « cinquecento » ben duecento erano falsi (Dal nostro corrispondente) Milano, 20 febbraio. Gli agenti della Squadra Mobile milanese sono riusciti sgominare una attrezzata banda di falsari che aveva coniato clandestinamente pezzi da 500 lire; cinque sono finora le persone arrestate, ma la polizia sta vagliando la posizione di una decina di altri individui in continuo contatto coi truffatori. L'inchiesta prese l'avvìo da una segnalazione del ministero del Tesoro, secondo la quale in Lombardia, su 1500 pezzi da 500 lire ben 200 erano falsi: la citazione era quasi perfetta e rsino molti cassieri di istituti di credito erano stati gabbati. Le prime indagini — che risalgono allo scorso dicembre — vennero effettuate in Brianza in quanto alcune segnalazioni davano per certa in quella zona la presenza dei falsari: ma nessun elemento affiorò per poter individuare i componenti della banda. La polizia si rivolse cosi a tutti i suoi migliori informatori e ben presto venne a sapere che il cinquantenne Ernesto Meazza detto Bino, abitante in via Spallanzani 6, era in grado di fornire a S50 lire il pezzo, monete da 500 lire: avvicinare, però, quest'uomo dal passato tutt'altro che pulito — nel 1H1 ■era stato condannato fra l'altro all'ergastolo per spionaggio militare, e nel dopoguerra, graziato, collezionò numerose condanne per contrabbando — non era facile. L'unica cosa da farsi era pedinarlo: gli agenti scoprirono così che si incontrava spesso con un'altra conoscenza della polizia: il venticinquenne Augusto Liscai, abitante in via Falloppio 10, un falso avvocato denunciato pur usurpazione di titolo, col quale si recava in un attrezzato laboratorio di via Scarpa 9 a Porta Magenta, di proprietà del trentaduenne Orlando Monaco, abitante in via Tortona 28, abile coniatore di medagliette sacre e monete pubblicitarie. Era facile supporre che i falsi pezzi da 500 lire provenissero da quella zecca clandestina, ma non era ancora possibile alla polizia prendere contatto diretto coi falsari tutti piuttosto guardinghi. Fu un amico del Liscai, confidente della Squadra Mobile, a presentare al giovane un danaroso rappresentante che poteva, grazie alle sue conoscenze, collocare in banca i pezzi falsi: il rappresentante altro non era che un funzionario della qìtestura. Quattro griorni fa il Liscai per saggiare l'onestà dell'acquirente si presentò nell'ufficio di quest'ultimo con alcuni campioni da 500 lire, che in realtà erano invece pezzi autentici: il poliziotto subodorò però il tiro e finse di stare al gioco. Il falsario cadde nella rete: ieri, infatti tornò dal rappresentante con una valigia piena di pezzi falsi. Mentre il Liscai veniva bloccato, altri agenti facevano irruzione nel laboratorio di Orlando Monaco, dove trovavano anche Ernesto Meazza e il trentenne Ottavio Ferrone, parente del titolare del laboratorio e come lui abitante in via Tortona 28: i tre venivano bloccati e condotti in questura. Le perquisizioni operate dalla polizia nei locali di via Scarpa e nelle abitazioni dei falsari portarono alla scoperta di punzoni, bilancini, presse e bilancieri, nonché nascosti nei punti più impensati numerosi pezzi da 500 lire falsi. L'in chiesta dovrà ora accertare se anche fra i 15 dipendenti del laboratorio del Monaco, qualcuno era al corrente dell'attività del principale. In serata è stato arrestato, in seguito a un incidente d'auto sulla strada per Como il cinquantunenne Spartaco Di Marmi, abitante nella nostra città in via Corcano 25, che la polizia stava ricercando da ieri notte: è emerso che il suo compito nella banda era quello dell'incisore; egli è pregiudicato nel reato di falso e truffa net confronti dello Stato, nel '57 era stato condannato a 4 anni di reclusione, che fini di scontare nel '60. Altri fermati in serata sono stati tutti rilasciati. La banda, a quanto si è appreso, si era costituirà recen¬ temente coi capitali apportati dal Liscai e praticamente la prima grossa sua fornitura avrebbe dovuto essere quella destinata al sedicente rappresentante; non sono dunque questi i falsari che hanno inondato coi loro « pezzi » falst Milano ed altre località del Nord Italia. m. Le monete false e gli stampi sequestrati a Milano (Tel.) iiiiiiiiiiiiiiiiiiliiliiiililiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiitiiiiiiiliiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiitifiM

Persone citate: Ernesto Meazza, Ottavio Ferrone

Luoghi citati: Como, Lombardia, Milano, Monaco, Nord Italia