Versati altri 36 litri di sangue

Versati altri 36 litri di sangue Versati altri 36 litri di sangue 11 alla Banca; 25 all'Avis - Oggi le donazioni continuano - «Bisognerebbe che si rinnovassero periodicamente per far fronte a tutte le esigenze» - Non importa a chi si dona: nel bene non esiste concorrenza Anche ieri, rispondendo allappello de La Stampa e a un nobile sentimento, parecchi cittadini hanno donato il loro sangue a chi soffre La « Banca » ne ha raccolti 11 litri (numerosi i bancari che hanno approfittato del sabato festivo); l'Avis 8 nella sua sede e 17 con l'autoemoteca dagli operai della Michelin in sciopero. Oggi la «Banca», presso le Molinettc, tiene aperte le porte dalle 10,30 a mezzogiorno: aspetta, fra gli altri, una comitiva di milanesi che si sono annunciati per telefono. Il Centro dell'Avis, in via Baiardt 39, funziona dalle 8.30 a mezzogiorno: attende, tra gli altri, un gruppo di taxisti che hanno preso una simpatica iniziativa. Ade 10 si riuniranno in piazzetta Reale e trasporteranno gratuitamente all'Avis i cittadini che si vorranno unire a loro per donare il sangue. Anche il Centro trasfusiouale del Maria Vittoria (via Cibrario 72) si tiene pronto ad accogliere chiunque voglia fare una donazione: è aperto, nei giorni feriali, dalli 9 alle 11. Le raccolte di questi ultimi giorni, se permeitono ai dirigenti dei Centri di guardare con tranquillità all'immediato futuro, non risolvono certo il problema. « Bisognerebbe — ci ha detto il prof. Peyrettl — che il contributo dei cittadini si rinnovasse ^triadicamente, iti modo da consentirci di fronteggiare a qualsiasi evenienza senza dissanguare i donatori: non dobbiamo sottoporli a ~ischi pericolosi ». Ci sono interventi chirurgici che richiedono decine ài unità di plasma; ci sono malattie che e a l a i . , r n e a i a o a l ) e i n , a. l e i à e possono essere validamente combattute soltanto con trasfusioni continue. E poi ci sono le richieste imprevedibili: incidenti, emorragie, parti drammatici. A Torino si effettuano in media da 2 a 4 trasfusioni l'anno per ogni posto-letto in ospedale, in America se ne fanno 14. E non è che da noi le necessità siano minori. Semplicemente, si rinuncia al sangue quando non è indispensabile. Talvolta accade alla « Banca > e all'Avis di lavorare .insieme; di rifornire a vicenda i chirurghi che devono operare; o addirittura di riunire le loro forze per raccogliere la quantità necessaria ai un sangue particolarmente raro. Le difficoltà sono le slesse, per la « Banca » e l'Avis. Uguali le tariffe, fissate dalla Prefettura, per ciascuna trasfusione: bastano appena a coprire le spese del lavoro. Purtroppo, questa fraterna collaborazione non sempre funziona. Accade a volte di notare quasi una sfumatura di l'valila tra una associazione e l'altra di donatori. Si era parlato lempo fa, di fusione. Non è indispensabile: in altri settori importanti della salute pubblica, enti con uguali finalità, ad esempio la Croce Rossa e la Croce Verde, collaborano per il bene del prossimo. I cittadini che in questi giorni versano il loro contributo alla « Banca » o all'Avis (come domani al Maria Vittoria) danno una lezione di saggezza e di equanimità. Soltanto la collaborazione delle forze può assicurare un servizio perfetto. Davanti aliasalvezza di una vita, non ci sono esitazioni, né calcoli.

Luoghi citati: America, Torino