Un capitano di Rivoli accusato d'aver preso la cassa del reparto
Un capitano di Rivoli accusato d'aver preso la cassa del reparto Un capitano di Rivoli accusato d'aver preso la cassa del reparto Sarà giudicato venerdì a Cuneo per peculato, truffa e falso - Avrebbe sottratto alcuni milioni ■ Processato con lui un commerciante di Boves (Nostro servizio particolare) Boves, 3 febbraio. Dopo complesse indagini è stato rinviato a giudizio il capitano dell'esercito Armando Richelmi, di 44 anni, residente a Rivoli in viale Alpignano n. 31 accusato di peculato, malversazione,"truffa e falso. L'ufficiale sarà processato venerdì 9 febbraio ai Tribunale Penale di Cuneo. All'epoca dei fatti addebitatigli, vale a dire dall'autunno 1958 al marzo '60, il capitano Richelmi era comandante della 10a batteria gruppo Aosta del 1" Reggimento artiglieria di montagna, dislocata a Boves. Il 23 marzo 1960 l'ufficiale abbandonò il proprio posto di comando e scomparve per cinque giorni. Quando rientrò in caserma, il capitano appariva in preda a sintomi di intossi cazione da barbiturici. Una rapida ispezione contabile, ordinata dal comando del gruppo, accertò che mancava l'intero fondo di cassa, circa 700 mila lire. L'inchiesta della Procura militare, stabilì poi che il capitanò Richelmi aveva sottratto in poco più di un anno forti somme, per un totale di due milioni e mezzo Dalle indagini risultò che l'ufficiale si faceva rilasciare dai fornitori del reparto ricevute di pagamenti mai effettuati Secondo l'accusa, il cap. Richelmi saldava i conti gradatamente, in modo incompleto, adducendo il pnetesto della mancanza di fondi .Nella contabilità, egli avrebbe fatto figurare come regolarmente spe:f> le somme detratte ai for-itnri In particolare il capitano Richelmi è accusato dì peculato continuato per avere convertito a proprio profitto la sommi di 1.600.000 lire di proprietà dell'amministrazione militare, avuta in consegna quale comandante di batteria. Per occultare tali distrazioni di fondi, l'ufficiale avrebbe compiuto delle alterazioni contabili. Un'altra imputazione a carico del capitano è quella di malversazioni a danno di militari, per avere cioè sottratto 646 mila lire appartenenti! alla mensa e al circolo uffl-[ ciali, di cui il Richelmi era direttore. Inoltre è accusato di truffa perché compilò fatture fittizie alterando l'importo di quelle vere e procurandosi in questo modo un profitto di 240 mila lire. Infine, egli deve rispondere di falso per avere compilato ed essersi servito di fatture recanti la firma apocrifa di alcuni fornitori. Uno di questi è il commerciante Raimondo Cavallera, di Boves, che siederà sul banco degli imputati accanto al Richelmi. Il negoziante deve rispondere di truffa per avere concorso con l'ufficiale alla maggiorazione delle fatture relative alle proprie forniture, ri cavandone un profitto di cir ca 200 mila lire. n. m.
Persone citate: Armando Richelmi, Raimondo Cavallera, Richelmi
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