Una bomba dell'Oas nella casa di Sartre di Sandro Volta

Una bomba dell'Oas nella casa di Sartre Continuano gli attentati a Parigi Una bomba dell'Oas nella casa di Sartre E' esplosa mentre tre poliziotti accorrevano per disinnescarla - Le violenze fasciste si estendono in tutta la Francia -1 partiti verso l'accordo per opporsi al colpo di Stato (Dal nostro corrispondente) Parigi, 8 gennaio. Di ritorno a Parigi dopo une breve assenza par assistere alle trattative di Bruxelles sul Mercato comune, il primo richiamo alla realtà francese è stata la bomba esplosa ieri sera di faccia alla nostra casa, nel palazzo in cui abita Jean Paul Sartre. In pochi mesi, è già il secondo attentato contro lo scrittore; Sartre è infatti uno degli uomini più odiati dai ' fascisti, che non gli perdonano la sua appassionata difesa della liberta, le sue costanti prese di posizione anticonformiste in un'epoca di conformismo generale. L'attentato di Ieri sera ha distrutto interamente il quinto piano dell'edificio. Sartre abita con la madre al quarto, ma in quel momento non c'era nessuno nell' appartamento. Per un puro caBO, non è rimasto vittima della fortissima esplosione un bimbo di quattro anni, il quale fino a pochi minuti prima si trovava in una delle stanze che sono state distrutte ed era stato messo a letto poi dalla mamma in una stanza più lontana. Sono però rimasti feriti tre agenti di polizia i quali, avvertiti da un inquilino che aveva scoperto la bomba, stavano arrivando sul posto per renderla inoffensiva. Il nuovo attentato è comunque uno dei tanti episodi di una situazione che va rapidamente degradando. In pochi giorni, la situazione Interna della Francia è infatti paurosamente peggiorata e tutti considerano ormai imminente una tragica soluzione. Il governo aspettava il colpo di Stato nella notte fra sabato e domenica e aveva disposto perciò enormi misure di pubblica sicurezza, tanto nella capitale quanto nelle province. Non successe nulla, ma quella notte nessun mini stro, nessun personaggio ufficiale andò a letto e, fino all'alba, ansiose conversazioni telefoniche si incrociarono a Parigi. Rinviata probabilmente di qualche giorno, la prova di forza fascista sembra comunque imminente, e. In ogni caso, è considerata inevitabile, almeno in Algeria. E' infatti TOas che fa la legge in Alge ria; un ordine d; sciopero di ramato dall'organizzazione criminale ha sempre più riscal dato il clima di violenza in tutto il paese e gli assassini ormai avvengono in pieno giorno nelle vie della città, senza che sia quasi mal pos sibile arrestare 1 colpevoli. Nella metropoli, la situazione non è ancora degenerata fino a questo punto, però i colpi di mano compiuti dalle squadre fasciste, che riescono ad impadronirsi di interi arsenali negli stabilimenti militari, dimostrano che l'Oas può ancora contare su complicità molto estese. Il generale Do Gaulle, che finora non sembrava attribuire molta importanza alle mene dei faziosi, comincia a preoccuparsi del peggioramento della situazione e ha dato ordini molto severi per scuotere un certo assenteismo che dominava il governo. Le misure di sicurezza saranno però efficaci soltanto se il popolo, nella sua immensa maggioranza contrarlo ai fascisti, verrà chiamato a partecipare alla difesa della Repubblica. Una intesa fra i partiti democratici è in corso di realizzazione, ma la sua efficacia minaccia di essere Bcarsa a ca;usa dell'ambiguo atteggiamento di Guy Mollet, il quale si oppone a qualsiasi unità d'azione fra socialisti e comunisti. Co¬ me ai tempi della resistenza contro 1 nazisti, le forze popolari potranno invece difendere la Repubblica soltanto se l'unità verrà raggiunta senza distinzione di partiti. Ci sono d'altronde dei sintomi che turbano a proposito di una parte della popolazione, che, pur non potendosi considerare attivista, dimostra una certa benevolenza verso i criminali fascisti. Stamani, per esempio, si è svolto alle Assise di Montpellier il processo a carico d'un francese di Algeria, colpevole di due attentati dinamitardi compiuti nel marzo scorso ad Orléansville. La giuria popolare lo ha condannato a cinque anni dì prigione con la condizionale. Non ci sarebbe stato niente da ridire se, considerandolo innocente, lo avessero assolto, ma, con la condizionale, applicata alla condanna che lo riconosce colpevole, sembra proprio che abbiano voluto rimetterlo subito in libertà affinché possa compiere nuovi attentati. Sandro Volta

Persone citate: Gaulle, Guy Mollet, Jean Paul, Sartre

Luoghi citati: Algeria, Bruxelles, Francia, Orléansville, Parigi