Mario Moccagatta interveniva nelle imprese più deficitarie

Mario Moccagatta interveniva nelle imprese più deficitarie Ripreso ad Alessandria il processo contro il commerciante fallito Mario Moccagatta interveniva nelle imprese più deficitarie Impegnava capitali senza curarsi troppo di come procedessero gli affari • Si preoccupò quando ormai il dissesto era inevitabile ■ Fu parte lesa al processo Roisecco (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 19 febbraio. E' riproso quest'oggi innanzi al tribunale della nostra città (pres. Aragnetti, p. m. Prosio, cane. Chiesa) il processo a carico del comm. Mario Moccagatta di 51 anni, abitante in piazza d'Annunzio, già presidente dell'Alessandria U. S. e di altri enti cittadini, tanto da acquistare in città notevole prestigio. Con il commendatore siedono sul banco degli imputati il nipote e figliastro Domenico Moccagatta di 35 anni, ed il cinquantottenne Cesare Testerà. Dichiarato fallito su istanza del past.flcio AgnesI di Imperia, dal tribuni..; civile il 19 luglio 1957, il comm. Moccagatta fu rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta, bancarotta semplice, truffa e ricorso abusivo al credito. Secondo l'accusa il Moccagatta, in epoca prossima al fallimento, avrebbe alienato 18 milioni di lire con il prt=' iso scopo di non modificare l'elevato tenore di vita. Inoltre, tacendo la precaria situazione economica in cui si dibatteva, si sarebbe fatto anticipar-, una somma di 60 milioni : ) -e da ditte, banche e privati! Deve anche rispondere di una truffa di 12 milioni di lire ai mmiiiimmiiiiiiniii iiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiio danni del titolare del mulino di Sezzadio, signor Pietro Varvello. Con il Domenico Moccagatta e il Testerà deve anche rispondere di ricorso abusivo al credito per 37 milioni. Il Testerà invece, in proprio, è imputato di bancarotta fraudolenta. Titolare della ditta di oreficeria Testerà e C. — finanziata dal comm. Moccagatta e di cui il nipote era amministratore —, dichiarato fallito il 26 luglio del 1957, si sarebbe appropriato ai danni dei creditori di macchinari e scorte d'oro. Il processo iniziò l'8 febbraio scorso e vennero interrogati i tre imputati, che si dissero vittime di un disastroso giro d'affari. Il Mario Moccagatta spiegò tra l'altro che le cariche ricoperte, in particolare la presidenza dell'Alessandria Unione Sportiva, gli costarono parecchi milioni. Stamane il tribunale è passato all'interrogatorio dei testimoni. L'aw. Paneri, curatore del fallimento Testerà, ha precisato di non aver trovato le prove concrete della sottrazione di macchinari da parte del Testerà stesso. A una richiesta del P. M., l'avvocato ha sottolineato come il Mario Moccagatta, che della ditta Testerà figurava quale finanziatore, avesse per sistema di impegnare forti capitali senza curarsi troppo di come gli affari da lui finanziati procedessero, rendendosi conto soltanto quando il dissesto era ormai inevitabile* Così, nel caso della ditta di oreficeria e della ditta di confezioni « Lord ». Anche nei lavori di miglioria alla tenuta «La Florida», usò lo stesso sistema e risulta abbia pagato oltre 5 milioni solo per un pozzo. Nel caso particolare della ditta del Testerà, vennero decise delle trasformazioni improvvisate, senza un piano preciso. Il rag. Marcello Gallinì ha affermato di aver dato 15 milioni in tre riprese a Mario ed a Domenico Moccagatta e di averne recuperati soltanto tre. Il geom. Giancarlo Panizza ha parlato di 10 milioni investiti dal commendatore nell'impresa edile del fratello Andrea a Torino, poi andata a rotoli. A questo punto il P. M. ha esclamato, rivolto a Mario Moccagatta: < Insomma, lei si ostinava proprio a intervenire nelle imprese più sballate e deficitarie! ». Lo stesso geom. Panizza, su domanda del difensore avvocato Punzo, precisa che un odontotecnico torinese che imprestò denari al Moccagatta è noto per gli alti interessi che è solito richiedere. Altri testimoni — il comm. Giovanni Crotti, il condirettore del Banco Ambrosiano di Alessandria dott. Albini, il signor Livio Rossino, il commerciante Battista Rangone, il vice-direttore della Banca Commerciale, Mario Marchesotti — hfinno ricordato le forti somme lasciate al principale imputato e non più ricuperate. Il Pietro Varvello, truffato di 12 milioni, ha detto di aver dato la somma al Moccagatta credendosi garantito dalla tenuta < La Florida », che scoprì soltanto dopo essere già ipotecata. I difensori avvocati Punzo e Fracchia hanno cercato in alcuni casi di dimostrare la mancanza delle prove del ricorso abusivo al credito e della bancarotta fraudolenta. Altri testimoni secondari sono stati ascoltati nel pomeriggio. II processo è stato quindi rinviato al 30 marzo. Si è ap¬ preso che il Mario Moccagatta fu parte lesa nel processo celebratosi a Genova contro la signora Roisecco, alla quale aveva consegnato del denaro per una partita di granturco mai giunta. f. m.

Luoghi citati: Alessandria, Florida, Genova, Imperia, Sezzadio, Torino