Nuvole e vento a Cape Canaveral hanno tatto rinviare il volo di Glenn di Antonio Barolini

Nuvole e vento a Cape Canaveral hanno tatto rinviare il volo di Glenn Cinque ore di estenuante attesa alla base americana Nuvole e vento a Cape Canaveral hanno tatto rinviare il volo di Glenn Il «conteggio alla rovescia» è stato interrotto due volte per lievi inconvenienti tecnici poi definitivamente sospeso per un improvviso peggioramento delle condizioni atmosferiche - Fissato a giovedì o venerdì il prossimo tentativo - Deiasione di settantacinquemila persone convenute nel « centro spaziale » della Florida per assistere alla partenza del gigantesco missile - L'unico commento del colonnèllo dei marines è stato: «Bene, sarà per un altro giorno» (Dal nostro inviato speciale) Cape Canaveral, 27 gennaio. Abbiamo avuto due delusioni: l'astronauta Glenn non è partito per il suo viaggio orbitale intorno alla Terra, a causa del tempo burrascoso e delle nuvole (circa 200 chilometri quadrati di vapori) che, stamane, ostruivano la visuale del cielo di Cape Canaveral. Inoltre il dispositivo, lanciato ieri, con il proposito di toccare la Luna, ha raggiunto un impulso di velocità troppo superiore al previsto, spostando i termini della traiettoria, in modo tale che non approderà alla Luna, ma la sorpasserà a una distanza variabile dai 30 mila ai 50 mila chilometri. Probabilmente entrerà in orbita solare. Ma parliamo del tenente colonnello Glenn. Égli, stamane, alle 10,25 (in Italia erano le 15,25), è uscito dalla capsula spaziale, dov'era entrato alle ore 5,12. Poco dopo — e precisamente alle 10,46 — scompariva dietro la porta dell'Ttangar < S », dalla quale era uscito esattamente sei ore prima e dove ha anchr le sue personali stanze residenziali. Il suo unico commento è stato: < Bene, sarà per un altro giorno >. Glenn era entrato nella capsula spaziale allegro, sereno e fiducioso. Ne è uscito allegro, sereno e fiducioso, dopo esservi rimasto chiuso dentro 5 ore e 13 minuti. Con questa lunga permanenza ed attesa, ha superato di circa un'ora la permanenza e l'attesa nella capsula spaziale che furono necessarie, prima di effettuarne il lancio, per i due suoi compagni, Alan B. Shepard e Virgil I. Grissom, i cui espe rimenti, però, sono stati bali stici e non orbitali. L'ordine di sospensione dell'operazione è stato dato alle ore 9,10, quando mancavano appena venti punti al conteggio dall'ora zero, fissata per la partenza del razzo. L'attesa aveva finito con l'essere esasperante per i tecnici, per i giornalisti raccolti sul breve palco nudo, freddoloso ed umidiccio', à pìrca un chilometro dalla : : Riàitaforma di lancio. Per le migliaia di fotografi, tecnici televisivi, e curiosi (circa 75.000) che assiepavano la spiaggia e che, tutti, avevano fatto un'alzataccia per essere pronti a osservare 10 spettacolo da posizioni di privilegio. Alle 7,30, l'ora stabilita per 11 lancio, il cielo era sereno. Ma il lancio non potè avvenire per sopravvenuti inconvenienti tecnici, di ordine minore. Il conteggio alla rovescia era stato perciò interrotto prima alle ore 7,45, poi alle 7,55 Poi ancora, visto che il cielo st era annuvolato, si è posposta l'operazione alle ore 8,40. Quindi alle 9,20. Se non che, alle 9,10, è stato diramato l'annuncio della sospensione dell'esperimento a data da fissarsi e subito i tecnici cominciavano a scaricare dal missile l'ossigeno liquido caricato in nottata. L'operazione, molto delicata e pericolosa, veniva annunciata in distanza dal levarsi d'una densa nube di vapori attorno al missile. Soltanto a questo momento l'astronauta poteva uscire dalla < capsula > Si precisa che, al momento del lancio, è indispensabile poter avere il cielo perfettamente sereno su Cape Canaveral, perché, altrimenti, gli osservatori non possono rendersi esattamente conto dell'andamento del volo, né decidere l'eventuale uso del sistema di salvataggio e di emergenza dell'astronauta, in caso di irregolarità. Il regolamento del-' la « Nasa » poi prescrive che nessun lancio può essere effettuato se non si è sicuri che le macchine fotografiche sono in grado di riprendere i due primi minuti di fase operativa. Un comunicato della < Nasa » diramato più tardi (nel primo pomerìggio) ha precisato che il nuovo tentativo di lancio non sarà effettuato prima di giovedì 1° febbraio e non dopo venerdì 2. Se anche venerdì non fosse possibile effettuarlo, si dovrà rimandare il tutto ancora per qualche po', dato che le navi di assistenza, ora in mare, debbono rientrare nei porti per rifornimento. Glenn e il suo eventuale sostituto, Scott Carpenter, avevano cominciato la loro giornata alle ore 2 a.m. Erano stati svegliati dopo sei ore di sonno. Avevano fatto colazione alle ore 2,23 (succo d'arancia, due uova strapazzate, pan tostato e marmellata II generale David M Shoup. comandante del corpo dei Marines, ha fatto loro la sorpresa di una visita). Quindi, alle 2,47, erano stati visitati dai medici che, fino alle 3,22, 11 avevano sottoposti a una Intrica' tissima serie di prove e di rea zioni psicosomatiche. A quesfora, avevano comincialo a indossare la tuta d'argento che fu pressurizzata tra le 4,13 e le 4,35. Alle 4,46, 1 due erano usciti dell'hangar « S > per raggiungere in un autocarro bianco, specialmente attrezzato, la piattaforma di lancio. A questo punto, Glenn era entrato nell'ascensore n. 509 che lo .aveva portato all'undicesimo piano della torre di lancio e cioè all'imboccatura della capsula, dove si era infilato e dove — si è detto — rimase rinchiuso fino alle 5,12. Questa la cronaca della, mattinata. Abbiamo anche detto che è stata deludente, soprattutto per il fatto che tutto aveva cominciato a funzionare in modo perfetto. Perciò ci si era illusi che fosse la volta buona. In questo senso, delusi furono il Presidente, a Palm Beach, i familiari di Glenn, quanti abbiamo descritto dianzi e l'America intera.' Sia chiaro, però, che si tratti di una delusione, al solito, all'americana, cioè ottimistica. In proposito, si ricorda (risulta dalla biografia) che Glenn, uomo molto religioso, prima di accettare l'impegno di farsi astronauta, ha voluto consigliarsi con il proprio pastore, per essere certo che l'idea della scalata dei cieli non era un atto di presunzione, una voglia di competere con l'Eterno e di giungere alle sfere divine. Secondo le cronache, la risposta del pastore di Glenn sarebbe stata, su per giù, questa: « Dalla Bibbia, risulta che Dio, affidando l'uomo alla natura e la natura all'uomo, non ha dato all'uomo un libro chiuso, ma un libro da leggere e da sfogliare pagina per pagina, una dopo l'altra, senza mai saltarne nessuna. Questo è l'importante: capire che Dio ci lascia aperta tutta la conoscenza della natura, ma pur- umlltà, responsabilità, grado per grado >. Glenn, dopo questo discorso del suo pastore, ha compreso quali erano il suo dovere e la che la si penetri adagio, con {s sua missione. Così, pienamente tranquillizzato lo spirito, si dedicò a far l'astronauta, con fede, costanza e semplicità di intelletto. Probabilmente, anche sta¬ mane, uscendo dalla capsula {spaziale, dopo tante ore di pa ziente attesa, egli non ha fatto che. confermarsi in questo semplice e interiore proposito di dovere e di dedizione, quando, tranquillamente, ha detto: < Sarà dunque per un altro giorno >. Si sa, l'uomo propone, ma, in ultima analisi, è sempre il buon Dio che dispone. Egli questa mattina, Invero, non ha fatto troppa fatica a disporre diversamente da come avevamo divisato: gli sono bastati appena un poco di vento e largò giro di nuvole sul bizzarro cielo di Cape Canaveral. Antonio Barolini Un eccezionale «week-end spaziale» in riva al mare a Oocoa Beach nei pressi di Cape Oanaveral: i turisti, giunti a migliaia, si sono accampati sulla spiaggia per assistere al lancio in orbita dell'astronauta Glenn (Tel.)

Persone citate: Cape, David M Shoup, Grissom, Scott Carpenter, Shepard

Luoghi citati: America, Florida, Italia, Oocoa Beach, Palm Beach