Un moderno, ma senza stramberie

Un moderno, ma senza stramberie ARTI B D ARTISTI Un moderno, ma senza stramberie Non s'è mossa d'un filo dalla verità la bella critica che in un libro pubblicato a Torino da Mario Becchis una ventina d'anni fa, Nino Bertocchi, pittore eccellente e finissimo esegeta prematuramente sparito, faceva dell'arte di Luigi Bartolini: «Ha la immediatezza di una grafia geniale e, insieme, la complessità di un linguaggio ricchissimo di apporti culturali. Trascrive in vitalissime sintesi i più ardenti stati di un animo aperto a tutte le commozioni e rispecchia il perpetuarsi, per vie misteriosissime di una eredità che diremmo fisiologica, di modi interpretativi delle forme che appartennero a grandi artisti del passato ». Un vero moderno: cioè non l'eversore brutale o goffo od ignorante (tipo Dada) della lenta costruzione di mirabili culture, bensì il rinnovatore con accenti originali dell'antica eterna poesia, conscio degli immensi beni affidatigli da una tradizione stupenda. Perciò in un tempo che volentieri scambia le stramberie più idiote, cosi facili da inventare, con i segni della genialità, poco si parla di Bartolini; egli non bucherella o tagliuzza cartoni, non fabbrica quadri di stracci o dì schegge bruciacchiate, non impasta sabbia o detriti di fonderie sulle tele, non le carica di colaticci cromatici, non graffia fondi di color nerastro con segnetti cabalistici, soprattutto con le sue chiare limpide opere non dà pretesto a divagazioni pseudo-letterarie che per analizzare un quadro risalgono ad Adamo ed Eva, chiamano in questione la libertà dell'uomo, il mistero del cosmo, la storia delle filosofìe, l'angoscia del presente e le prospettive scien'.iflche dell'avvenire, invocano un'arte « altra » perché noi tutti, si sa, siamo di giorno in giorno «altri». Egli guarda lo spettacolo del mondo, liricamente lo interpreta e ricrea, dà vita a immagini significanti dalle quali i sentimenti affiorano con eloquente immediatezza. Davvero non vai la pena di parlare di lui. E' soltanto uno schietto pittore, un magnifico incisore. Non un trombettiere di «messaggi ». Comunque non sarà tempo sprecato una visita alla sua mostra nella galleria « Narciso ». Non foss'altro per convincersi che se la pittura dei Fauves fosse nata in Italia, Bartolini ne sarebbe il più legittimo erede: vale a dire con l'eco della tradizione ottocentesca nostrana, così come il « fovismo » è il traguardo ultimo della tradizione ottocentesca francese; sì che non si capisce perché Lionello Venturi abbia scritto che « la sua cultura è molto ampia, anche se non bene organizzata, ma incide di rado nelle sue creazioni ». C'è invece in lui un'organizzazione culturale compiutissima, nella quale il suo estro trova contemporaneamente alimento e misura. Quanto alla sua attività d'incisore, con ampiezza documentata dalla mostra, dovrebbe esser superfluo riaffermare la sua supremazia nella grafica italiana. Accanto, non certo al di sotto di Morandi, nella identificazione perfetta della tecnica con l'arte. Ma con una apertura poetica più ampia, più varia di motivi; ed una ricchezza di sensi che non si spegne, come nel bolognese, nel rigore quasi metafisico dello stile. Una nota per la rassegna di « Pittori italiani dell'Ottocento » allestita come tutti gli anni, dal 1947, con la consueta prudenza e dignità dalla galleria Fogliato, oltre cento dipinti dei quali molti notevoli, alcuni eccellenti, ed anche rari, come il Paesaggio svizzero del valentissimo Edoardo Perotti, del 1850. Si va dicendo che la pittura ottocentesca italiana -è in declino nel collezionismo. Frottole. Si gridan sopra i tetti i prezzi toccati nelle aste da certa pittura d'oggi, specie di strepitosa « avanguardia », e gli ingenui non avvertono che spesso si tratta di abili manovre per « valorizzare » mercantilmente determinati autori. Il fatto è che il mercato dell'Ottocento italiano ama (non si sa perché) circondarsi di silenzio e di mistero. Nessuno dice che Pellizza da Volpedo sale senza sforzi ad otto o dieci milioni, e — più vicino a noi — Spadini a quindici e passa. Spadini è contemporaneo di Derain, Segonzac, Vlaminck. Loro prezzi strombazzati da Connaissance de* Arts: 10, 14, 17 milioni di vecchi fran- chl- mar. ber.

Luoghi citati: Adamo, Italia, Torino, Volpedo