Sgominata a Genova una banda che ricattava commercianti del porto e tenutari di bische

Sgominata a Genova una banda che ricattava commercianti del porto e tenutari di bische Episodi di «gangsterismo» rivelati da un9indagine durata 8 mesi Sgominata a Genova una banda che ricattava commercianti del porto e tenutari di bische Dieci denunce alla magistratura e cinque arresti - Il capo della «gang» è stato identificato ma è riuscito a fuggire Negozianti e organizzatori di giochi d'azzardo venivano minacciati e percossi se non pagavano la taglia imposta dai malviventi - Ferito a rivoltellate un biscazziere che rifiutava di versare una «tassa» di ventimila lire la settimana (Dal nostro corrispondente) Genova, 21 dicembre. Dopo otto mesi di difficili indagini, la Squadra Mobile è riuscita a scoprire ed a sgominare una banda di ricattatori che aveva imposto la sua costosa « protezione » ai negozianti della zona dell'angiporto e ai tenutari di bische clandestine. Ne ha dato notizia stasera il questore Lutri, presente il comandante della < Mobile » dott. Italo Campenny. Dieci persone sono state denunciate. Di esse, cinque sono in carcere; una sesta — cioè capo della < gang » — si è resa irreperibile èd' è ricercata in tutta Italia. Benché due anni fa la polizia fosse riuscita ad estirpare la malapianta della mafia indagando su un « regolamento di conti > avvenuto in un bar di via Bruno Buozzi, elmsrertcilpiedd<izl3dniiiiiiiiiiittiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiiiiiititiiiiiiiiiiit e che era costato la vita all'albergatore Francesco Mamone (mentre il figlio di costui, Giovanni, era rimasto seriamente ferito) la Questura era rimasta in allarme per il ripetersi abbastanza frequente di risse, di sparatorie e anche di ferimenti, di cui gli inquirenti avevano notizia solo con notevole ritardo e sempre in via confidenziale. La sera del SS aprile scorso, in un vicolo della zona di Prè, era avvenuto un episodio drammatico: il gestore di un dancing di via Gramsci, il <Silver Dollary, era stato duramente percosso da quattro individui sconosciuti. La polizia aveva potuto sapere che la vittima, Umberto Della Gaggia — un napoletano di 34 anni, noto nell'ambiente dell'angiporto con il soprannome di € O' Tubetiello > — tiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiitMMiiiitiin era stato aggredito all'improv- o a e l a 7 , i e . 0 a n a n a o e a e , ; a e viso, senza apparente motivo, mentre si trovava in compagnia di una sua amica, Giuseppina Fogli. Gli aggressori avevano picchiato con violenza il Della Gaggia, al punto che costui è tuttora zoppicante; poi gli avevano esploso sei colpi di pistola, davanti ai piedi, gesto dal significato intimidatorio più che evidente; quindi i quattro erano fuggiti con una macchina, trascurando la donna, la quale era stata dal canto suo colpita al petto da una pallottola rimbalzata sul selciato. L'interrogatorio degli aggrediti non aveva dato frutti poiché né il Della Gaggia né la sua amica avevano osato venir meno alla legge dell'omertà. Tuttavia gli inquirenti riuscivano a scoprire che i quattro individui erano calabresi e questo particolare, apparentemente secondario, rappresentò il filo conduttore delle successive indagini: infatti la aggressione subita dal Della Gaggia fu ricollegata ad una violenta rissa che qualche tempo prima aveva messo di fronte elementi della malavita di origine napoletana ad altri provenienti dalla Calabria e dalla Sicilia. In quella circostanza il gestore del c Silver Dollar-.» era intervenuto a difesa dei napoletani, sparando alcuni colpì di pistola in aria. Proseguendo gli accertamenti su questa pista, la Squadra Mobile ha potuto accertare che due giovani calabresi avevano organizzato una catena di ricatti, degna dei rackets che ai principi del secolo avevano reso Chicago tristamente famosa. I malviventi avevano imposto rilevanti tangenti a tutti i negozianti dell'augi porto che in passato avessero avuto a che fare, a qualunque titolo, con la polizia: chi recalcitrava era fatto bersaglio a colpi di pistola ammonitori o pestato duramente; altrettanto era imposto ai tenutari di bische clandestine e a chi solito impiantare bancarelle volanti per il gioco delle « tre tavolette ». Uno di costoro — Vincenzo Ortoleva, originario di Aidone (EnnaJ — essendosi riluta to di versare la taglia (pare gli avessero imposto il pagamento di SO mila lire la settimana) era stato malmenato a sangue e ferito^ ad un piede con un colpo di rivoltella. Il capo dei racketers, secondo una circostanziata denuncio che la polizia ha presentato oggi alla Procura della Repubblica, era il calabrese Antonio Rampino di 3t anni, residente da molto tempo a Genova in via Pino Sottano. Costui aveva per . braccio destro il fratello Saverio di 31 anno, domiciliato in via Berghini 65, nel quartiere di San Fruttuoso. I Rampino sono da tempo noti alla polizia. Tra l'altro il loro padre, Marcello, sei anni fa uccise un altro calabrese, Pasquale Catanoso, per una questione di denaro che non si riuscì a chiarire esaltamente. L'assassino, dopo essersi tenuto per parecchio tempo latitante, fu arrestato a Imperia dalla polizia genovese. La Corte d'Assise lo aveva condannato in contumacia a SI anno di reclusione; Marcello Rampino, poi, morì in carcere. I fratelli Rampino, per potere imporre le loro taglie e riuscire a prevalere sulla malavita napoletana, avevano assoldato « guardie del corpo > fatte convenire appositamente dal Meridione. Bono i quattro cGddTsipgAManPlistestarmvinccpoTcqtccpfgbmUiutGzecgpvlpEvemdpaeedncAmdsdacGmlbrsnaicIntlc che percossero Umberto Della Gaggia nel mese di aprile; uno di essi sarebbe anche l'autore dell'aggressione all'Ortoleva. Tutti costoro avevano avuto sentore che la Squadra Mobile indagava sulle loro triste imprese e avevano cercato di fuggire: infatti solo il siciliano Antonio Frisone di 32 anni, da Messina, il quale fungeva da autista, è stato arrestato a Genova. Michele Caristi di Ss anni da Palmi Calabro e Giuseppe Gulli di 26, da Laurana di Borrello sono stati <fermati» una settimana fa a Reggio Calabria ed immediatamente trasferiti sotto scorta a Genova. Il quarto uomo — Michele Vitali di 26 anni originario di Siderno Marina — è stato arrestato ieri mattina in porto, mentre cercava di imbarcarsi su una nave in partenza per la Francia, Anche Saverio Rampino è caduto nelle mani della polizia cinque giorni fa, mentre il capo dei ricattatori è riuscito per ora a sfuggire alla cattura. Tutti e sei sono stati denunciati per associazione a delinquere, concorso in duplice tentato omicidio ed estorsione continuata aggravata. La Mobile, che non ha ancora completato le indagini, ha potuto inoltre scoprire che i fratelli Rampino avevano organizzato anche una seconda banda, formata questa di spe¬ miiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiinniiiii cialisti in furti in appartamenti. Essi sceglievano le abitazioni da svaligiare; studiavano il « colpo », accompagnavano sul posto in auto i loro specialisti e li ' attendevano per fuggire poi con il bottino. I ladri assoldati dai Rampino sarebbero Giuseppe Monsignore di £9 anni da Palermo, Eligio Angolano di 25 da Taranto, Vito Caiazzo di SO da Mazzara del Vallo ed Angelo Scotto Di Perta di 21 anno da Bagnara Calabro. Costoro sono stati denunciati a piede libero per furto. Si è potuto appurare che hanno portato a segno non m'èno di'venti furti. Nel còrso dell'operazione la polizia ha inoltre sequestrato tre pistole. c. m.