Carri armati, squadroni di agenti e soldati a Parigi per prevenire il complotto fascista di Sandro Volta

Carri armati, squadroni di agenti e soldati a Parigi per prevenire il complotto fascista Energica reazione di De Gaulle di fronte alfa minaccia sovversiva Carri armati, squadroni di agenti e soldati a Parigi per prevenire il complotto fascista Scoperto un piano dell'Oas per conquistare il potere: oggi e domani, terroristi e sicari giunti dall'Algeria avrebbero dovuto spargere il panico nella capitale con omicidi ed attentati - L'intervento dell'esercito avrebbe favorito la guerra civile - Arrestati dieci assassini di professione: fra di essi un ex-pasticciere che appiccò il fuoco al Parlamento - Lunedì De Gaulle parlerà alla nazione (Dal nostro corrispondente) Parigi, 1 febbraio. Numerosi spagnoli e tedeschi, disertóri"'della Legione straniera, erano arrivati nelle ultime settimane a Parigi alla spicciolata, con il compito di spargere il terrore nella capitale. L'organizzazione terroristica dell'ex-generale Salan si serviva di loro non soltanto per compiere gli attentati dinamitardi, ma anche per assassinare gli esponenti democratici e per creare una situazione che avrebbe dovuto esautorare completamente i poteri pubblici e demoralizzare la popolazione. Delinquenti professionali, ognuno di loro ha già compiuto numerosi omicidi in Algeria: a Parigi, le loro violenze avrebbero dovuto culminare nelle giornate di sabato e domenica, ossia, alla vigilia del giorno in cui il generale De Gaulle si rivolgerà al popolo attraverso la radio e la televisione. Il piano di Salan era infatti di creare uno stato di anarchia tale da giustificare l'intervento dell'esercito per ristabilire l'ordine. La conquista del potere sarebbe così avvenuta senza bisogno di insurrezione. Il , prolungato assenteismo delle autorità aveva favorito la preparazione di questo piano, che, qualora fosse arrivato a compimento, avrebbe gettato la Francia in una situazione dalla quale sarebbe stato difficile risollevarsi. All'ultimo momento, però,\ c'è stata una energica reazione dei poteri pubblici^ i quali sembrano ormai veramente decisi a liberare il paese dalla malavita politica che stava per impadronirsene. Dieci assassini professionali sono stati infatti arrestati fra ieri e oggi a Parigi e una trentina di sospetti sono stati fermati per accertamenti. Il più importante di questi arresti, dopo Philip Castille, arrestato martedì sera, è quello di Marcel Bouyer, sul quale gravano fra l'altro forti indizi di essere stato, il SI marzo 1961, l'uccisore del sindaco di Evian. Egli ha confessato di avere posto la bomba che nel 1956 distrusse le toilettes di Palazzo Borbone e di avere appiccato il fuoco allo stesso palazzo, sede dell'Assemblea nazionale, il 24 marzo 1961; numerosi altri attentati terroristici gli sono d'altronde imputati. Marcel Bouyer è un ex-pasticciere di 42 anni, grassoccio e molle come le creme delle sue torte. Venne eletto deputato l'anno in cui Pierre Poujade riuscì a mandare una trentina di bottegai in Parlamento e la sua attività di deputato si manifestò più che altro con gli attentati contro la sede della rappresentanza della nazione, ciò che non gli impedi di diventare vicepresidente del gruppo parlamentare poujadista. Fu sconfitto nelle elezioni successive, ma ormai aveva preso il gusto alla politica e alla violenza e non se la sentì di ritornare nella pasticceria di provincia, a Royan, dove aveva trascorso pacificamente gli anni della giovinezza. La pasticceria fallì e Bouyer, perseguitato dai mandati di cattura, fuggì in Spagna sotto il falso nome di Claude Gelée. A Madrid, incontrò Salan, Lagaillarde e gli altri capi fascisti che, protetti dalla polizia di Franco, preparavano la rovina della Francia. Nel gruppo dei traditori, l'ex-pasticciere era tino dei più estremisti; insieme al caffettiere Ortiz, spinse Salan ad adottare la politica dell'azione terroristica. Ero però un elemento pericoloso per gli stessi fascisti, i quali, per liberarsene, convinsero le autorità spagnole a internarlo ad Astorga. Ma Bouyer aveva forti protezioni nella Falange, che riuscì a liberarlo e a farlo rientrare clandestinamente in Francia con documenti falsi intestati a vari nomi. La sua attività si rivolse 'allora a riorganizzare gli ambienti che avevano costituito la forza del poujadismo, facendoli convergere verso l'Oas. Salan, che in Spagna aveva diffidato di lui, gli dava ora incarichi di grande fiducia, facendone uno dei capi dell'organizzazione criminale nella metropoli. Oltre all'organizzazione degli attentati terroristici, l'ex-pasticciere redigeva la maggior parte dei manifestini sovver-' sivi diffusi alla macchia, manteneva i collegamenti con le cellule clandestine e con le organizzazioni fasciste all'estero, principalmente nel Belgio e in Spagna, trasmetteva agli attivisti gli ordini dell'ex-generale. Una corrispondenza particolarmente intensa era quella che manteneva con Philip de Massey, un industriale di Lilla, rifugiato a Milano dopo le barricate del gennaio 1961; non si conosce però l'argomento delle loro lettere. La rapidità con cui la polizia sta smantellando le organizzazioni fasciste sembra dimostrare una volontà che prima d'ora non si era mai manifestata da parte delle autorità. « La lotta contro l'attivismo terrorista — scrive a questo proposito Le Monde — era dunque una questione di volontà perché, appena questa volontà è stata proclamata dal governo, la polizia ha segnato dei punti seri contro l'Oas». Nei giorni "scòrsi, l'èx-presidente del Consìglio Georges Bidault aveva- fatto pubblicamente l'elogio di Salan, definendolo « uomo coraggioso, prudente, saggio », e Le Monde ora commenta: « Un uomo coraggioso colui che dal suo nascondiglio ordina di ammazzare nell'ombra degli ufficiali o corre ogni giorno il rischio di uccidere degli innocenti t Uomo prudente colui che affida a condannati di diritto comune il compito di gettare nel crimine dei giovani dentati dall'avventura f È, poiché egli ha trovato difensori tanto a destra quanto a sinistro, anche uomo saggio, forse t ». Le Monde conclude: « Liberi gli uomini politici di dissertare sulle virtù repubblicane dell'ex-generale, liberi certi ufficiali di proteggerlo per solidarietà di corpo, liberi i giudici di assolverlo, quando verrà il momento, in considerazione dei servizi che ha reso nel passato. L'opinione pubblica lo considera ormai quello che è: il capo e il ' complice dei vili, degli assassini o dei folli ». Il severo commento del giornale è rivolto contro i tentennamenti che si .erano manifestati, ; non soltanto in qualche settore della pubblica amministrazione, ma anche in certi ambienti parlamentari, che vanno dai cosiddetti indipendenti ad alcuni deputati del partito socialista di Guy Mollet. La situazione sembra comùnque che stia capovolgendosi e, se le misure prese dal govèrno continueranno a venire applicate con altrettanta energia, il pericolo fascista dovrebbe considerarsi ormai su perato. Ciò non ■ toglie che enormi forze di pubblica sicurezza continuino ad affluire a Parigi per affrontare qualunque eventualità nelle giornate di sabato e domenica. Due squadroni di gendarmeria mobile con sedici carri d'assalto ciascuno, cinque compagnie di C.R.S. (Compagnie repubblicane di sicurez¬ za) con una forza di circa 780 uòmini, trentadue reparti di automitragliatrici sono in marcia sulla capitale per venire ad aumentare in quella occasione le già imponenti forze che garantiscono la difesa della Repubblica. Sandro volta