"Fischiare i cantanti mediocri per noi è obbligo di coscienza,, di Gigi Ghirotti

"Fischiare i cantanti mediocri per noi è obbligo di coscienza,, Paria il terribile pubbiiea di Parata "Fischiare i cantanti mediocri per noi è obbligo di coscienza,, Dibattito tra.il M° Basile ed i «loggionisti» - «Noi abbiamo il diritto di fischiare » - « Se non sanno cantare, perché non cambiano mestiere? » «Caro Maestro, ci vuol altro che dei Luciano Tajoli! ».- Invano il direttore d'orchestra ha cercato di ammansire i suoi esigenti interlocutori (Dal nostro inviato speciale) | Parma, 6 gennaio. «Ho rinunciato a una tournée di concerti in America per venire a dirigere a Parma! ». «"Ma ha fatto male, doveva andare in America! Questa è la città di Verdi, e noi non possiamo tollerare che le sue opere siano eseguite in questo modo! ». In sintesi, questo è 11 succo del dibattito che si è svolto oggi presso la sede della Gazzetta di Parma tra 11 M° Arturo Basile, direttore, della stagione lirica del « Regio », ed i famosi loggionisti, colóro che la sera del 28 dicembre scorso, alla « prima » de La Traviata, esplosero in fragorose manifestazioni contro il tenore Ruggero Bondino, talmente furiose che il poveretto abbandonò piangente il teatro e la città. L'incontro è il primo, a nostra memoria, di cui si abbia notizia nella storia del melodramma: a provocarlo era stata la polemica, accesa in questi giorni, intorno ai limiti del diritto di fischio da parte del pubblico. Per tenere le briglie sulla discussione,, un. magistrato aveva assunto la presidenza: il sostituto procuratore ' della Repubblica, doti Annunzio Zaccarini. Prima di entrare nella sala destinala al dibattito, 1' loggionisti hanno svelato la loro identità, e si sono offerti, vo léntieri alla curiosità delle telecamere. «Noi abbiamo il di ritto, di fischiare », hanno ribadito davanti ai microfoni Il M»~ Arturo Basile, sedutosi accanto ai fischiatori, ha ripetuto alcuni suoi concetti, già espressi nei giorni scorsi: « Non sono d'accordo con Parma. Quando un tenore non rende, non si può abbatterlo al primo acuto sbagliato, alla prima nota calante. E' ineducato ed anche inumano, specialmente quando si tratta di un artista giovane!». Si è subito levato a parlare Enrico Carra, fattorino, uno dei più intransigenti tra i « giovani loggionisti arrabbiati ». « Non è per disturbare che rioi fischiamo '— ha sostenuto; — Il fischio^ .ci viene •^>SianeQ, come'--fcte*0Jjptìgo di coscienza, appena un Cantante sgarra. Avevamo- : sopportato quel tenore p*r tre atti, ma al quarto proprio non ce la facevamo più. E tanto peggio è stato alla fine, quando lei, Maestro, ha voluto spingere il tenore Bondino alla ribalta, quasi lo proponesse al nostro applauso. Questa è stata una provocazione! ». M" Basile: «Non potevo dargli addosso, povero Bondino, dopo quel che gli era capitato! L'ho sostenuto come uomo, perché mi faceva pena. Aveva portato avanti lo spet. tacolo piangendo sempre, tra un atto e l'altro ». Impassibile, Carra si è informato: « Ma se non sa cantare, perché quel tenore non cambia mestiere ? ». « Voi volete la perfezione, siete incontentabili! », ha replicato Basile. Ha soggiunto che la giovane età del tenore (28 anni), i suoi successi ottenuti altrove, in teatri stranieri, la sua seria preparazione artistica lo raccomandavano alla comprensione del pubblico parmigiano, «anche se proprio non era quello l'artista adatto per La Traviata ». A questo punto i loggionisti sono insorti: « Ma -se non era il più adatto, perché lo ha fatto cantare? La colpa è sua! ». Basile ha dato altre spiegazioni: « Quella sera tremenda, Bondino si comportò in modo opposto di come si era comportato, alle prove e di come gli era stato consigliato ». Un tipo vigoroso, baffetti biondi, giacca di cuoio, Pietro Calò, distributore di metano, si è alzato in piedi, con l'indi ce puntato sul Maestro: «Lei dice che il pubblico del "Re gio" è fazioso — ha esclamante —, ma noi i buoni cantanti 11 abbiamo sempre applauditi. Perché sperare nella nostra indulgenza? Non è mica un teatro sperimentale, Il "Re gio"! Ha tradizioni secolari, e noi vogliamo spettacoli che siano all'altezza. Il fischio è sacrosanto diritto!». «Ma poi — dice Luigi Tanzi, rappre sentante di commercio —, ma poi non l'abbiamo mica fischiato, gli abbiamo soltanto fatto 11 verso della pecora: beeh! » M" Basile: « Ma soltanto quan• do dirigo a Parma, che io deb¬ ba trovare un pubblico così? Dappertutto dirigo in perfetta calma, gli artisti sono sereni, gli spettatori corretti e cortesi. Qui c'è un fluido che mi fa paura: gli artisti toccano ferro, sono nervosi, sbagliano le note, svengono, sono afflitti dai mali più strani! >. «E' lei — ha esclamato seccamente il loggionista Del Bono —, è lei che ha incoraggiato Bondino a presentarsi in scena, pur sapendo che non era adatto! ». Un insegnante, Gianni Tragni, ha detto: « Noi siamo un pubblico di buongustai. Certo, alla Scala è diverso: alla Scala, le stecche le chiamano "scivolate- d'ala"; noi, a Parma, le chiamiamo con il loro nome ». Il M° Basile ha fatto osservare che il tenore Bergoinzì, parmigiano, ricevette nella sua città accoglienze festose, anche se cantò con voce rauca. Ma i loggionisti hanno precisato che quando il Bergonzl si presentò per l'Aida ricevette, pur essendo concittadino, un pessimo trattamento. « Per l'Aida, caro Maestro, ci vuol altro che dei Luciano Tajoli! ». Il dibattito si è poi soffermato su elementi di bilancio: per fare a Parma lè opere che 1 loggionisti vorrebbero, sarebbero necessari non i cinquanta milioni che attualmente si spendono, ma 11 doppio. «•Bene — hanno risposto i loggionisti —: allora facciamo la stagione lirica con un'opera sola o con due, invece che con tre o sei! ». Per domattina, alle 10,30, nella Sala dei Cavalieri della Università è previsto un nuovo dibattito sull'argomento. Gli umori sono quanto mai eccitati. Domani sera andrà in sce na la prima di Bohème, diretta da Arturo Basile, protago nista Renata Tebaldi. Le polemiche hanno dato al prologo un tono tempestoso. Due can tanti sono stati cambiati alla vigilia: il baritono Lino Puglisi è stato consigliato a rinunciare alle recite « per evitare discussioni con il loggione», e il basso Giorgio'Tadeo è stato colpito da potente infreddatura. Gigi Ghirotti

Luoghi citati: America, Parma