Sette attentati fascisti in un'ora a Parigi Ad Algeri senza incidenti la «giornata delle barricate» di Sandro Volta
Sette attentati fascisti in un'ora a Parigi Ad Algeri senza incidenti la «giornata delle barricate» De Gautie discute con i ministri nuove misure contro II terrorismo Sette attentati fascisti in un'ora a Parigi Ad Algeri senza incidenti la «giornata delle barricate» Prese di mira le abitazioni di personalità democratiche; colpita la casa del direttore di Le Monde - Le bombe, esplose in pieno giorno, hanno fatto seri danni; nessuna vittima - Gravi complicità coprono i terroristi delFOas - Il governo critica le senten: ze troppo miti della magistratura, che incoraggiano la criminalità fascista - Il Capo dello Stato parlerà al paese il 5 febbraio (Dal nostro corrispondente) Parigi, 24 gennaio. Nella tragica situazione che attraversa la Francia, il capo dello Stato ha deciso di rivolgersi ancora uva volta personalmente al popolo. Lia notizia è stata diffusa stasera con questo comunicato: « Indirizzandosi di nuovo al Paese il 5 febbraio, attraverso la radio e la televisione, il generale De Gaulle conta di prendere, in questo modo, un contatto diretto con la nazione*. Commentando la notizia ai giornalisti, il ministro Louis Terrenoire ha detto: « Per quanto posso sapere delle sue intenzioni, ciò che dirà il presidente della Repubblica non sarà necessariamente eccezionale*. Il cauto commento del ministro va accolto con qualche riserva, perché è dovuto probabilmente al fatto che De Gaulle non fa mai conoscere in precedenza ai suoi collaboratori l'argomento dei discorsi che si propone di pronunciare. Si crede invece che le sue parole saranno assolutamente eccezionali, perché eccezionale è la situazione e, come tale, non potrebbe certo sopportare un discorso di ordinaria amministrazione. La Francia è arrivata ad una svolta della sua storia e la sensibilità di Charles De Gaulle non può non avvertirlo e non annunciare al popolo la linea che intende adottare per affrontare gli avvenimenti. Basta d'altronde la cronaca delle ultime ore a far capire a che punto siano arrivate le cose. Nel pomeriggio, mentre il Consiglio dei ministri, presieduto dal generale De Gaulle all'Eliseo, discuteva le misure per far fronte al terrorismo fascista, sette attentati dinamitardi sono stati compiuti a Parigi contro personalità di primo piano della democrazia francese. Le esplosioni, che non hanno fatto vittime, ma hanno causato fortissimi danni, sono avvenute in meno di un'ora, fra le 16 e le 17, in punti della città molto distanti l'uno dall'altro, e ciò dimostra che l'azione è stata svolta da diverse squadre. E' la prima volta, dopo la bomba di lunedi al Quai d'Orsay, che a Parigi gli attentati avvengono in pieno giorno; tutte le precedenti esplosioni erano avvenute nelle ore notturne e anche la notte scorsa ci furono nove esplosioni di plastico in città e in varie località della periferia. Le personalità prese di mira questo pomeriggio sono: Hubert Beuve-Méry,-direttore di Le Monde; Alain Savary, membro del partito socialista unificato, exministro degli Affari tunisini e marocchini nel governo Guy Mollet; Michel Droit, redattore capo del Figaro Littéralre; Maurice Duverger, professore alla Facoltà di diritto, editorialista di Le Monde; Francoise Giroud, condirettrice del settimanale L'Express; JeanLouis Vigier, senatore liberale, ex-presidente del consiglio municipale di Parigi; tenente Salvado, un ufficiala che nei giorni scorsi, a Bona, uccise un giovinetto fascista mentre incollava manifesti dell'Oas sui muri. Non soltanto i loro appartamenti, ma anche alcuni di quelli che si trovano negli stessi immobili sono andati in parte distrutti. Le nove persone prese di mira dai terroristi la notte scorsa, invece, sono meno note: un generale, un militante trotzkista, un consigliere comunale comunista, un giornalista di Orano, ecc. Ci sono stati sei feriti, quasi tutti portinai, perché i < plastiqueurs » avevano collocato i loro ordigni al piano terreno degli immobili. Nella riunione del Consiglio dei ministri è stato deciso il divieto di pubblicare ogni comunicato o manifesto dell'Oas, pena il sequestro del giornale e l'imputazione dei responsabili della trasgressione. Rigorosissime sono le misure di polizia adottate, ma per essere efficaci, queste misure dovrebbero venire applicate con altxettanto rigore dagli organismi che ne hanno il compito, ciò che finora non è mai accaduto, autorizzando il so spetto che i fascisti approfittino di cowpHcitd a ogni livello della pubblica amministrazione. Signi/ìcativo a questo proposito è un articolo che il ministro Terrenoire ha pubblicato in un giornale di provincia. <Le Corti d'Assise e le loro giurie — scrive il ministro nel Courrier de l'Orna — 'Sono idonee quando si tratta dei de Hnguenfi da forca. I tribuna¬ li corr&sionaM distribuiscono equamente ammende e pene di prigione ai ladruncoli, i giudici militari colpiscono il soldato disertore o l'obiettore di coscienza. Purtroppo però, quan'do si tratta dì sanzionare colpe o delitti che, da vicino o da fonta7io, toccano fatti politici, la giustizia in toga o in uniforme s'interroga, esita e la sua spada si trasforma nel battipanni della lavandaia. Non sono, pensa, altro che panni sporchi, anche se sono insan guinati ». Il ministro si chiede poi co me può lo Stato, in una demo crazia fondata essenzialmente sull'indipendenza del potere giudiziario, costringere la giustizia a non più piegarsi, e conclude affermando che «soltanto una giustizia esemplare, ossia capace di dare degli esempi, può metter fine all'ondata di violenze, alla follia sanguinaria che tende ad estendersi dall'Algeria alla metropoli*. E' certo che molte recenti sentenze di Corte d'Assise e di tribunali militari hanno inco raggiato la delinquenza politica, assicurando ai fascisti una impunità pressoché totale. Terrenoire ha voluto perciò sollevare il problema nel Consiglio dei ministri di questo pomeriggio, facendosi portavoce delle inquietudini che agitano a questo proposito il gruppo parlamentare gollista, l'Unione per la Nuova Repubblica. Il ministro della Giustizia aveva d'altronde già ricevuto nei giorni scorsi tutti i presi-denti di Corte d'Assise e tutti i procuratori generali francesi, per far loro presente che, in un periodo di grave crisi, la giustizia deve adattarsi alla situazione e mostrarsi più severa nell'attribuzione delle pene. Sandro Volta
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