Continuano gli attentali per impedire la costruzione dell'acquedotto di Palermo
Continuano gli attentali per impedire la costruzione dell'acquedotto di Palermo Iti Sicilia à pericoloso laeorare senza la «protezione» della mafia Continuano gli attentali per impedire la costruzione dell'acquedotto di Palermo La bomba lanciata contro la casa di un capo cantiere non è un episodio isolato - Jna impresa che costruisce una diga ha subito più gravi danni • Un'altra ditta ha dovuto sospendere i lavori di una strada - I criminali che controllano l'acqua non vogliono cedere - La vendono a prezzi di strozzinaggio agli agrico'tori che subiscono senza reagire (Dal nostro corrispondente) Palermo, 8 febbraio. Le indagini della polizia sul l'attentato dinamitardo contro l'abitazione di un capo-cantle-re dell'impresa che partecipa alla. costruzione del nuovo acquedotto palermitano, sono orientate verso determinati ambienti della mafia che esercitano un illecito controllo delle acque irrigue nell'agro palermitano. L'attentato è avvenuto la scorsa notte.- una bomba è scoppiata sulla terrazza dell'abitazione del geom. Riccardo Giannelli, di J,s anni, capo-cantiere di una grossa impresa che a Misilmeri esegue lavori appunto per il nuovo acquedotto di Palermo. L'esplosione dell'ordigno non 1 ha fortunatamente causato vit I time: i danni sono stati Hevis- 1 simi Anche quest'atto intimidatorio rientrerebbe, secondo la polizia, nel quadro della lotta che la delinquenza ha intrapreso contro l'acquedotto di Palermo per bloccarne i lavori in corso. L'azione criminosa, pur limitata al capocantiere della ditta, appare sostanzialmente rivolta contro l'impresa Ldb (Loi - Donato Brancato) che ha in appalto i tenori connessi alla costruzione del nuovo acquedotto. L'attentato st pptreóoe ricollegare alle analoghe intimidazioni subite in precedenza da altre due imprese edilizie, la tCosiac» e la <Tor di Valle-*, interessate, alla costruzione dell'invaso per le acque; mentre la Ldb provvede alla costruzione delle gallerie di raccordo. Le imprese che lavorano nella zona dove si trovano le principali sorgenti d'acqua, hanno subito continui attentati da parte di elementi della mafia locale i quali controllano, come abbiamo accennato, l'irrigazione di centinaia di ettari di terreno coltivati ad agrumeto e ritengono di venire « danneggiati » appunto dalla costruzione dell'acquedotto. Si ricordano a questo propo* sito recentissimi attentati alla ditta che sta costruendo la diga sul fiume Scansano, per l'appunto la < Cosino, l'uitimo dei quali particolarmente grave per l'esplosione di una bomba nella sala macchine del rimorchiatore *Le Cerfy e all'impresa romana « Tor di Valle », che stava costruendo una strada fra Misilmeri e Palermo, e ha dovuto sospendere i lavori e smobilitare i cantieri in seguito a una serie di attentati dinamitardi. Dopo gli attentati alla < Cosiac > e alla < Tor di Valle», sarebbe dunque ora la volta della ditta Loi-Donato Brancato che ha in funzione tre cantieri in provincia. L'intimidazione è stata rivolta contro il geom. Giannelli, ma indirettamente si intende colpire l'impresa, alla quale si vorrebbe imporre peraltro la concessione di sub-appalti ad improvvisate ditte gestite da mafiosi e l'assunzione di elementi associati a qualche « gang » di malviventi come guardiani dei cantieri edili. < Qumto sta succedendo ha dell'inverosimile », ha dichiarato in proposito l'amministratore delegato dell'impresa romana € Tor di Valle », intervistato dai giornalisti in merito agli attentati subiti nei cantieri di Misilmeri, dove l'impresa sta costruendo opere pubbliche appaltate per una notevole somma dalla Regione siciliana. « Noi siamo veramente spiacenti — ha proseguito l'amministratore — per gli operai che perdono il lavoro e che non hanno mancato di manifestarci la loro solidarietà, ma come possiamo andare avanti se non ci vengono concesse le necessarie garanzie? E' un problema che riguarda anche gli operai e la loro incolumità. Nelle rn..condizioni in cui siamo andati,avanti finora e con quanto è succèsso non ci sentiamo di .continuare ». <Il geom. Nigro, al quale è stata bruciata la macchina, è un siciliano e dopo l'attentato ci ha abbandonati. Il geometra che lo ha sostituito è un piemontese, ma ci ha detto chiaro e tondo che non si può lavora- re in queste condizioni. Oltre tutto — ha concluso il dirigente — capi e operai se vivono nella^paura rendono tutt'al più il cinquanta per cento. E i danni, chi li paga? Possiamo continuare a rischiare milioni? ». f. d.
Persone citate: Brancato, Giannelli, Loi, Nigro, Riccardo Giannelli
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