Non vanno d'accordo le donne parlando di se stesse alla tv

Non vanno d'accordo le donne parlando di se stesse alla tv Quattro gentili rappresentanti di partito sono comparse a Tribuna politica Non vanno d'accordo le donne parlando di se stesse alla tv La socialista Tullia Carettoni è stala polemica con Nilde Jotti e la democristiana Eletta Martini con l'una e l'altra - La signora Macrelli del partito repubblicano in contrasto con le altre tre ha concluso: « La donna non è un animale politico » (Nostro servizio particolare) Roma, 7 febbraio. Ciò che fanno le donne nei partiti politici e ciò che vorrebbero fare: il tema della trasmissione di questa sera di Tribuna politica (la seconda dedicata dalla televisione ai problemi femminili) era suggestivo e aveva anche, come lo stesso moderatore Vecchietti ha rilevato, una certa sfumatura polemica in quell'accenno « a ciò che la donna vorrebbe fare >. Le risposte per la verità non hanno dato ra gione alla malizia degli organizzatori. Le signore che hanno partecipato al dibattito — la professoressa Tullia Carettoni per il psi, la signorina Sletta Martini per la de, l'on. Nilde Jotti per il pei — si sono comportate in tutto e per tutto come al loro pasto si sarebbero comportati l'on. Nenni, l'on. Moro e l'on. Togliatti. Unica eccezione la signora Maria Teresa Bartoli Macrelli del partito re pubblicano, la quale ha am messo francamente che se è vero che le donne votano, sono elette, partecipano alla vita politica, in realtà < la,politica vera • propria resta giusta mente un monopolio dell'uo mo >. E ha aggiunto nella sua replica che « la donna è certamente simile, eguale all'uomo, ma non è un animale po litico >. DI diverso avviso si sono dichiarate le rappresentanti dei partiti di massa che hanno sottolineato concordemente il forte ruolo che hanno le donne nella società italiana. L'on. Nilde Jotti ha ricordato che il 30 per cento della manodopera è femminile e che quindi le donne hanno notevolmente contribuito al « miracolo > economico pagando per di più il sacrificio supplementare del lavoro domestico nelle condizioni spesso dure della società italiana. La signorina Martini ha comunicato che nella de ben 56 sindaci sono donne, che le consigliere comunali democrì stiane sono passate dalle 363 del 1946 alle attuali 1254, che 23 donne sono vice-sindaci 241 assessori. Con questo svolgimento del dibattito, le premesse, che erano state poste da Luigi Barzini invitato in qualità di « esperto>, si sono rapidamente perdute. Barzini aveva parlato di «donne che si interessano della tranquillità sociale » e di «uom'ni che fanno, o meglio facevano, le barricate» per constatare poi che un periodo di pace e di benessere come quello che 11 mondo attraversa vede la donna più a proprio agio La risposta è slata che esiste un senso di profonda insoddisfazione nelle donne per i pesi che ricadono sulle loro spalle a misura che esse intervengono più attivamente nel lavoro extra-domestico, men tre i servizi sociali migliorano troppo lentamente. Sono così scaturite le rivendicazioni femminili: una rete moderna di servizi sociali, asi li-nido °cuole materne, scuole dell'obbligo, la riduzione del l'orario di lavoro, la parità di retribuzio;... la pensione alle donne di casa, il mantenimen to del posto alle donne che si sposano. Su questi temi le partecipanti al dibattito si sono mostrate concordi, ma nuovamente divise poi nel delineare il quadro in cui l'emancipazione femminile va collocata. La socialista Tullia Carettoni ha detto che « l'emancipazione femminile è un problema a lunga scadenza e che non basta risolvere i problemi economici », tante vero che nei Paesi a democrazia popolare dell'Europa orientale, dove non è più in discussione l'emancipazione femminile, questa in effetti non esiste perché essa non può essere realizzata là dove non vi è libertà assoluta e assoluta democrazia» La on. Jotti ha subito reagito: «Ci sono molti difetti nei Paesi socialisti ma è certo che in essi esiste una realtà che nessuno può negare e cioè una società basata sull'eguaglianza e sulla giustizia sociale » La rappresentante del pei ha poi lanciato un appello alle altre dirigenti politiche, perche si esprima nei confronti del nuovo governo un impegno comune dei movimenti femminili sui problemi più urgenti delle donne. L'appello è stato esaminato e respinto dalla signorina Martini della de « perché quello che noi pensiamo debba essere lo Stato e la Costituzione non è quello che pensano l'on. Jotti e il pel ». Per la signorina Martini, inoltre, i problemi della vita familiare sotìo visti dalla de in modo diverso dai partiti di sinistra («pensate al divorzio », ella ha detto). Precisato in tal modo quello che la donna vorrebbe fare, un tentativo di indicare la loro funzione nei partiti è stato fatto dalla rappresentante democristiana, per la quale « il compito è di essere mediatrice fra il grosso elettorato femminile e il proprio partito, in modo che i grossi problemi delle donne possano essere risolti ». Ma, sostanzialmente d'accordo con questi compiti, la signora Bartoli Macrelli ha voluto ribadire alla fine che « donne e uomini, non mi potrete mai convincere che sono fatti nella stessa maniera e per identici fini ». Ed ha aggiunto: «Io irisisto nel dire che la donna non è un animale politico »: Fausto De Luca Maria Eletta Martini, da sinistra, Maria Teresa Barfoli Macrelli, Nilde Jotti e, di spalle, Tullia Carrettoni durante il dibattito alla tv in «Tribuna politica» (Telef.)

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