Il testamento del sen. Frassati non è un modello di chiarezza

Il testamento del sen. Frassati non è un modello di chiarezza Iniziata a Torino la cansa per l'eredità Il testamento del sen. Frassati non è un modello di chiarezza Ieri in tribunale è avvenuto Io scambio delle "comparse" fra le parti - Quando si potrà applicare la clausola che attribuisce i beni immobili ai pronipoti "nati e nascituri"? Forse si dovrà aspettare alcune decine di anni - L'Eca di Torino chiede la custodia giudiziaria dei 700 milioni in contanti destinati ad "opere di bene" La causa per l'eredità di due miliardi lasciata dal sen. Alfredo Frassati (circa 700 milioni in contanti, o comunque di facile e pronta realizzazione e un miliardo e 200 milioni in beni immobili) è cominciata ieri davanti al tribunale civile di Torino (giudice dott. Bianchi) con lo scambio delle < comparse » tra le parti. La figlia del sen. Frassati, contessa Luciana Gawronska, era rappresentata dagli avvocati Lorenzo ed Enrico Zola; l'Ente Comunale Assistenza di Torino dall'avv. Colonna; l'Ente Comunale Assistenza di Pollone dagli avvocati Mele di Biella e Motta di Torino; il canonico Giovanni Battista Bosso dagli avvocati Olivero e Agostini. L'Avvocatura dello Stato si è riservata di intervenire. Lo farà probabilmente nella prossima udienza, fissata al 28 febbraio. L'Amministrazione Finanziaria, evidentemente, ha voluto concedersi un po' di tempo per esaminare le posizioni delle varie parti in vista della tutela degli interessi del fisco. E' certo che il testamento del sen. Frassati non è un modello di chiarezza e pare fatto apposta per sollevare un'infinità di discussioni. Il punto essenziale, per molti aspetti sconcertante, è l'esclusione della figlia e dei sei nipoti dalla divisione dei beni. Il testamento esordisce con l'affermazione che la contessa Gawronska ha già avuto 350 milioni e altrettanti ne sono toccati, in parti non uguali, ai suoi figli, ma tale circostanza è negata dagli interessati. E' quindi comprensibile che la contessa si sia riservata l'azione per entrare in possesso della sua parte « legittima >, e cioè della metà dei beni. Ma anche la disposizione che attribuisce il miliardo e 200 milioni di immobili ai < pronipoti nati e nascituri, prò famiglia e non singoli », diventa di difficile applicazione. I nipoti, figli della contessa Lu ciana, sono tutti ancora assai giovani, dai 18 al 30 anni: Eie na, sposata O'Meara, che ri siede a Vienna, attende il pri mo nato; Wanda, abitante a Roma, è nubile; Alfredo, abitante ad Albano, è padre di Pier Giorgio, Emanuele e Janusz; Giovanna è nubile; Ma' ria Grazia, che ha sposato il duca Salviati, è madre di Lo renzo, Oliva e DIonira; Jas, il più giovane, risiede a Varsavia. Quando mai si potranno dividere 1 beni immobili tra i « pronipoti nati e nascituri », tenendo conto che tre del nipoti debbono ancora sposarsi e che tutti e sei potrebbero aver figli anche tra alcune de cine di anni? Charlie Chaplin è diventato padre a 73 anni la stessa gioia potrebbe toc care a Jas anche tra mezzo secolo. Poco chiara, infine, la destinazione dei 700 milioni liquidi ad un'opera di beneficenza da intitolare a Pier Giorgio Frassati, il figlio del senatore morto giovanissimo e che un giorno potremmo venerare come santo. Il testamento non designa affatto l'ente al quale 1 milioni debbono essere lasciati, anche se il can. Bosso, indicato sulla busta come « esecutore testamentario », dichiara che l'intenzione dello scomparso era quella di istituire una scuola professionale per ragazzi poveri. Tale indeterminatezza ha provocato l'intervento degli Enti Comunali di Assistenza di Torino e di Pollone. Ciascuno di essi sostiene che il senatore Frassati aveva la residenza nel rispettivo comune allo scopo di ottenere, come prescrive il codice civile nei casi di somme destinate a beneficenza non precisata, il famoso lascito di 700 milioni. La contessa Gawronska, di fronte a tali e tanti motivi di incertezza, si è quindi rivolta al magistrato anzitutto per chiarire le questioni preliminari: la competenza del tribunale di Torino (il can. Bosso e l'Eca di Pollone sostengono quella dì Biella); la validità della nomina del can. Bosso ad esecutore testamentario; la dichiarazione di nullità del lascito di 700 milioni ad < opera di beneficenza» non meglio indicata. La figlia del senatore Frassati si è tuttavia Impegnata, anche nel caso che il lascito fosse dichiarato nullo, a rispettare l'intenzione del padre destinando 1 700 milioni, dedotte le spese di successione, ad una istituzione nel nome del fratello Pier Giorgio.La causa, come si vede, ruota per ora soltanto Intorno o: 700 milioni. Né può essere altrimenti perché, fino a quando non sarà risolto questo problema, non si potrà affrontare quello dell'eredità vera e propria. Le varie posizioni possono essere cosi riassunte: il can. Bosso, una degna figura dì sacerdote che godeva la fiducia del senatore, entra nella vertenza solo per affermare le intenzioni, se non le espresse volontà, dello scomparso e conta dì destinare i 700 milio ni ad una erigenda scuola professionale «Pier Giorgio Fras satl>; l'Eca di Pollone e quel lo di Torino si battono invece per dimostrare che il sen. Frassati < risiedeva » nel loro rispettivi comuni, per le ragioni già dette. . . L'Eca di Pollone ha presentato il documento dal quale risulta che il senatore trasferi la sua residenza in quel comune il 6 aprile 1961 e il certificato di iscrizione di Alfredo Frassati nelle liste elettorali di Pollone. Ha pure sostenuto che fin dal giugno '60 (da quando cioè lasciò la presidenza effettiva della Società Ita liana Gas) il sen. Frassati tornò ad abitare a Pollone, anche se trascorse l'inverno presso ì suoi nipoti di Roma. L'Eca di Torino ha sollevato numerose questioni, chiedendo tra l'altro che il tribunale disponga la custodia giudiziaria dei 700 milioni contestati. Naturalmente si preoccupa di affermare che l'effettiva residenza del senatore Frassati era Torino, dove aveva svolto gran parte della sua attività e dove morì. Ciascuno degli Enti Comunali ha poi avanzato domanda diretta per ottenere l'assegnazione del lascito. Il 28 febbraio le parti, se lo riterranno opportuno, preciseranno meglio le toro tesi. E' una giostra sottile, in punta di fioretto, con una posta di 700 milioni. Per il momento sembra che gli avversari stiano studiando le rispettive posizioni. g. a.