Forse potranno tornare all'isola i profughi da Tristan da Cunha

Forse potranno tornare all'isola i profughi da Tristan da Cunha Forse potranno tornare all'isola i profughi da Tristan da Cunha I danni dell'eruzione vulcanica sembrano limitati - Ma i giovani della comunità incominciano ad adattarsi alla vita moderna in Gran Bretagna e difficilmente partiranno (Dal nostro corrispondente) Londra, 27 dicembre. Per la prima volta, un funzionario britannico ha oggi ammesso la possibilità di un ritorno a Tristan da Cunha di alcuni dei suoi 262 abitanti ora in Inghilterra. «Non esiste prova specifica — ha affermato il portavoce del ministero delle Colonie — che giustifichi le teorie secondo cui gli isolani non potranno più tornare nella propria terra». I profughi sono arrivati in Gran Bretagna il 3 novembre. Due famiglie discendono da naufraghi camoglinì, i Lavarello ed i Repetto. Una prima valutazione del futuro dell'isola sarà fatta da una spedizione organizzata dalla «Royal Society» di Londra. Gli studiosi potrebbero partire per Tristan da Cunha fra qualche settimana e torneranno solo dopo aver stabilito, nei limiti del possibile, se l'attività vulcanica minacci di distruggere l'intera isola. Le uniche notizie giunte a Londra dopo l'esodo della popolazione provenivano da navi militari o mercantili in quelle acque. Secondo l'ultimo messaggio, la lava continuerebbe ad avanzare, ma il suo impeto sarebbe diminuito e quasi tutte le abitazioni sono intatte. Si sta avvicinando frattanto, per la piccola comunità, un momento assai importante. Ancora poche settimane, pochi giorni forse, e gli isolani potranno lasciare l'attuale campo, scomodo e provvisorio, a Mersham, nel Surrey, e trasferirsi in un altro ex campo militare, in zona sana ed amena, sulla costa meridionale, a Calshom, nello Hampshire. Troveranno non baracche, ma abitazioni in muratura; vedranno non una malinconica plaga, ma una maestosa foresta a nord e il mare a sud. Se i progetti si realizzeranno, è li, su quel terreno, che potrebbe nascere con il tempo una nuova Tristan da Cunha. Ma non tutti i 262 isolani intendono seguire questa strada, e per la prima volta nella sua storia la comunità dovrà spezzarsi. Andranno a Calshom circa cinquanta famiglie, cioè circa 160 persone. Gli altri profughi accetteranno lavori o impieghi in altre località, soprattutto a Londra. L'inevitabile è avvenuto: i giovani non hanno resistito al fascino, per quanto ingannevole, della cosiddetta civiltà moderna. Un caso tipico è quello di Gilbert ed Agnes Lavarello, uno dei tanti rami di questa prolifica famiglia camogtina. Lui ha trentun anno, le! ventiquattro. Si trasferiranno nella capitale, dove Gilbert farà il lattaio. «L'azienda del latte ci ha regalato un appartamento — ha spiegato la moglie —: ha otto stanze, tutte le comodità, perfino la lavatrice automati ca. Un giorno forse ci compreremo l'automobile ». Il saggio capo della comunità, il cinquantanovenne Willy Repetto, ha detto stasera: «Lo sapevo che sarebbe avvenuto. L'ho capito dal momento in cui lasciammo l'isola. I vecchi hanno solo ricordi e rimpian ti, ma i giovani non possono vivere del passato. Ogni novi tà eccita i loro cuori e la loro mente ». m. cj.

Persone citate: Agnes Lavarello, Cunha, Cunha I, Repetto, Willy Repetto

Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra, Londra, Surrey