Due "fermi,, per il delitto di Sanremo La contessa fu strangolata in una lite? di Antonio Antonucci

Due "fermi,, per il delitto di Sanremo La contessa fu strangolata in una lite? Forse è questione di ore la soluzione del "giallo„ dell9ex-ballerina russa Due "fermi,, per il delitto di Sanremo La contessa fu strangolata in una lite? Un uomo e una donna sono rinchiusi da stanotte nelle guardine e interrogati dal Sostituto Procuratore della Repubblica - Gli inquirenti escludono il movente della rapina e ritengono che la nobildonna sia venuta a diverbio con due amici per la spartizione di una vincita alla « roulette » realizzata a Montecarlo - Uno dei suoi accompagnatori, in preda all'ira, avrebbe afferrato l'anziana vedova per il collo provocandone la morte per choc DAL NOSTRO INVIATO Sanremo, lunedì mattina. Le indagini sull'uccisione della contessa russa Aida Gontar vedova Bragadin starebbero per concludersi positivamente: questa la notizia che è trapelata stanotte dall'ambiente degli inquirenti. I carabinieri e la polizia, che hanno condotto serrate indagini sotto la direzione del Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Clemente, hanno operato due « fermi > che sembrano decisivi: si tratta di un uomo e di una donna che da ieri sera sono rinchiusi in guardina e interrogati ininterrottamente. L'inchiesta avrebbe permesso altresì di accentare che il movente del delitto non fosse stato quello della rapina: la contessa sarebbe stata uccisa in una lite, forse per la spartizione di una piccola somma di denaro vinto al gioco. Secondo gli inquirenti, l'ex-ballerina russa sarebbe venuta a diverbio con due persone e nel corso della lite una di costoro in preda all'ira l'avrebbe afferrata rudemente per il collo sicché l'anziana signora, le cui condizioni di salute erano già precarie, sarebbe morta per lo choc. OH aggressori, spaventati da quanto era accaduto, sarebbero fuggiti dall'abitazione senza toccare nulla. Si tratterebbe quindi di omicidio preterintenzionale e sostanzialmente esatti risulterebbero i due referti medici: quello del primo sanitario che attribuì la morte della contessa ad emorragia cerebrale e quello del perito medico legale, dott. Roverio, che rilevò sul collo dell'exballerina i segni di < uno mano forte e virile » concludendo che la morte doveva attribuirsi a strangolamento. Sulle reali cause del tragico diverbio gli inquirenti non hanno lasciato trapelare alcuna indiscrezione. Si è accertato tuttavia che la morte della contessa deve risalire alla notte fra il SS e il SS novembre scorso. La sera del ss, con un pullman di linea, la nobildonna era tornata da Montecarlo assieme ad alcuni amici: la compagnia aveva trascorso una serata nella casa da gioco del Principato di Monaco realizzando, a quanto pare, una discreta vincita alla roulette. Due persone della comitiva — pare un uomo e una donna — avrebbero accompagnato la contessa russa fino alla sua misera abitazione di via Arnaldo da Brescia 25. Di li sarebbe cominciata la lite, sul gioco e sulle vincite, che doveva concludersi con la morte della ex-ballerina. Quando « nel suo autunno decorato di gioielli », la contessa Aida Gontar Bragadin, cominciò a giocare alla roulette, non ne capiva nulla. Nemmeno in seguito, del resto. Ma all'inizio lei faceva del proprio meglio per atteggiarsi a gran dama, sempre indifferente alla buona o alla cattiva sorte. Recitava una parte, d'accordo, ma con un minimo di eleganza. Lei puntava i suoi gettoni a casaccio e di sicuro non ricordava mai dove erano andati a finire. Se per caso balzava su qualche pirata a sostenere che i gettoni vincenti erano suoi, anche quando il dubbio era vago lei li abbandonava con noncuranza. A quel ritmo, e insistendo, la rovina non poteva tardare a lungo. Istintivamente lei la sente arrivare ed il suo carattere si inacidisce. Va detto che questo carattere non era mai stato comodo, se esaminato nel suo fondo reale. Il marito, conte Alvise Bragadin, avrebbe potuto dirne qualche cosa di ben esauriente se in vena di parlare. Un giorno, un amico, vedendolo sanguinante al viso, gli domandò che cosa era. Egli ne diede la colpa al rasoio nel farsi la barba, ma erano invece ben chiare unghie di donna in preda a collera autoritaria. Le unghie di sua moglie. Ma il conte Alvise Bragadin non parlava quasi mai, se non al di fuori del suo raggio di affari complicato e misterioso. Men che meno egli parlava di sua mo- glie, della quale subiva il fascino slavo (sappiamo già che la Gontar era originaria di Odessa) genericamente convinto che ciò fosse molto romantico e degno di invidia. Quando i coniugi erano insieme, parlava soltanto lei, e in tono imperioso. Ma non divaghiamo troppo, Ritorniamo alla roulette. Con il ripetersi delle « bastonature » della sfortuna e con l'assottigliarsi del capitale disponibile, la giocatrice elegante diventa una specie di flagello. Lei continua a puntare i suoi gettoni a casaccio, ma reclama come propri, se fortunati, anche quelli che non sono assolutamente suoi. E strilla, dà in ismanie. Finisce che al Casino di Sanremo non la vogliono più. Eccola allora dirottare su Montecarlo. Ciò è essenziale come pista da seguire per la scoperta del suo strangolatore. Regolarmente, tutte le settimane, da una a tre volte, lei ritira dalla sede sanremese della Cassa di Risparmio in corso Mombello, ventimila lire che cambia in franchi per andare a giocare a Montecarlo. Di quale somma totale lei disponga, segreto bancario- Ma va notato che il suo denaro, poco o molto che sia, non lo tiene a casa. I suoi amici di Sanremo, e alludiamo agli eventualmente sospettabili della malavita che frequenta lei, ciò lo sanno benissimo. Oltre all'ipotesi formulata dalla polizia e che abbiamo riferito in apertura, può anche darsi che uno abbia voluto controllare da vicino come stavano le cose, che accompagnandola sotto pretesto d'amore venale, le abbia ingiunto drammaticamente di scegliere tra la borsa e la vita e che le abbia tolto la vita per poi cercare più agevolmente la borsa. Ma in tal caso doveva rima¬ nere in quel misero ambiente una qualche traccia di lotta per sopravvivere e di disordine per aver frugato qua e là. Invece, nulla. Si è anche parlato di due milioni di gioielli nascosti da lei in uno scrigno. Se ci fossero stati, di certo anche lo scrigno sarebbe stato nascosto, con la conseguente necessità di mettere un po' sossopra tutto quanto per scovarlo. Ma si può escludere senz'altro che lei tenesse lì questo modesto denaro o che lo avesse comunque: Altra ipotesi sulla sua fine sciagurata potrebbe essere questa. La Bragadin nella sua ultima gita a Montecarlo ebbe un po' di fortuna. Lei, come sappiamo, anche a S7 anni, anzi quasi 68, non aveva affatto rinunciato agli uomini ed era sempre meno schizzinosa nello sceglierli. D'altronde anche quando era giovane e bellissima, prendeva a casaccio. Ora, può darsi, che un miserabile abbia notato la sua vincita, che l'abbia seguita fino a Sanremo senza destare in lei nessun sospetto e lei sia stata ben felice di portarselo a casa. La scena seguita deve essere stata fulminea. Lo strangolatore doveva essere uno pressoché di mestiere, in ogni caso ottimo conoscitore della anatomia umana. Lo schiacciamento della trachea, riscontrato sul cadavere, parla di una paralisi immediata seguita da morte. Allora egli ha allungato la donna sul letto come se dormisse, le ha portato via il suo piccolo o grosso bottino in denaro, trascurando un braccialetto d'oro che lei aveva al polso e che avrebbe potuto anche tradirlo. Chiusa a chiave la porta, è scomparso. Su altre piste eventuali che la polizia possa seguire, non è dato'sapere nulla. Sono stati interrogati anche altri individui (oltre i due < fermati *), i soliti tirati in ballo negli affari sospetti,, Essi hanno dichiarato di non saper nulla o hanno sommerso quel poco di possibile verità in un tale ammasso di bugie che risolarla sarà un'impresa ardua e probabilmente sterile. . Antonio Antonucci La contessa Bragadin all'epoca della «belle epoque»

Persone citate: Alvise Bragadin, Bragadin, Roverio