A Caselle epilogo sanguinoso di un litigio fra coniugi

A Caselle epilogo sanguinoso di un litigio fra coniugi A Caselle epilogo sanguinoso di un litigio fra coniugi Dramma di uno sventurato ragazzo sedicenne causa involontaria delia morte di sua madre L'atmosfera di tensione in ffuori: quando tornò, all'al Nelle carceri di Cirio — dove è stato rinchiuso domenica, in stato di arresto — l'operaio Giacomo Balma, di Caselle, attende che la magistratura g'i comunichi l'imputazione di cui dovrà rispondere, per la tragica fine della moglie Maria Pereno. La au,.na, com'è noto, sabato sera era ruzzolata dalle scale durante un ennesimo litigio con il marito. La caduta aveva avuto conseguenze mortali: battendo il capo contro i tredici gradini che, dall'alloggio portano al pianterreno si era fratturata la base cranica, decedendo poco dopo il ricovero all'ospedale Mauriziano. Il sostituto procuratore della Repubblica dott. Fioravanti — che si occupa del triste episodio — prima di specificare il reato commesso dal Balma aspetta di conoscere l'esito della perizia necroscopica effettuata sulla vittima. Oltre alla natura delle lesioni che ne hanno causato la morte, il perito dovrà anche stabilire, attraverso l'analisi del sangue, se la sventurata era — come risulterebbe dall'inchiesta del carabinieri — in preda ad alterazione alcoolica. Qualunque sia il risultato della perizia, il Balma sarà processato per omicidio colposo o, nell'ipotesi più grave, per omicidio preterintenzionale. Durante gli interrogatori nella caserma dei carabinieri, egli | avrebbe infatti ammesso di aver jdato uno spintone alla moglie, jsul pianerottolo, sia pure senza ! prevedere che la poveretta sarebjbe precipitata sulla scala, j II dramma, svoltosi sabato sera nell'alloggio del Balma, in via Salga 52 a Caselle, ha messo in luce una situazione penosa e squallida, che ne è stato il lungo sconcertante prologo. La Pe- siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii famiglia era dovuta in granlba, nessuno gli disse che La madr.e morta, il padre areno, quando sei anni addietro aveva sposato il Balma, aveva già un figlio decenne. Giovanni. L'operalo lo adottò, dandogli il proprio nome. Cercò anche di accattivarsene l'affetto e la fiducia, trattandolo come se fosse figlio suo. Giovanni, purtroppo, è sempre stato un ragazzo difficile. Indolente, svogliato. Aveva frequentato le elementari fino alla terza classe, poi non aveva più voluto iiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii an parte al suo contegno - La la madre era rotolata dalle s arrestato: Giovanni ora è solo saperne di andare a scuola. Pur non essendo psichicamente anormale, lo studio gì1 riusciva Insopportabile. Da allora, in casa cominciarono i litigi. Giacomo Balma aveva l'abitudine di bere, forse eccedeva per dimenticare le amarezze familiari. Sulla perico loEa strada dell'alcoolismo lo se guiva la moglie: era come gettare olio sul fuoco, le dispute si moltiplicavano, sempre più aspre e arroventate. Il ragazzo, che ne era la causa, contribuiva a peggiorare la situazione. Al rimproveri del patrigno, alle scenate tra i due co niugi, rispondeva staccandosi ancor più dalla famiglia. Nonostante la giovane età, stava fuori d: casa fino a tarda notte, in compagnia di altri ragazzi sbandati Qualche volta si assentava per giorni e giorni, senza dar notizie. Al momento del dramma, sabato sera, 11 ragazzo era chissà dove, alla periferia di Caselle. Da una settimana aveva trovato lavoro come garzone muratore : della modesta paga, parte l'aveva consegnata al patrigno, il resto se l'era tenuto per le sigarette e i divertimenti. Giacomo Balma non vedeva di buon occhio il duro mestiere scello dal giovane: avrebbe preferito saperlo occupato in una fabbrica, con un avvenire meno Incerto. Soprattutto, rimproverava alla Pereno di averlo allevato senza disciplina, dì difenderlo quando cercava di tenerlo a freno. La lite esplose a poco a poco, come tante altre volle. Entrambi avevano bevuto, non si controllavano. La Pereno reagì, probabilmente, con maggior energia allo accuse del marito verso il figlio e verso lei stessa. Dalle pareti domestiche la baruffa si trasferì sul pianerottolo, l'uomo forse intimò alla moglie di andare alla ricerca del figlio, o magari di andarsene anche lei da casa. Uno spintone, un urlo, un corpo che rotola sui tredici scalini, una macchia di sangue che s'allarga attorno alla testa della donna. Questo l'epilogo della vicenda, tipica delle famiglie male assortite. Giovanni è rincasato alle 3,30 del mattino. Nella casa era tornato il silenzio, sulle scale non c'erano più le macchie di sangue, lutto sembrava come al solito. La porta della cucina era chiusa, ma il ragazzo non se ne preoccupò la sua camera è situata sul bai latoio, l'uscio era aperto, Gio vanni si svesti in fretta infllan dosi sotto le coperte. Alle 7 si sve a notte della tragedia era scale - Il patrigno arrestato gliò, senza curarsi dei genitori usci di casa e andò In paese, a prendere un caffè. Lungo la strada incontrò gente che lo, conosceva, e che era informata della disgrazia di cui era rimasta vittima la Pereno. Chiesero notizie della madre a Giovanni, lui cadde dalle nuvole. Comprese tuttavia che doveva essere successo qualcosa di grave, se il patrigno era stato trattenuto dal carabinieri e la madre era all'ospedale. Sali su un autobus, si presentò al Mauriziano: gli dissero che sua madre era morta. All'ospedale c'erano gli zìi e le zie, che abitano nella frazione Mappano. Lo hanno portato a casa loro, lo terranno fino a quando il suo avvenire non sarà deciso dall'autorità giudiziaria. Non sembra rendersi conto dell'accaduto, continua a ripetere che il patrigno era troppo severo, rin casava sempre alticcio. L'arresto di quattro persone per il furto nell'oreficeria I carabinieri hanno arrestato e denunciato quattro persone per il furto all'oreficeria Demeglio e altri reati. L'operazione ha avuto inizio con il fermo di Calogero Lo Presti, 19 anni, abitante In via Chiesa della Salute 84: alla richiesta di documenti il giovane aveva mostrato Inavvertitamente un fascio di biglietti da 10 mila di cui non sapeva spiegare l'ori gin e. II Lo Presti e suo fratello sedi cenne hanno confessato alcuni furti, fra cui mezzo milione in contanti da un'auto. Negano quel lo dell'oreficeria sebbene avessero in casa numerosi astucci vuoti con il nome del Demegiio. Sono seguiti gli arresti, per de: tenzlone non giustificata di valori, di Giuseppe Sardo, via Cot tolengo 21 e Antonio Puzzella, vii Pont 14, ambedue di 40 anni. In casa di uno di essi sono stati trovati alcuni astucci vuoti dell'oreficeria. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin