Campobasso, città sconosciuta

Campobasso, città sconosciuta "SIAMO TRASCURATI PERSINO DAL BOLLETTINO DELLA NEVE,, Campobasso, città sconosciuta Chiusa fra le aspre montagne dell'Appennino, sembra tagliata fuori della vita nazionale - Ha strade cattive, povere risorse, nemmeno una fabbrica; non la visitano né i turisti, né gli uomini d'affari - Ora sarà promossa al rango di capitale di regione; ma il Molise è una terra grama, che occupa uno degli ultimi posti nella scala dei benessere - In quel paesaggio da presepio, stanno scomparendo anche le pecore, private dei pascoli in pianura - L'antica tradizione sopravvive soltanto nella fama intatta degli zampognari Esiste, nel cuore della penisola, una regione praticamente ignorata, o dimenticata, dalla grande maggioranza degli italiani: il Molise. Il Mezzogiorno, con 1 suoi progressi ed i problemi insoluti, suscita da qualche anno un diffuso interesse; le aspre terre più a Nord, fra l'Adriatico e l'Appennino, sembrano del tutto trascurate. Campobasso, capitale della regione molisana, è forse la città più sconosciuta del paese: perciò abbiamo chiesto al nostro inviato di visitarla. (Dal nostro inviato speciale) Campobasso, febbraio. Tanto per cominciare, Campobasso, non è in pianura, ma a 736 metri di altitudine, nel cuore aspro del llllllllllillilllltlllllltlllllllf llllllllllltllllllllllllll Molise: l'ingannevole nome di Campobasso pare derivi dalla fusione di Campus Vassallorum. Ogni tanto, gli eruditi propongono di ribattezzare la città in modo che il suo nome suoni più gradevolmente. Ma quale nome nuovo si può dare ad una città di mille anni? Fu proposto tMolisia», oppure « Pentria », perché era qui che si annidavano i sanniti pentrii, che fecero tribolare le legióni di Roma. Ma gli anni passano, gli eruditi disputano e Campobasso continua la sua vita oscura. Abbiamo trascorso alcuni giorìli in questa città, bloccati dalla mala stagione. Il llllllllllllllllllllf llf ■lllllllltllllllltlllllllllllllll* * a o i e i , , , e a Molise era avvolto da una bufera di neve, e non era la neve di Courmayeur o di Cervinia, popolata di sciatori; attraversata da funivie e seggiovie; neppure neve di città, che, appena caduta, subito arrivano gli spalatori a rimuoverla, e l'indomani i giornali si lamentano che non si è fatto abbastanza presto. Questa è neve di poveri, abbondante, tenace, che resterà, senza macchia, per lungo tempo, sulle strade. Nel cuore dèi Molise, vedevamo neve e neve allo stato naturale; e la sera, a tender l'orecchio verso le buie lontananze dei monti, pareva di udire remoto l'ululare dei lupi. Che cosa siamo venuti a fare a Campobasso} Amedeo Giacconi, guardia municipale, si interessò lungamente alle ragioni del nostro viaggio, ma lo lasciammo senza che gli fossero schiarite le idee. E' inconcepibile che un viaggiatore, se non è bloccato dal maltempo, se non è rappresentante di medicinali o di formaggini del Nord, scenda e si fermi in una Campobasso irriconoscibile sotto l'infuriare della nevicata. A Campobasso non arriva nessuno. Non succede nulla, da trenta anni a Campobasso non succede nulla. L'ultima novità fu quando Mussolini la -proclamò, come un elogio, « provincia ruralissìmay; ma se oggi Campobasso è la provincia più lontana dall'aria di « miracolo » che soffiai dalle Alpi in giù, è perché il Molisano paga lo scotto della sua ruralità, al superlativo. Non c'è un solo pennacchio di ciminiera in tutto il territorio, non un sibilo di sirena industriale. Statistiche alla mano, l'abitante del Molise fuma metà tabacco dell'italiano medio di ogni altra regione; spende, in spettacoli, due terzi di "meno; il suo reddito aumento- molto meno che altrove, sicché troviamo la provincia in coda, nella graduatoria del benessere, aU'84" posto. E' in testa soltanto nelle statistiche della disperazione: nel Molise si hanno indici tra i più alti, proporzionalmente, nelle scommesse del Totocalcio. Si parlò di Campobasso questa estate, quando il Parlamento votò la legge che stacca il Molise dall'Abruzzo. Il capoluogo di provincia, 34 mila abitanti (senza contare gli irregolari), 21 vigili urbani, 3 semafori, 122 chilometri da Napoli, 260 dall'Aquila, fu dichiarato capitale del Molise. La ventesima regione d'Italia veniva ufficialmente costituita con il solo territorio della provincia di Campobasso: 443 mila ettari di montagna e di collina. Nemmeno una spanna di pianura. Perché il Molise si è staccato dall'Abruzzo t Perché, questo desiderio di essere regione, in un mondo che "-mai si organizza in unità sovranazionalit Ci sono morivi ai carattere sentimentale e di carattere amministrativo. Il Molise è^oggi come un corpo, le cui membra sono spartite tra quattro o cinque regioni, otto 0 nove capoluoghi: a Chieti, all'Aquila e a Pescara si va per gli affari che concernono monumenti, belle arti e patenti automobilistiche: a Bari per il distretto militare, a Benevento per gli uffici finanziari, a Foggia per il patrimonio demaniale, ad Ancona per gli affari marittimi (il porto di Termoli è l'unico sbocco al mare del Molise); per le opere pubbliche e per la Corte d'Appello si luminimi iiiiiiiiitiiiiiiiiiiiHiniiiiiiiiiiiiiiiii presentato un secolo fa, • ancora dorme. Questa sonnolenza uccide ogni proposito di trasformazione. Di generazione in generazione i campi si fanno sempre più avari e più piccini. Nel Molise, il reddito per ettaro coltivato è di 65 mila lire all'anno, contro le 300 mila, le 400 mila della pianura padana. Si hanno campagne di quattro ettari, frazionate persino in centoventotto < corpi ». Ma perché non coltivano pioppi, o barbabietole, o non allevano bovini o pecore? E' tempo di vacche magre per il contadino molisano, da sette anni le avversità, stagionali gli devastano ì raccolti. Seminare il grano non osa, per timore di dovere poi andare a comperare il pane a credito; di mettere su stalla, non ha i mezzi. Un tempo il Molise era regione pastorale per eccellenza: i suoi zampognari sono famosi nelle pianure del Sud. Ma le greggi sono quasi sparite, sono cancellati i fratturi antichi attraverso cui lo pecore discendevano alla pianura: i verdi pascoli degli Abruzzi, della Campania, delle Puglie sono spezzettati, recintati, ciascuno con la casetta del nuovo proprietario, insediato dall'Ente riforma. Le pecore del Molise non trovano più pastura e scompaiono. Restano le zampogne, nel patrimonio del paese; e la salsicce di Capracotta, le mozzarelle di Vastogirardi, i coltelli di Agnone, i prosciutti di Boiano, la voce di Toni Dallara (il più famoso tra i molisani d'oggi), i gruppi folklorisiici, l'inverno di una volta e il duro clima di montagna. Ma c'è qualcosa ancora, che i censimenti non registrano: è gente che ha sempre dato alla nazione, con generosità e in silenzio. Campobasso, con Vercelli, ha il primato più sofferto, trenta medaglie d'oro, di guerra in guerra. Gigi Ghirotti JIOMA- o \Csmpobdèso Prosinone, o < .o_ i Lghna-v, .w Caserta o ^-v.--. •>—•—-N Ti kNapoli c-Avellino oSalemio °PÓtehzac Taranto. J va a Napoli; le ferrovie sono smembrate tra Benevento e Ancona. Non esiste un centro motore di tutte le attività. Campobasso si trova nel fondo del sacco, senza che nessuno se ne curi. A Torino, durante l'esposizione di « Italia 61>, il Molisesi presentò a fianco dell'Abruzzo: le ragazze in costume erano le sue, ma furono scambiate per abruzzesi, e anche quella occasione fu . dunque perduta per l'eterna Cenerentola. Non basta? Quando il Presidente della Repubblica fece visita alla regione Abruzzi e Molise, Campobasso fu inspiegabilmente cancellata dall'itinerario. Tutto questo potrà sembrare insignificante, a chi sta vicino ai centri del potere: ma a Campobasso tutto conta, tutto contribuisce a formare il complesso della frustrazione e dello scoramento. « Volete sapere di più? — ci dice Amedeo Giacconi. — Quando qui fa freddo, e le strade sono bloccate sotto un metro di neve, almeno allora ce lo meriteremmo o no, di comparire sui giornali? Persino i bollettini del maltempo ci ignorano!». Cosi ha scelto di diventare regione, in un'Italia dove l'ordinamento regionale non c'è ancora. La legge deve essere approvata in seconda lettura; ma, se non ci saranno ostacoli, in primavera il Molise diverrà la 20' regione del paese. Con quale dote si presenta in famiglia? Vestito dimessamente, a cavallo di un mulo o di un asino. Appena attraversato il fiume Fortore, chi viene dalla Puglia depressa si accorge di uno sprofondamento improvviso. La nuova regione comincia a mostrare il suo volto: gruppi di contadini marciano a filo di strada, su cavalcature affardellate, massaie che vanno o tornano dalla fontana con l'anfora di rame in testa. I paesi (126 comuni) sono raggruppati per lo più i ocuzzoli, a grande distanza l'uno dall'altro, le case accavallate, quasi l'intera comunità vivesse rappresa in una raccolta fratellanza, sotto un unico tetto, con le strade per corridoi e, per salone, la piazza, dove i bambini si rincorrono tra lo starnazzare delle galline. E' un paesaggio presepiale, che si mantiene intatto per la mancanza di qualsiasi spìnta allo sviluppo economico. A Jelsi, entriamo in un vecchio caffè, la clientela si scalda i piedi, seduta a cir- iiiii imiiiiiiiiiiiiiiiiiimmiiiiiiiriiiiimiia colo intorno ad un largo braciere di ottone. E' gente cordiale, che subito ti offre una seggiola vicino all'unica fonte di calore, e accetta conversazione. Ci dice il vecchio medico, dott. D'Amico, che il paese aveva sessantanni fa quattromila anime, anche oggi ne ha quattromila. La popolazione emigra; va lontano: Canada, Venezuela, Argentina, Stati Uniti, e spesso ci resta tutta la vita, oppure ritorna nell'età del tramonto, ad aspettare la fine. E' la solita fuga dei più giovani e dei più intraprendenti: in dieci anni sono uscite dal Molise oltre 35 mila persone. Uno degli aspetti più crudeli della vita quassù, è l'isolamento. Di autostrade e superstrade che dovrebbero mettere la regione sull'asse delle grandi vie di transito, si parla da decenni; della ferrovia diretta da Roma a Bari, via Campobasso, il primo progetto fu

Persone citate: Amedeo Giacconi, Boiano, D'amico, Gigi Ghirotti, Mussolini, Toni Dallara