Vedono,, a. miiisurdl di strini-lueg

Vedono,, a. miiisurdl di strini-lueg Vedono,, a. miiisurdl di strini-lueg I prodigi dei radiotelescopi Gii americani stanno costruendo a Sugar Grove il più grande del mondo: 180 metri di diametro, 200 metri di altezza, oltre 20.000 tonnellate di peso - Esso darà una «carta del cielo» a distanze inimmaginabili; e per i corpi celesti vicini (come il Sole), consentirà di studiarne temperatura, composizione, genesi delle tempeste magnetiche Il telescopio dell'Osservatorio di Monte Palomar pur restando il più grande strumento ottico del mondo, col suo specchio di vetro che misura cinque metri di diametro, è stato già da alcuni anni sorpassato dal radiotelescopio di Jodrel Bank col suo specchio di acciaio di 75 metri di diametro. Anche questo sarà detronizzato quando, fra breve, entrerà in funzione il radiotelescopio, che viene eretto negli Stati Uniti, vicino alla città di Sugar Grove in West Virginia. Avrà lo specchio, anche questo metallico, di ben 180 metri di diametro, sarà alto duecento metri e occorrono 20.000 tonnellate di acciaio e 600 di alluminio per la sua costruzione. Telescopi ottici, e radiotelescopi si integrano'nello studio dell'universo e fanno a gara per arrivare a distanze sempre maggiori nelle sue profondità che sembra non abbiano confini. H telescopio ottico di Monte Palomar arriva a fotografare sistemi extragalattici, cioè sistemi simili alla nostra Via Lattea o Galassia, fino a circa un miliardo di anni-luce. Recentemente alle lastre fotografiche sono state sostituite cellule fotoelettriche ed amplificatori, che rivelano oggetti celesti la cui debole luce non è sufficiente per impressionare le lastre fotografiche. Si aumenta quindi la potenza del telescopio, come risulta dai primi esperimenti, fino a circa 100 volte, arrivando così a di stanze che si calcolano a due miliardi di anni-luce. (Si pensi che la luce percorre 300.000 km. al secondo, e che in una sola giornata ci sono 86.400 secondi!). Distanze ancora più grandi si raggiungono con i radiotelescopi, perché mentre è molto difficile lavorare uno specchio ottico di più di cinque metri di diametro, è relativamente facile fabbricare quello di acciaio con dimen sioni tanto maggiori. Queste sono necessarie, non solo per raccogliere il debole flusso di radio-onfle che arriva da quei lontani corpi celesti, ma anche per individuarli e separarli gli uni dagli altri, cioè per essere certi del punto celeste dal quale provengono. Si sa, dalle esperienze fatte finora che, mentre per oggetti cele?stl più vicini, stelle nuove, ne bulose, ammassi, appartenent alla Via Lattea o fuori di que sta a non grandi distanze, co me è, per esempio, la nebulo sa di Andromeda, si identifica l'oggetto che invia le onde lu minose con quelle radio, per oggetti più distanti e per quel li che fotograficamente per il loro debole splendore non si possono individuare, il radio telescopio è il solo che ci sve la la loro esistenza. Il radiotelescopio di 180 me tri sarà usato, oltre che per ricevere le radio-onde emesse dagli oggetti celesti o dai satelliti artificiali per seguirli nel loro cammino, anche co me trasmettitore, per determi nare, con precisione ancora maggiore di quella oggi nota le distanze dei corpi compó nenti il sistema solare. Come è già stato fatto con i radio telescopi finora esistenti, usandoli come radar sì possono inviare fasci di radio-onde sul sole o sul pianeti e riceverne di ritorno l'eco. Poiché si co nosce la velocità della luce e si può misurare il tempo trascorso dall'invio del segna le al suo ritorno sulla terra, si determina la distanza del corpo celeste con grande precisione. Nel caso del sole che è avvolto, come sappiamo, da estese atmosfere di gas, quali sono la cromosfera e la corona, il tempo impiegato dal radio-segnali, per andare e ritornare dal sole, potranno in formarci sulla profondità dei vari strati attraversati dagl stessi o sul luoghi dove acca dono 1 fenomeni che sconvol gono la sua superficie. Forse si potrà anche scoprire l'eco riflessa dalle nubi di particelle che durante quei fenomeni sono lanciate dal sole nello spazio. I radiotelescopi esistenti hanno già dato qualche informazione sulle temperature do minanti sulle superflci di Ve nere, di Marte e di Giove, che si ricavano dalla densità del flusso delle radio-onde che esse trasmettono. Per Venere, per esempio, si è trovato che a lunghezze d'onda cernirne triche la temperatura alla sua superficie è di 330° C, mentre la temperatura misurata nella regione infrarossa dello spettro risulta di circa — 25° C Alla lunghezza d'onda di 10 cm la temperatura di Giove risul ta pure 330" C e a lunghezze d'onda maggiori si trovano temperature ancora più alte, mentre la sua temperatura nell'infrarosso risulta di —150" C, circa 30" più alta di quella calcolata dalla radiazione solare che arriva alla sua superficie. Tali risultati tanto diversi, che debbono essere confermati ed ampliati dal nuovo grande radiotelescopio, potranno di mostrare che le alte tempera ture misurate sono date da sorgenti di radiazione non ter mica, forse elettroni accelerati da intensi campi magnetici velocità vicine a quella della rfadlq r^otCe?ensco%rnsZea fwTsol fosse stazionarlo si potrebbe arrivare a ricevere radio-onde dalle più lontane galassie fino parecchi miliardi di anniluce. Ma l'evidenza delle osser vazioni porta a credere che 'universo sia in espansione e quindi alle maggiori distanze le galassie fuggenti con velo cita vicina o uguale a quella della luce non possono più es sere visibili o inviare radioonde. Ricordiamo che per quo lontanissimi sistemi, che noi possiamo ancora osservare, ,a loro luce è in viaggio da miliardi di anni e quindi noi li vediamo come erano miliardi di anni fa. E' quindi possibile avere qualche informazione della evoluzione di quel sistemi, confrontandoli con quelli noi relativamente vicini , a cui luce impiega per giunge:e a noi, solo milioni o centinaia di migliaia di anni-luce. Le geniali ricerche di M. Ryle del laboratorio Cavendish a Cambridge (Inghilterra), eseguite con radiotelescopi di notevole potenza e sensibilità, ci informano già che la maggior parte delle sorgenti di radio-onde devono essere oggetti extragalattici rari e potenti, la cui radioluminosità eccede quella della nostra Via Lattea o delle galassie a noi relativamente vicine, come è quella dì Andromeda, di circa mille volte e per alcune anche diecimila volte. Si è potuto identificare qualcuno di questi oggetti con galassie esterne già note fotograficamente, ma per la maggior parte di esse non si trova alcuna corrispondenza nemmeno nella grande carta fotografica del cielo eseguita a Monte Palomar. Col nuovo radiotelescopio e con altri che si costruiscono e si perfezionano in tutto 11 mondo, si potranno confermare ed ampliare questi primi risultati ottenuti da Ryle. Si potrà forse provare se i lontanissimi sistemi osservati sieno ancora in un primo stadio di evoluzione, soggetti a gran diost fenomeni, come, per esempio, collisioni fra galassie o esplosioni di stelle come acca de per quelle dette « super nuove > ed altri cataclismi av venuti su quei mondi miliardi di anni fa, che a noi soltanto ora è dato di osservare. - Giorgio Abetti dell'Osservatorio di Arcetri . :— Ripresa l'attività del vulcano Etna (Dal nostro corrispondente) Catania, 1 gennaio. (e.) Dopo un breve periodo di stasi, l'Etna ha ripreso la sua attività esplosiva ed eruttiva. Le esplosioni del cratere subterminale di nord-est sono particolarmente intense susseguendosi ad un ritmo di trequattro al minuto. Una piccola massa di lava incandescente, traboccata dall'orlo dello stesso cratere, si è diretta lentamente verso la Valle del Leone, percorrendo circa 300 metri.' La nuova manifestazione del vulcano è caratterizzata da giganteschi cerchi di fumo, che si innalzano nel cielo a grandi altezze e a brevi intervalli l'uno dall'altro. Osservato da Catania, il fenomeno acquista un notevole valore spettacolare. De * «" P d perde una causa con Zanichelli Bologna, 1 gennaio. Il produttore cinematografico Dino De Laurentils, di Roma, è stato condannato a pagare alla Casa editrice «Nicola Zanichelli ». di Bologna, la somma di tre milioni di lire per inadempienza contrattuale. La causa riguardava la mancata utilizzazione, per un film, del famoso libro «Da Quarto al Volturno » di Giuseppe Cesare Abba, di cui la editrice bolognese vanta ogni diritto. La vicenda giudiziaria risale all'inverno del 1960. Il 25 f ebora io di quell'anno, la «Zanichelli * citò in giudizio davanti a! Tribunale di Bologna, il titolare della Casa cinematografica «Dino De Laurentils» di Roma, per Inadempienza contrattuale. Dopo aver premesso di essere la titolare esclusiva di tutti i diritti di utilizzazione dell'opera di Abba, la Casa bolognese ricordò che, in vista del centenario della « Spedizione dei Mille », la « De i-iaurentiis » si rivolse a lei, offrendo di acquistare i diritti di utilizzazione cinema tograflca dell'opera in questio ne. per la produzione di un film rievocativo della leggendaria impresa garibaldina. La « Zanichelli », inizialmente riluttante a concludere un affare ritenuto del tutto estraneo alle sue tradizioni, fini col cedere, alle insistenze del la Casa romana e, per dimostrare di essere aliena da finalità di lucro, chiese, a titolo di compenso, la cifra di tre milioni: due milioni sarebbero stati versati, dalla «Zanichelli », agli eredi Abba con una lettera stesa e sottoscritta, il 25 febbraio 1960, dal presidente della « De Laurentils » e controfirmata, per accettazione, dal direttore generale della editrice bolognese.