L'insidiosa campagna di Mosca per staccare Bonn dall'Occidente di Enzo Bettiza

L'insidiosa campagna di Mosca per staccare Bonn dall'Occidente I russi lanciano l'offensiva della seduzione L'insidiosa campagna di Mosca per staccare Bonn dall'Occidente Per ottenere l'amicizia dei tedeschi, radio e giornali offrono scambi commerciali, promettono la riunificazione, blandiscono i militari - «Il vostro vero interesse — proclamano — è l'alleanza con i'Urss» • Rimanendo con gli alleati, la Germania rischerebbe invece la distruzione atomica (Dal nostro corrispondente) Mosca, 30 gennaio. Dopo un breve periodo di perplessità, i propagandisti di Pankow si sono allineati mol to elasticamente all'offensiva di seduzione lanciata da Mosca verso la Germania Occidentale e, in quanto tedeschi, hanno messo subito il dito su un suggestivo tasto storico. La Neues Dcutschland, organo centrale del partito comunista della Germania Est, in uno dei suoi ultimi numeri, ha pubbli cato una vignetta in cui un gi gantesco Bismarck, afferrando per il collètto un minuscolo Adenauer in fuga verso Occl dente, lo solleva in aria e lo ammonisce: « Fermati, non correre da quella parte! Hai dimenticato che il meglio del la politica bismarchiana fu la sua alleanza con la Russia? >. La spregiudicata rievocazione del grande reazionario che creò il Reich <col ferro e col sangue », e che la piccola enciclopedia sovietica definisce « rappresentante della grande borghesia», si basa su un evento che la stessa' enciclopedia pudicamente tace: il fa moso « trattato di controassi curazlone» che Bismarck firmò in segreto con la Russia il 18 giugno 1887, un'operazione diplomatica che 52 anni, dopo doveva servire da falsariga a Ribbentrop e a Molotov. • Anche se Mosca non si spinge al punto di nominare apertamente il Cancelliere di ferro, e tanto meno il giustiziato di Norimberga, le loro ombre so no presenti sullo sfondo della abilissima orchestrazione avviata per convincere i politici di Bonn ed il pubblico tedesco, della necessità di ripercorrere certi passaggi obbligati se vogliono intraprendere una politica estera realistica ed autonoma nei confronti dell'Urss. Non a caso il tedesco orientale Kegel, ministro plenipotenziario al ministero degli Esteri di Pankow, è divenuto il propagandista più impegnato della nuova svolta sovietica. E' la competenza di Kegel sulla materia, che ne determina l'impegno. Egli, alla epoca in cui Ribbentrop firmò Il patto con Molotov, faceva '.- parte AeWéquIpe dell'Ambasciata tedesca a Mosca. Ciò che invece la propaganda sovietica cita ormai senza remore, è lo < spirito di Rapallo », esemplo storico che, impegnando una Russia appena uscita dal cataclisma della rivoluzione, e una Germania democratica nata dalle rovine della prima guerra, è meno compromettente degli altri due. Non ancora due settimane fa radio Mosca nella sua trasmissione in lingua tedesca annunciò, improvvisamente, che lo < spirito di Rapallo non è per nulla invecchiato ». La situazione — soggiunse lo speaUer — è in effetti diversa da quella del 1920; tuttavia < il trattato di Rapallo, in sé, è oggi un documento storico, ma un'applicazione nuova e creativa dei suoi principi fondamentali non sarebbe priva di utilità. E quei principi — spiegò — richiedono prima di tutto l'eliminazione dal rapporti tedesco-sovietici del gioco incosciente di terze Potenze». La conclusione fu che « il nuovo anno potrebbe facilmente segnare uno scatto nelle relazioni sovietiche con la Germania Occidentale». Le ultime reazioni tedesche dimostrano che gli inviti al realismo bismarchlano, 1 richiami alla suggestione di Rapallo, non cadono nel vuoto. Die Welt, facendo il duetto con l'emittente di Mosca, ha ripetuto che si avranno probabilmente conversazioni bilaterali entro l'anno; Christ und Welt, la più importante pubblicazione protestante tedesca, ha scritto che sarebbe « perfettamente assurdo » che Bonn si dichiarasse < incompetente > aul negoziati diretti con I'Urss. Poi le recenti dichiarazioni del liberale Mende e del socialdemocratico Wehner, le oscillazioni di molti esponenti del Bundestag, hanno conferito una più autorevole veste politica al dialogo. Constatata l'accoglienza, ora Mosca prosegue in tutti i toni possibili la politica^ del riavvicinamento psicologico. Se continuano cosi — notava un diplomatico tedesco l'altro giorno — finiranno per scoprire che la signora Maria Blank, madre di Lenin, era una tedesca del Volga, che il prussiano Clausewitz militarizzò le idee politiche di Lenin, che i generali sovietici Prunze e Bluecher, erano di origine prussiana, che lo stesso Marx, in fondo, era un borghese renano... Una tendenza ad accennare alla grandiosità formativa esercitata dal pensiero, dall'arte politica e militare della Germania sulla Russia moderna, si manifesta per ora fra le righe; più efficacemente però, si insiste sui temi attuali: il commercio, la Nato, la riunificazione. Alle lusinghe storiche, alle offerte commerciali, alla promessa della riuniflcazione, ai complimenti elargiti perfino a certi militari, come il capo di Stato Maggiore della Repub¬ sBU blica di Weimar, Sekt, fautore dell'alleanza con la Russia, si oppongono minacce rivestite di considerazioni umanitarie. L'emittente in lingua tedesca avvertì il 20 gennaio che per scatenare una catastrofe, di cui la Germania sarebbe la prima e più tragica vittima, basta che un ufficiale ameri cano perda i nervi o beva un bicchiere di whisky in più: il territorio tedesco diverrebbe automaticamente una ecatombe. La Germania attirerebbe come una calamita tutti 1 mis sili sovietici. Anche i bombardieri americani, che sorvole rebbero continuamente il territorio tedesco carichi di atomiche, sono stati evocati: < Cosa accadrebbe se uno di que sti apparecchi precipitasse per incidente su una vostra città? Non è questo, forse, un vivere in un cratere di un vulcano? ». Ogni tasto, dall'orgoglio nazionale al terrore, è sfiorato con accortezza. Il piano organico di questa propaganda si sviluppa con estrema precisione, è perfezionato in ogni particolare, e senz'altro aumenterà di tono, di proposte, di promesse, sorprendendo sempre più l'opinione mondiale e quella tedesca innanzitutto. Comunque, non è che una faccia della medaglia: sull'altra, non destinata ai tedeschi, proseguono le accuse contro Adenauer, Strauss, Heuslnger: destinatari di questa campagna antitedesca, che paradossalmente corre insieme con quella fllotedesca, sono gli Inglesi, gli americani e i francesi. Enzo Bettiza