Richiesti ventini anni di carcere per la sposa che uccise il seduttore
Richiesti ventini anni di carcere per la sposa che uccise il seduttore Domani la sentenza pei» il delitto di via Verdi Richiesti ventini anni di carcere per la sposa che uccise il seduttore L'imputata scoppia in pianto, poi ritorna pallida e indifferente - La pittoresca sfilata dei testimoni - Tutti affermano che-omicida e vittima erano brave persone La parte civile: «Non c'è questione d'onore» - La difesa; « Sparò per salvarsi » Il pubblico ministero dott. Luise ha chiesto ieri pomeriggio 21 anno,e 15 giorni di reclusione per Luisa Bonfiglio in Donato, la sposa comparsa In Assise per risponderà dell'uccisione del seduttore. La donna ha chinato il capo ed ha avuto una crisi di pianto. Subito dopo si è ricomposta, il suo volto ha riacquistato il pallore che la fa somigliare a una maschera indifferente. Di questa donna sconcertante, che ha ucciso nel sonno con due colpi di pistola sparati al cuore e alla testa da meno di 20 centimetri l'uomo che l'aveva calunniata, insidiata e, a suo dire, oltraggiata, aravamo udito in mattinata una serie di elogi. Uno dei testimoni, Giuseppe Bertuccio, comparso in Assise tra due carabinieri perché detenuto, ha affermato: «Conosco la signora Luisa da 12 anni. Non vorrei sembrare eccessivo, ma per me è una santa». Bertuccio, con Paolo Ripepi, fu falsamente accusato d: essere stato l'amante dell'imputata. Il curioso è che anche di Giuseppe Falzone, l'ucciso, la maggior parte dei testimoni parla bene. Nessuno di coloro che gli furono vicini e che frequentarono la casa-pensione della Donato, si è accorto che facesse la corte alla donna. Nessuno ha mai visto tra le mani del « francesino » una pistola. Da dove è venuta dunque l'arma del delitto che secondo l'Imputata il Falzone aveva con sé? Una sola testimone, Marianna Baldino, ha riferito che alcuni anni or sono l'uomo si presentò alla sua pensione per chie- 11 r 111 :j i r ; 11 i 111111 :< r 1111 <11,! 11111 i i t! 1111;11111111 < m ! 11 a dere ospitalità. Alla risposta negativa mostrò una pistola dicendo: «E pensare che se io uccidessi non mi farebbero niente perché sono epilettico ». L'avv. Monteverde, nell'interesse della vedova e dei due figli del morto, ha sostenuto che 11 delitto è maturato in un ambiente di odio e di vendetta. Non è stata 111 ] i [ i[[ 111 r11 < i > i r 11 i i E M111111T11fi m ; 11 r;i i111111111e i i■ una tragedia d'onore. Le prime avvisaglie dell'omicidio, freddamente consumato, si ebbero nelle dichiarazioni del marito, a Genova, in casa Cortese, dopo il grottesco appuntamento-tranello con l'uomo sotto il letto. « Questa è un'onta che va lavata col sangue », disse Francesco Donato, riferendosi alle calunnie del Falzone. E rivolto alla moglie: «Devi pensarci tu, perché tu lo paghi di meno ». Luisa precisò: «Questo è pensiero mio». I Cortese furono cosi impressionati da avvisare la moglie del « francesino ». Il Falzone non doveva andare a Torino perché «c'erano guai in vista». A questo punto l'on. Degli Occhi, uno dei difensori, interviene accusando la parte civile di fare il processo al marito e non all'imputata. Ma il presidente dott., Moscone replica con energia e l'avv. Monteverde può riprendere il suo discorso, rilevando le stranezze di comportamento dell'imputata. Il delitto avviene quando i rancori tra la vittima e I Donato sembrano spenti, tanto che la Falzone dovrebbe venire a trascorrere la Pasqua a Torino, ospite di Luisa. « E perché la donna, in genere cosi chiusa, manifesta alle vicine le sue paure e narra le pene coniugali, che le ha procurato il Falzone, solo pochi giorni prima del delitto?». L'avv. Monteverde osserva infine che i fatti di quel tragico 6 aprile, così come li ha riferiti l'imputata, appaiono poco convincenti. Se il Falzone entrò con violenza, se la minacciò, se la costrinse a subire il più grave oltraggio, la donna ebbe tutto il tempo di sfuggirgli. Il Falzone, verso mezzogiorno, usci di casa, poi, dopo aver pranzato con lei, andò a dormire. « Perché, invece di sparargli nel sonno l'imputata non andò a denunciarlo?». L'on. Ds-gli Occhi esordisce con foga tratteggiando Io figure dei protagonisti: da una parte l'ina innata, donna onesta, ottima ma dre, dall'altra un « dongiovanni introverso », un « sistemista del la diffamazione». Nel tentativo di smantellare la deposizione dei Cortese, definiti « cortesi con tut ti » nel senso che le loro dichiarazioni sarebbero sempre troppo accomodanti, l'oratore su scita le proteste della parte civile e 11 presidente deve intervenire un'altra volta. L'on. Degli Occhi prosegue ri- cordando le persecuzioni calunniose del Falzone, la,sua perfidia neiràftiiSulre non uno, ma due BJnantìv?«tì«t^Donato, per crearle una situazione insostenibile, che gli faciliti la conquista. Legge una lettera dell'ucciso, di tono ricattatorio, e difende la piena veridicità della confessione dell'imputata. « Luisa Donato uccise per sottrarsi alle persecuzioni or mai diventate abituali, in difesa del suo onore oltraggiato e della sua vita minacciata da un epilettico armato di pistola, che si comportava come un pazzo». Con la tesi della legittima difesa l'on Degli Occhi termina l'arringa. Il processo, oggi, subisce una battuta d'arresto. Si concluderà domani con l'arringa dell'aw. Auberti e la sentenza. Luisa Bonfiglio ascolta dere ospitalità. Alla risposta nerequisitoria dell'accusa una tragedia d'onore. Le prim
Luoghi citati: Donato, Genova, Monteverde, Torino
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