Duemila tecnici cinesi in Albania sostituiscono i russi richiamati da Kruscev di Paul Yankovitch

Duemila tecnici cinesi in Albania sostituiscono i russi richiamati da Kruscev Pechino vuol fare di Tirana un «osservatorio» sull'Europa Duemila tecnici cinesi in Albania sostituiscono i russi richiamati da Kruscev Il grave dissidio con Mosca ha isolato completamente gli albanesi dai «satelliti» del blocco sovietico - Il paese non ha risorse economiche; senza l'aiuto della Cina non potrebbe sopravvivere - I capi comunisti di Tirana governano con il terrore su un popolo oppresso dalla miseria; ma abitano in ville lussuose, dispongono di cuochi e di domestiche, hanno l'automobile (Nostro servizio particolare) Parigi, 27 dicembre. Com'è potuto accadere che l'Alhania abbia sposato la causa di Pechino e sia insorta contro Mosca? I legami stretti in passato con il Cremlino, la distanza dalla Cina, il rischio di rimanere isolati dagli altri partiti comunisti europei non avrebbero dovuto consigliarla a schierarsi a fianco dei sovietici? Per capire l'estremismo dei capi di Tirana, il loro culto per Stalin ed i metodi sanguinari del defunto tiranno, è necessario ricordare la storia recente del partito comunista albanese. Le epurazioni, pubbliche o segrete, r "o state numerose nel dopoguiira. La più vasta fu quella tra il 1948 ed il 1953. L'espulsione della Jugoslavia dal Cominform fu un'eccellente occasione per scatenare, col pretesto della lotta al « titoismo >, un'ondata di terrore in tutto il paese. Si calcola che siano stati uccisi od internati, in quegli anni, alcune decine di migliaia di membri del partito e di semplici cittadini. In Albania c'erano allora quattordici campi dì concentramento e ventidue prigioni per detenuti politici nei quali languivano più di 30 mila persone, vale a dire il 2,5 per cento della popolazione totale. Gli arresti venivano, e sono tuttora, compiuti in base alla famosa legge sulla repressione del < terrorismo >, promulgata il 26 febbraio 1951. E' probabilmente un esempio unico nella legislazione del nostro tempo: autorizza il processo in assenza degli imputati e rifiuta al condannato il diritto all'appello o alla grazia. Altre armi < legali » a disposizione del regime sono i dee. e ti sull'« urbanesimo > e sulia. mobilitazione civile. Il primo consente alla polizia di ordinare a chiunque di lasciare il proprio alloggio e di cederlo ad altri, « nell'interesse dello Stato >; il secondo dà alla polizia la facoltà di trasferire qualsiasi cittadino in un angolo qualunque del paese, per lavorare in fabbrica o nei campi, senza riguardo delle sue attitudini o dei suoi titoli di studio, Tra le vittime della prima epurazione si trovano i nomi di cinque membri effettivi e di un « supplente > del Praesidium, di uria dozzina di componenti il Comitato Centrale, di una ventina di generali ed altri ufficiali superiori. La seconda ondata epurativa cominciò con la conferenza dì Tirana, nell'aprile 1956. Sotto l'impulso del 20° Congresso sovietico, un certo numero di delegati aveva solle vato il problema del ristabilimento della democrazia nel partito e preteso — delitto ancor più grave — delle spiegazioni sui processi contro i « ti toisti >, poi giustiziati. Dopo sette giorni di discussioni inin terrotte e violentissime, Hodja e Shelm sconfissero gli opposi tori. Le epurazioni ripresero e continuarono fino al febbraio 1961. Più di quaranta membri del Comitato Centrale furono liquidati. Oggi la maggior parte de gli alti funzionari di partito abitano in un quartiere di Tirana chiamato c Zona milita' re >. E' protetto da soldati ed agenti della polizia segreta (Sigurimi) e circondato da cartelli che ammoniscono «Proibito entrare». Vi si tro vano ospedali ed ambulatori, scuole per i figli dei dirigenti negozi ben forniti di generi provenienti tanto dai paesi comunisti che dai «capitalisti»; c'è un club con cinema, bar (le consumazioni sono gratuite) ed un apparecchio tv che può captare solo i programmi italiani, non esistendo in Al bania alcuna stazione televisiva. I membri del Comitato Centrala dispongono di villette per le quali non pagano affitto; lo Stato assicura gratuitamente a ciascuno un cuoco, due cameriere, un autista ed una macchina. Passano la lo ro giornata nel quartiere re sidenziale; non vanno mal in città e non si mescolano alla popolazione se non in casi eccezionali. Non li si vede mai sul boulevard Stalin, dove, soprattutto d'estate, la gente comune ama passeggiare. II primo conflitto aperto fra russi e albanesi scoppiò alla conferenza di Bucarest nel giugno 1960. In termini particolarmente violenti, Hodja criticò la politica di Kruscev, soprattutto il suo comportamento verso gli occidentali e la Jugoslavia, e fece l'elogio postumo delle « giuste posizioni » di Stalin. Kruscev non parve dare gran peso all'attacco; ri cinenmcrcvRRvinlavcpuKspttqdaldscscKgacTdmHccHncaqttNstrapsmcciPgibiutgaclGt „„„ „. „„„ 1 spose con sarcasmo che era pronto ad .esportare in Al- Lbania tutti 1 monumenti di Stalin .-he possediamo». L'incidente di Bucarest se-Ugnò tuttavia l'inizio della rot-; tura completa. Le riserve deiidirigenti di Tirana verso ili20" Congresso di Mosca, le epu razioni continue, deplorate da Igli stessi attivisti albe-esi,|l'opposizione di Hodja al mi-\glioramento dei rapporti rus so-Jugoelavi, scatenarono la.\ collera di Kruscev, che inviò in Albania numerosi emissari e denunciò gli errori di Tirana agli 81 partiti comunisti del mondo. Nel blocco sovietico si cominciò a parlare dell'* affare albanese »; corsero voci secondo le quali Mosca meditava di « espatriare » Hodja in Russia, come aveva fatto con Rakosi all'indomani della rivolta ungherese. Hodja stava in guardia; raddoppiò la vigilanza e, a poco a poco, si avvicinò completamente a Pechino. Dopo la conferenza degli 81 partiti comunisti a Mosca ed un nuovo alterco fra Hodja e Kruscev, il capo albanese lasciò la Russia sbattendo la porta. Torriato in patria allontanò altri membri del Comitato Centrale, organizzò 11 quarto congresso per consolidare la sua posizione in seno al partito e condannò a morte l'ammiraglio Teme Sejko, capo della flotta, conosciuto per i suoi sentimenti filo-russi. Anche due funzionari del ministero degli Esteri furono fucilati come « spie » dell'Urss. Kruscev reagì con il 22° Congresso; ma 1 nuovi attacchi albanesi alle « calunnie » del capo del Cremlino indicano che Tirana non si è lasciata prendere alla sprovvista. Le misure adottate a Mosca mettono tuttavia il regime di Hodja in una situazione difficile. I sovietici esigono che i capi albanesi siano sostituiti; Hodja ed i suoi scherani sanno che firmerebbero la loro condanna a morte il giorno che abbandonassero il potere. Per questo hanno accettato la lotta, avendo al fianco un potente alleato: la Cina. L'Albania è un paese povero. Non possiede materie prime, se si escludono un po' di petrolio e qualche risorsa mineraria. L'agricoltura è ancora arretrata, l'industria muove i primi passi. Senza l'aiuto con sistente degli altri paesi co munisti, non avrebbe potuto compiere alcun progresso. Ora che la rottura con Mosca ed i suoi « satelliti » è completa, Pechino rimane l'unico sostegno per l'Albania; e sebbene i cinesi non navighino nell'ab bondanza, sono ir grado di snsnlqIsvpgDpfglscctzcertamente rifornirla dellol stretto necessario. Gli albanesi hanno già lanciato questo slogan: «Basta che i cinesi rinuncino ad una sola colazione, e noi avremo tutto quello che ci occorre». Per ora, Pechino sembra ben decisa ad aiutare Enver Hodja. Più di duemila cinesi avrebbero già sostituito, nell'industria, nell'agricoltura e nell'amministrazione, i tecnici sovietici richiamati a Mosca. La Cina manifesta chiaramente, con la sua attuale politica, la decisione dì fare dell'Albania un osservatorio in Europa e nel Balcani. Paul Yankovitch Copyright di « Le Monde » e per l'Italia de « La Stampa »