Ragazzo solo in casa aggredito e legato dai ladri in una cascina del Pinerolese

Ragazzo solo in casa aggredito e legato dai ladri in una cascina del Pinerolese lerJ mattina tu iocalita Gerbitto sulla provinciale eli Cavour Ragazzo solo in casa aggredito e legato dai ladri in una cascina del Pinerolese Un contadino lo ha trovato mentre carponi stava trascinandosi verso l'aia - Ha detto di essere stato colpito improvvisamente alla nuca e di non aver visto nessuno - Le camere messe a soqquadro : sono sparite 40 mila lire -1 cani non hanno abbaiato (Dal nostro corrispondente) Plnerolo, 16 gennaio. Un ragazzo di tredici anni stamane è stato aggredito da ignoti che, dopo averlo tramortito con un colpo alla nuca e averlo saldamente legato, hanno messo a soqquadro la casa asportando del denaro. Il grave fatto 4 avvenuto in località Gerbido sulla provinciale Cavour-Campiglione Fenile, nell'isolata cascina della famiglia Pecchio. La vittima è il più giovane dei Pecchio, Ermanno di 13 anni. Erano circa le ore 8. Il padre Angelo di 45 anni era da tempo uscito per recarsi al lavoro come legnaiuolo in un bosco presso Osasco; la madre Domenica di 41 anni si era recata a Cavour al mercato per vendere uova, mentre il fratello di Ermanno, Walter di 15 anni, era andato al suo lavoro in un'officina meccanica di Cavour. Il ragazzo era solo in casa e stava portando un secchio d'acqua nella stalla per accedere alla quale biso gna passare attraverso la cu cina che s'affaccia, al pian terreno, sull'aia. Proprio mentre stava varcando la porta della cucina, Ermanno sentì un forte colpo alla nuca e cadde a terra svenuto. Non ricorda altro, non ha visto nessuno. Un'ora dopo circa, ripresosi dallo stordimento, il ragazzo si trovò a terra con le mani saldamente legate dietro la schiena. In preda a comprensibile stato di choc si trascinò carponi fino alla porta che dà sull'aia: qui lo scorse il contadino Michele Moriena il quale lo slegò. 1 Moriena abitano in una cascina poco lontana dal Gerbido. La moglie Gina, informata dal marito, inforcò subito la bicicletta e corse alla ricerca della madre del ragazzo. La incontrò al mercato a Cavour e le disse: « Domenica, corri subito a casa; dev'essere successo qualcosa di brutto ». La povera donna, spaventatissima, senza chiedere altro salì in bicicletta e pedalò lesta verso casa. Qui, rassicurata sulla sorte del figlio che seduto in un angolo piangeva, lamentandosi che i polsi gli facevano male, ed anche la testa, la donna fece un rapido giro per la casa. Al pianterreno tutto .era in ordine, al piano superiore invece tutto era a soqquadro. I malviventi avevano messo tutto all'aria e si erano impossessati di 40 mila lire in denaro liquido che i Pecchio tenevano nascoste sotto il materasso. A mezzogiorno rientravano dal lavoro il padre ed il fratello di Ermanno. Angelo Pecchio ritornava a Cavour a denunciare il fatto ai carabinieri e sul posto si recava subito il maresciallo di Cavour e successivamente il capitano Castagnola, comandante la compagnia di Plnerolo. Le indagini si presentano difficili in quanto Ermanno non ricorda nulla e non ha visto nessuno: non sa neppure dire se uno è stato l'aggressore oppure erano più. d'uno. E' stato infatti colpito all'improvviso, senza che si fosse accorto dì nulla, ed è caduto svenuto a terra. Quando rinvenne la casa era vuota, silenziosa. Neppure il Moriena ha saputo fornire all'autorità inquirente maggiori dettagli. Egli infatti scorse il ragazzo carponi, sulla porta di casa. Dapprima credette che stesse giocando, anche perché Ermanno lo guardava stralunato, senza parlare, senza chiedere soccorso; poi, entrato nell'aia, si avvide che il ragazzo era livido in volto e respirava affannosamente; aveva i polsi strettamente legati, violacei per la rallentata circolazione del sangue. Lo slegò, gli fece bere un bicchiere d'acqua, lo rincuorò, poi avvertì la moglie che subito andò a Cavour alla ricerca di Domenica Pecchio Le cordicelle usate dai ladri per legare i polsi di Ermanno sono state requisite dai carabinieri. Sono djl tipo di quelle usate per legare i sacchi di granone probabilmente sono state prelevate dal da vanzale della finestra di cucina della stessa casa Pecchio. Un particolare che per il mo mento non si spiega, è che due cani della cascina non hanno per nulla abbaiato ne dato l'allarme ringhiando all'arrivo dei malfattori. Questo fa presumere che si tratti di persone, che frequentavano la casa. _ _ m. g. Ermanno Pecchio, il ragazzo aggredito a Pinerolo

Luoghi citati: Gerbido, Osasco, Pinerolo