Trattative della "Sutto e Gaino,, con un grande istituto di credito

Trattative della "Sutto e Gaino,, con un grande istituto di credito Quasi certo l'assorbimento della banca di Acqui Trattative della "Sutto e Gaino,, con un grande istituto di credito Mentre si sta accertando lo stato patrimoniale, il procuratore Tommaso Gaino, figlio di uno dei titolari, risulta irreperibile - Le sue vicende giudiziarie avrebbero compromesso il buon nome dell'azienda {Dal nostro inviato speciale) Acqui, 8 gennaio. Nessuna ressa particolare stamane alla banca « Sutto e Gaino >. Si sapeva già che, con la gestione commissariale provvisoria, nessun prelievo sarebbe stato possibile, il che rendeva inutile una. gara s chi arrivava primo. Questa gestione durerà quindici giorni, con il compito di fare un bilancio e un esame della situazione patrimoniale. Se tutto è in ordine, la gestione potrebbe essere restituita al vecchio consiglio di amministrazione. In caso contrario, subentrerebbe un commissario straordinario che potrebbe anche mettere in liquidazione la banca, sotto forma di concordato o di fallimento. Ciò, in linea teorica. In linea pratica, è probabilissimo che alla banca « Sutto e Gaino > si sostituisca un grosso istituto di credito. Essa aveva già avuto diverse offerte nei tempi felici, anche recenti, di lasciarsi assorbire al prezzo di mezzo miliardo di lire. A questo proposito si fanno i nomi, fra gli altri, della Banca dell'Agricoltura, della Banca del Lavoro e del Banco Ambrosiano. Con uno di questi tre enti le trattative sarebbero molto avanzate. Naturalmente l'assorbimento è subordinato a una chiara vi sione dello stato patrimoniale reale della « Sutto e Gaino », cioè ai risultati dell'inchiesta commissariale. E' tuttavia convinzione dei banchieri, appartenenti all'Associazione Piemontese di cui è presidente il dott. Camillo Venesio, che la trasformazione dell'istituto acquese nella filiale di una grande azienda bancaria sia ormai sicura. Ma c'è in aria anche un'altra eventualità, ugualmente rassicurante per i correntisti. L'ipotesi che sembra la più verosimile è che l'esame commissariale si concluda benignamente. La burrasca sarebbe così passata ma l'eco continuerebbe ad avere i suoi effetti perniciosi. In altre parole, la < Sutto e Gaino » non riavrebbe né i suoi depositanti, né l'antica fiducia. Allora un gruppo acquese penserebbe di rinsanguarla con un appòrto di almeno trecento milioni di lire, accresciuto da una sottoscrizione popolare a carattere azionario entro limiti da stabilire. Nascerebbe così un nuovo,ente e con altro nome (per esempio «Banca Popolare Acquese ») che però si muoverebbe nel vecchio clima familiare, spedito, cordiale, generoso e per niente burocratico della < Sutto e Gaino >. Questo progetto, per il momento ancor vago, non paventerebbe l'eventualità che l'esame commissariale registrasse un passivo da coprire, purché non esagerato. Intanto si continua a di scorrere sulle ragioni presunte 0 effettive di questo sostanziale < dissesto > bancario. Panico, s'è detto, e si dice. Ma spontaneo, o provocato ad arte? Tutt'e due le cose insieme, forse. Il pànico scoppia il 2 gennaio di quest'anno, con l'impeto di una valanga o di una alluvione. E quel giorno ha tutta l'aria di un piano preordinato. Ma, prima, era già nell'aria sotto forma di males sere vago. Da oltre un mese, 1 ritiri superavano i depositi con la punta massima verso le feste natalizie ma se ne era data la colpa, per l'appunto, alle spese stagionali. A guardar bene le cose da vicino, si può far risalire un principio di diffidenza popolare verso la banca « Sutto e Gaino» all'ottobre scorso quan do il procuratore della banca, ingegnere Tommaso Gaino, figlio di uno dei due titolari si trovò immischiato in un processo. Un certo Arfinetti, commerciante in piastrelle e altro materiale edilizio, scappa abbandonando il magazzino, che viene saccheggiato La banca « Sutto e Gaino » è la principale creditrice. Nell'« assalto i al magazzino ab bandonato, un amico di Tom maso Gaino asporta sei quintali dì cemento. Il Gaino sarà accusato di averlo spinto al furto. Egli è assolto con formula piena t per non aver commesso il fatto ». Ma ha avuto a che fare con la giù stizia, il che non attira sim pati e. Di li a un mese, scoppia < l'affare Bianchi ». Questi un naturalizzato francese che, tornato in Italia, impianta a Strevi, a cinque chilometri da Acqui, una cantina. Egli com pera uva a qualsiasi prezzo con pagamento differito, vende il prodotto sottocosto a un certo Finocchiaro che ottiene dal Gaino (privatameli te, non come banca) i milio ni via via necessari per com perare il vino (press'a poco settemila ettolitri). H Bianchi è processato per bancarotta fraudolenta e si tira dietro come complici il Finocchiaro e il Gaino. E' indubbio che il Gaino agì per leggerezza. Egli ignorava il substrato truffaldino dell'ope rcccgtnlmsbnusèp«dsaisrnebTiSdSndzcnptMdpz razione, ma gli altri dissero che lui « sapeva tutto » e fu condannato a otto mesi con la condizionale. Pende ora un giudizio d'appello con fondate speranze di successo. Disgraziatamente l'ing. Gaino s'interessava anche di politica. Egli era consigliere comunale de. Gli avversari presero la palla al balzo, per colpire non soltanto lui ma la banca. Di qui voci e telefonate maligne che aggiungono un po' di artificio al malessere naturale. Sinora non vi è stata nessuna denuncia in proposito. Che un dipendente della « Sutto e Gaino », separatosi dalla ditta per dissapori, sia stato un attivo propagandista ai suoi danni, non sembra per il momento provato. In ogni caso, l'ing. Tommaso Gaino ha commesso un errore serio: quello di allontanarsi dalla banca il 2 gennaio e di risultare, a quanto sembra, irreperibile ad Acqui. a. a.

Luoghi citati: Acqui, Italia, Strevi