Caron parla a "Tribuna politica", dei vantaggi del Mercato Comune
Caron parla a "Tribuna politica", dei vantaggi del Mercato Comune 11 viee-presidcntv della Camunfla aita tv Caron parla a "Tribuna politica", dei vantaggi del Mercato Comune Per gli italiani : possibilità di lavorare in tutti i Paesi membri, riduzioni di prezzi, facilità di esportare i prodotti agricoli - "In teoria, anche la Russia potrebbe aderire" (Nostro servizio particolare) Roma, 24 gennaio. Protagonista di « Tribuna politica > è stato questa sera l'ex-senatore Giuseppe Caron, attuale vice-presidente della Comunità Economica Europea. Lo hanno intervistato, sul tema « il Mercato comune e gli interessi italiani dopo le ultime decisioni di Bruxelles », tre uomini di assai diversa formazione: il prof. Alberto Manzi, divulgatore televisivo ben noto per un suo corso di istruzione popolare, il giornalista Indro Montanelli, e il dott. Altiero Spinelli, segretario del Movimento federalista europeo. Prima di illustrare il significato « storico » degli accordi di Bruxelles del 14 gennaio, Caron ha rapidamente rifatto le. storia delle istituzioni europee. Con la creazione della Comunità Europea del carbone e dell'acciaio (Ceca), nel 1951, e della Comunità Economica Europea, nel 1957, alcuni Paesi del nostro Continente hanno cercato di risolvere i loro problemi di fondo in un quadro più vasto di quello nazionale, ormai palesemente troppo ristretto. La Cee, o Mercato comune, vuol essere anzitutto un'unione doganale, ma anche qualcosa di più: uno spazio entro il quale si possa¬ no muovere liberamente non solo le merci, ma anche gli uomini ed 1 capitali. Il successo ha arriso al tentativo dei sei Paesi (Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Olanda) che per primi hanno deciso di « marciare insieme ». Lo provano le recenti richieste di adesione dell'Inghilterra, della Danimarca e dell'Irlanda e quelle di semplice associazione dei tre Taesi neutrali, Austria, Svezia e Svizzera La Grecia ha , già chiesto e ottenuto di associarsi Ciò prova che la Cee non intende affatto trasformarsi in una zona autarchica, ma è aperta a tutti gli Stati che vogliano farne parte con pienezza di doveri e di diritti. In teoria, perfino la Russia potrebbe esservi ammessa, ha riconosciuto Caron, pur non nascondendo un certo scetticismo sulla verosimiglianza di tele ipotesi. A questo punto, si è venuti a parlare dei crossi contrasti e delle estenuanti discussioni che hanno preceduto l'accordo del 14 gennaio. Secondo Caron, al momento di decidere sul passaggio dallb prima alla seconda tappa di attuazione del Mec, si sono scontrate due tesi: quella dell applica zione letterale del Trattato di Roma, che si accontentava dei progressi compiuti nel pri mo quadriennio; e quella po litica, che insisteva perché iliprocesso di integrazione eco-' nomica investisse anche l'agricoltura Ha prevalso questa seconda tesi, costringendo i delegati dei sei Paesi al « tour de force » di definire in poche settimane le linee di sviluppo di una politica agricola comune. Di qui le sedute interminabili, durate complessivamente circa 200 ore; di qui l'importanza dell'accordo, che ha permesso di « bruciare i vascelli > e di guadagnare tre anni sul massimo di quindici previsti Il traguardo finale non dista ormai che otto anni Il Mercato comune, agli italiani procurerà sostanzialmente tre vantaggi: 1) possibilità di lavorare in uno qualsiasi dei Paesi membri; 2) riduzione di prezzo di molte materie prime e di molti manufatti (Caron ha citato esplicitamente le automobili); 3) facilità di collocamento per i nostri ortofrutticoli. Naturalmente, vi saranno anche svantaggi: la concorrenza costringerà s ri- dune i costi e a migl rarp la qualità dei prodotti ar. b. {
Persone citate: Alberto Manzi, Altiero Spinelli, Caron, Giuseppe Caron, Indro Montanelli
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