In pericolo decine di ditte italiane per il «crack» di 4 aziende tedesche

In pericolo decine di ditte italiane per il «crack» di 4 aziende tedesche In pericolo decine di ditte italiane per il «crack» di 4 aziende tedesche I debiti in Italia delle società della Germania Occidentale superano il miliardo e mezzo di lire - Molte delle imprese danneggiate sono emiliane e toscane (Dal nostro corrispondente) Modena, 19 febbraio. Il fallimento a catena di alcune ditte importatrici della Germania Occidentale ha inferto un durissimo colpo a molte industrie manifatturiere emiliane e toscane, ed in particolare a quelle di Modena e di Carpi, dove l'industria delle confezioni ha avuto in questi ultimi anni un rigoglioso sviluppo. Il danno sofferto dalle aziende italiane si aggirerebbe sul miliardo e mezzo. Le prime avvisaglie del clamoroso « crack » si ebbero alla metà di settembre, quando la Boston Anusek, di Berlino Ovest, portò i libri contabili in tribunale con un passivo di un miliardo e mezzo. In questo dissesto furono coinvolte trentaquattro ditte italiane: 10 di Carpi, 3 di Modena, 4 di Reggio, 7 di Firenze, 2 di Bologna, una di Milano, una di Lucca, una di Forlì, una di Roma, 2 di Prato, una di Pistoia e una di Venezia. Qualche giorno dopo, le autorità tedesche comunicarono che i titolari della ditta di importazioni Moldok erano fug giti in Israele ed erano stati denunciati all'autorità diurìi ziaria per bancarotta. Anche questa ditta, come la Boston | tAdzgmlmldDspIietlivrszgrKLabiaMblcF tonelle. Anusek, importava manufatti dall'Emilia e dalla Toscana. A queste drammatiche notizie, il 3 febbraio se ne aggiunse un'altra che in un primo tempo non sembrò in relazione alle vicende dei fallimenti: l'arresto, ad opera dell'Interpol, di uno spacciatore di false obbligazioni svizzere, Danilo Ferroni, che era riuscito a truffare una ditta carpigiana per 700-800 mila lire. In seguito però si seppe che il Ferroni, con altri agenti, era in contatto con importatori tedeschi. Il 9 febbraio falliva un'altra grande ditta di importazioni di Monaco di Baviera, la Minerva, anch'essa in relazione d'affari con le industrie manifatturiere italiane. Sabato scorso un'altra notizia, non ancora confermata, è giunta ad incupire l'atmosfera: il fallimento della ditta Karl Mittmeyer General Wert. La conferma di questo ccrack» aggraverebbe i danni già subiti in provincia di Modena in seguito al dissesto delie aziende tedesche. La ditta Mittmeyer. infatti, sarebbe debitrice di 700-800 milioni di lire verso alcune fabbriche di ceramiche di Sassuolo e di Fiorano che producono mat- a. m.

Persone citate: Danilo Ferroni, Ferroni, Fiorano