I soliti guai, dopo lo iesste

I soliti guai, dopo lo iesste I soliti guai, dopo lo iesste Pranzi luculliani e fegato sofferente Contro i disturbi epatici esialla sedentarietà, mitigazio Un tempo, di queste feste, il chirurgo ospedaliero di guardia era tenuto a rimanere costantemente all'erta; che alle sale di accettazione, preveduti e numerosi, arrivavano precipitosamente i casi di ernia strozzata. Erano le conseguenze evidenti dei luculliani pranzi di rito. Ora è assai raro che ciò succeda Non v'ha, tuttavia, da dedurne che le tradizioni gastronomiche di Natale e Capodanno si siano allentate. Gli è, piuttosto, che al giorno d'oggi, e c'è da felicitarsene, per una più diffusa coscienza igienica le ernie vengono emendate chirurgicamente prima 'che la porzione dell'intestino, che tende a protrudere dall'ambito addominale forzando un particolare canale all'inguine, sia riuscita a far gran sortita. Allora gli interessati, timorosi del bisturi o pigri d'iniziativa, si accontentavano al più di un cinto facilmente deperibile. Poteva capitare, dunque, che sotto l'aumentato volume dell'intestino, troppo enfiato da un pasto d'eccezione, in molti soggetti, per un conseguente aumento della pressione addominale, l'ernia si facesse più cospicua, dilatando a forza un naturale anello elastico posto all'imbocco dell'inguine. A un ctrto punto, quasi per reazione, quell'anello si contraeva e in tal modo stringeva bruscamente, appunto strozzandola, la parte di ansa intestinale fuoruscita. Non solo il dolore imponeva l'intervento chirurgico d'urgenza, ma anche e soprattutto lo esigeva il rischio di una grave e rapida degenerazione del segmento intestinale occluso, impossibilitato a svuotarsi e non più nutrito per la contemporanea strozzatura dei suoi vasi sanguigni. La migliorata coscienza igienica, se ha avviato ad una più generalizzata profilassi delle conseguenze dell'ernia, non ha, tuttavia, modificato di molto la prassi dei sovraccarichi alimentari, quantitativi e qualitativi, nelle grandi feste. Anche se oggi mancano, per quanto si è detto, le espressioni clamorose, di tanti errori gastronomici fanno fede tutte quelle noie che impongono a molta gente di questi giorni una ripassatina al proprio apparato digestivo. Sono aumentate nelle-farmacie le richieste dei classici purganti. Vanno pure crescendo le prescrizioni di farmaci attivanti particolarmente le funzioni epatiche. E' come dire che dall'angoscioso allarme dell'inguine, si è passati alle larvate lamentele del fegato. Ghiandola bonaria dalle molteplici attività, il fegato è capace di sopportare tanti e poi tanti insulti, e quindi anche i contraccolpi di qualche drammatica indigestione. Se non si ripetono troppo errori del genere, esso si rimette in carreggiata spontaneamente. A patto, però, che sia sano funzionalmente. Diverso è il caso, quando si tratta di soggetti che non possiedono d'ordinario una funzionalità epatica solida. In essi '. ripetuti disordini alimentari di fine d'anno, se non opportuna mente emendati, possono costituire l'avvio a disturbi, che proprio dal fegato si dipartono o su di esso si riverberano, iniziando un patologico circolo vizioso. Ma chi è sicuro di non avere qualche minorazione epatica tanto da permettersi grosse irregolarità dietetiche? Siamo d'accordo che troppi oggigior no si ritengono sofferenti di fegato e non lo sono davvero; ma ci sono altri molti che, essendolo in forma larvata, neppure ci pensano e in buona fede finiscono col bistrattare quell'organo tanto importante Importante sì, quando si pensi che nel suo laboratorio si svolgono numerosissime funzioni di primaria importanza. Fa e disfà, accumula e dispensa, sintetizza e trasforma sostanze nutritizie, sostanze di rifiuto, tossiche per la circolazione, provvedendo in ogni momento ai fabbisogni ener getici dei vari organi e met tendoll al riparo da ogni intossicazióne. Bisogna, dunque, imparare a conoscere anche certi segni premonitori di un fegato funzionalmente compromesso, prima ancora che esso sia veramente leso, cioè già quando comincia a non rendere più al cento per cen to, anche se non è afflitto da alterazioni palpabili. Basta soffermarsi a considerare i semplici casi di diminuita alacrità funzionale di quell'organo per comprendere come essi siano già sufficienti a dar la stura ad un sacco di disturbi, sia pure di lieve portata, ma fastidiosi: mal di testa ostinati, pruriti, orticaria, stitichezza consueta, facile stanchezza e sonnolenza abituale. La sonnolenza particolarmente può costituire un buon filo conduttore per avviare alla scoperta di una pigrizia epatica Certo per se stessa è un sintomo che può condire svariati quadri morbosi di altra origine; vi sono, difatti, forme di sonnolenza legate ad alterazioni del sistema nervoso, altre dipendenti da cause infettive o tossiche, :: stono validi mezzi di profilassi ne della vita emotiva - Le s altre ancora in rapporto a squilibri di ormoni. Vi è inoltre la sonnolenza dei cardiaci o dei renali, quella da strapazzo fisico c quella dei convalescenti. Ma più frequente è una sonnolenza diurna, che deriva proprio da una insufficienza funzionale del fegato, e che può andare di pari passo con una insonnia notturna. Così, se al momento di alzarsi al mattino si è assaliti da una sensazione di stanchezza generale, ie membra appaiono pesanti, pigre ed inette le mani, impastata la bocca, cattivo l'alito, dolente l'addome, e si deve compiere uno sforzo per lasciare il letto ed intorpidita è la mente; se ciò si ripete quasi di norma, può darsi che si sin degli occulti inconsci malati di fegato. Ci si può spiegare in tal modo perché certi uomini d'affari nelle prime ore di ufficio siano incapaci di seguire un rapporto, senza rinnovare inconsciamente una domanda fatta poco prima ed alla quale è già stata data risposta. Non si tratta di distrazione ma di uno stato di assenza, in cui la mente è obnubilata, velata. Ed il velo cade poi, quasi d'improvviso, verso la fine del mattino. Allora il soggetto ha la percezione del risveglio e subito riafferra la capacità di lavorare. Analogamente si comprende perché certi studenti, nonostante la buona volontà, non riescono a prestare attenzione nelle prime lezioni della mattinata. Tale sonnolenza mattutina può trovare una certa spiegazione nell'insonnia notturna; ma nei sofferenti di fegato, larvati o manifesti, c'è un altro perìodo dì sonnolenza pomeridiana, che viene addebitata, invece, alla digestione troppo laboriosa del pasto meridiano; soprattutto quando esso è incongruo per la qualità degli alimenti non tollerati da un fegato compromesso, eccedenti, ad esempio, in grassi o in droghe, oppure consumati in troppa fretta. All'incirca un'ora dopo i pasti, poco più poco meno, il soggetto viene colto da un bisogno imperioso di fare un pisolino. Al risveglio non gli torna più pronta la vivacità dell'attenzione e delle forze. Un torpore' meritale, quasi un intontimento, persiste a lungo e la lettura resta offuscata, pigra la scrittura, stentata la conversazione. Solo in capo a qualche ora si riaffaccia la freschezza e l'agilità della mente. E' chiaro che in simili casi convenga far dare una ripassatina al fegato, pronti a sottoporsi ad una migliore igiene alimentare e fisica. Sempre, comunque, ricordando che è in genere meno pericolosa per i « piccoli epatici » una discreta indigestione sporadica, che il ripetuto scarto dietico quotidiano. In quanto al problema dei grassi v'ha da dire che esso sta subendo un certo ridimensionamento nei riguardi del fegato, sia in fatto di quantità che -di qualità, tenendo presente l'imprortanza di non scivolare in diete squilibrate, inadeguate al mantenimento della salute. Nei riguardi dell'attività fisica non si dimentichi che la sedentarietà è un fattore predisponente all'epatismo; mentre il movimento, nel sano, è un ottimo mezzo per attivare la funzionalità del fegato. Infine un ottimo precetto profilattico sta nel saper mitigare emozioni e preoccupazioni; tlllTIIIIIlllllMM ili flIIMIMMIt IlMIlli : igiene alimentare, bando onnolenze del pomeriggio che grande è la loro influenza indiretta sulla funzionalità epatica, tramite il complicato e delicato meccanismo del sistema nervoso vegetativo. Angelo Viziano Crisi nel comitato della « Cuneo-Nizza » Cuneo, 3 gennaio. (n. m.) Quasi sicuramente il sindaco di Cuneo, prof. Mario Del Pozzo, si dimetterà da presidente del comitato « prò ricostruzione ferrovia CuneoVentimiglia-Nizza ». La notizia è trapelata stasera a conclusione di una riunione del comitato, alla quale erano presenti vari sindaci delle valli Roja e Vermenagna. A quanto pare il prof. Del Pozzo motiverà le sue decisioni con il « contegno scorretto e tendenzioso di alcuni membri del comitato >. Nel corso dell'animata discussione il prof. Del Pozzo ha tenuto a precisare che non desisterà, comunque, dallo svolgere la sua opera a favore della ricostruzione del tronco ferroviario internazionale, nella sua qualità di sindaco di Cuneo. A quanto risulta il gesto del prof. Del Pozzo sarà imitato dai sindaci di Borgo San Dalmazzo e di Vernante. U111 r 1111T ] ! [ ! ! ( 11 r 1 ! 11111111 ] 1111 ! IM111111 ! 111111

Persone citate: Angelo Viziano, Del Pozzo, Mario Del Pozzo, Roja

Luoghi citati: Borgo San Dalmazzo, Cuneo, Nizza, Vernante