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,L'undicenne avrà la biciclettatssT^ ,L'undicenne avrà la biciclettatssT^ da regalare al patrigno povero Il dono servirà a bri di una famigli (Dal nostro inviato speciale) Da una piccola città della Liguria, 3 gennaio. La commovente « confessione > di uno scolaro undicenne, Francesco M., ha dato a « Specchio dei tempi » la possibilità non solo di esaudire il modesto desiderio del ragazzo, ma anche — e soprattutto — di rinsaldare i vincoli affettivi di una famiglia che rappresenta un doloroso caso umano. Francesco aveva scoperto quasi brutalmente — attraverso una conversazione della mamma con un'amica — che l'uomo da lui sempre considerato e amato come un padre, non è il suo papà vero. Sensibile e assetato di tenerezza, il ragazzo ne aveva ricevuto una grave scossa psichica. Nella sua mente infantile, la rivelazione aveva creato un complesso di inferiorità: in ogni carezza fatta dal patrigno al fratellino minore vedeva una SDecie di ingiustizia, si sentiva defraudato. A questo delicato stato d'animo contribuiva la sua lontananza da casa: dall'età di quattro anni il bambino è in collegio, trascorre in famiglia solo le vacanze « importanti ». L'altro giorno ha pensato di confidarsi a « Specchio dei tempi ». Sapeva che la rubrica de La Stampa risolve tante situazioni penose, realizza i sogni degli scolari, cerca di al¬ » ■ 11111 filli 1 ( 111111 f I ] 11111 ! 1111111111 ? 1 saldare i legami di aa ligure duramente p leviare sofferenze. Francesco non chiedeva nulla per sé: o per meglio dire, chiedeva qualcosa di tanto nobile da mettere in imbarazzo anche « Specchio dei tempi >. Vorrebbe che il suo papà lo amasse come gli vuol bene la mamma, come lo amerebbe un padre vero. « Potrei avere per il mio papà una bicicletta? Quella che ha è rotta, l'aveva pagata duemila lire e gli è proprio necessaria per il suo lavoro. Cosi lui mi vorrà più bene, non diranno più che non sono suo figlio ». Siamo andati subito a trovare Francesco: per portare un aiuto alla sua famiglia — il fratellino di sei anni è malato, il modesto stipendio del genitore non consente neppure di procurargli tutte le cure necessarie — e rassicurarlo circa la bicicletta. Un lettore ce ne ha subito offerto una quasi nuova, la manderemo al padre di Francesco quale pegno dell'amore che il ragazzo nutre per lui. Rasserenato, Francesco è sceso in cortile, a giocare. Ne abbiamo approfittato' per parlare a cuore aperto con i due coniugi, die ignoravano l'iniziativa del ragazzo e la sua conoscenza della verità. Erano commossi, ci hanno spiegato le loro vicissitudini. La donna è rimasta orfana in tenera età. Allevata in un istituto, quando ne è uscita si è trovata di fronte alle dure 1 r IM111 j 11111L j 11 ! 11 ! I i P11 i 111111 i I [ : [ I ! I ) 1M11MI [ 11111111 ffetto tra i memrovata dalla vita necessità della vita. Le ha affrontate con coraggio, ha trovato un impiego. Purtroppo, ha trovato anche un individuo senza scrupoli, che la ingannò con la promessa di sposarla. Nacque Francesco, la sventurata madre lo affidò ad una balia per poter continuare a lavorare. L'abbandono e le privazioni minarono il suo organismo. Una lunga degenza all'ospedale, poi riprese il calvario della solitudine e delle rinunce. Era riuscita a sistemarsi in uno stabilimento controllato da religiosi, ma, appena seppero che era una ragazza-madre, la invitarono a cercarsi un altro posto. L'odissea della giovane donna terminò con l'incontro dell'attuale marito. Una degnissima persona, che comprese il suo dramma e la condusse all'altare. Francesco aveva allora 4 anni. L'uomo gli diede il ,suo nome, lo trattò sempre come un figlio. E' un dipendente statale, la nostra società non è ancora riuscita a sbarazzarsi degli assurdi pregiudizi, i pettegolezzi ne costituiscono il tarlo più micidiale. Francesco venne affidato ad un buon collegio, nacque il fratellino, i coniugi si trasferirono, dalla cittadina lombarda dove vivevano, in Liguria; in parte per sottrarsi all'odiosa curiosità dei conoscenti, in parte per offrire al secondogenito un clima più adatto alla sua salute. Che il papà non gli voglia bene, Francesco lo pensava a torto: tra l'uomo e il ragazzo s'era creata una specie di soggezione reciproca, un ritegno negli slanci affettuosi, nella confidenza. Spesso ia mamma era triste, Francesco ne attribuiva la colpa al padre, nel suo animo ingenuo si era radicata la convinzione che solo il fratellino fosse vezzeggiato. Ora tutte le nubi sono state fugate. Il babbo e la mamma hanno capito il piccolo, grande dramma del loro ragazzo, gli vorranno ancora più bene. Francesco stasera è rientrato in collegio con gli occhi lustri di gioia. Fa la quinta elementare, a giugno tornerà a casa per sempre. « Voglio imparare a fare il meccanico, è la mia passione. Cosi potrò aiutare presto i genitori, dimostrargli quanto li ami ». Giorgio Lunt Una custode di 80 anni Morendo lascia i risparmi alla gente povera come lei (Dal nostro corrispondente) Biella, 3 gennaio. (p. m.) Un commovente episodio di bontà ha avuto per protagonista una donna, la signora Teresa Cagna ved. Biollino, morta recentemente a. 80 anni di età dopo un'esistenza di stenti. Sola al mondo, la vedova si guadagnava da vivere custodendo, sotto i portici di Palazzo Oropa, le biciclette di chi si recava negli uffici municipali. Era una figura caratteristica: infaticabile, cortese, sempre di buon umore, portava un semplice scialle anche nelle più rigide giornate invernali. Prima di morire la signora Biollino si è ricordata che più volte venne beneficiata dalle istituzioni assistenziali. Aveva raggranellato con enorme sacrificio centomila lire: le ha destinate in parti uguali all'Ente comunale di assistenza e alla Conferenza di S. Vincenzo de' Paoli perché aiutino altri poveri come lei. IIIIIIMIIIIMIlllllllllllllllllllllIIIIIllllliltIIIIIII> calda è un efficace digestivo. CHIEDETELO AL BAR, E... NON MANCHI IN CASA

Persone citate: Biollino, Francesco M., Giorgio Lunt, Teresa Cagna

Luoghi citati: Biella, Liguria