Ciombe riconosce il governo del Congo Lo secessione del Katanga pare finita di Giovanni Giovannini

Ciombe riconosce il governo del Congo Lo secessione del Katanga pare finita I termini dell'intesa eon l'autorità di Lèopoldville Ciombe riconosce il governo del Congo Lo secessione del Katanga pare finita Il capo ribello ha firmato troppo in fretta un compromesso che equivale ad una capitolazione: manterrà gli impegni? - La rivolta della ricca provincia, sostenuta da potenti interessi, è durata un anno e mezzo - Ad Elisabeth ville qualche mercenario spara ancora (Dal nostro inviato speciale) Lèopoldville, 21 dicembre. Dopo diciotto mesi di vita la repubblica del Katanga ha di fatto cessato di esistere stanotte quando nella base dell'Orni di Kitona, sull'estuario del fiume Congo, Moise Ciombe ha firmato un documento che costituisce un puro e semplice atto di capitolazione. Il testo è a tal punto una totale capitolazione che quando stamane il ministro centrale delle Informazioni, Ileo, ce ne ha consegnato una copia, noi, pur scusandoci, abbiamo chiesto e ottenuto di vedere l'originale firmato dal leader del Katanga. Anche sul piano formale occorre rilevare che non si tratta in nessun modo di un accordo, o compromesso, tra le parti, ma di una rinuncia e un impegno unilaterali: su questo piano l'unica magra soddisfazione di Ciombe è stata la consegna del documento non direttamente nelle mani dì Adula ma attraverso Buriche, vice-segretario generale dell'Onu. La capitolazione appare evidente fin dalla sesta parola, dove per la prima volta in un anno e mezzo di durissimi contrasti e lotte sanguinose, Ciombe definisce il Katanga non Stato, ma provincia. Beco il testo integrale: « Il presidente del governo della provincia del Katanga accetta l'applicazione della legge fondamentale del 19 maggio 1960 (che sancisce l'integrità del paese); riconosce l'unità indivisibile della repubblica del Congo: riconosce il presidente Kasavubu come capo dello Stato; riconosce l'autorità del governo centrale su ogni parte, della repubblica; accetta la partecipazione di rappresentanti della provìncia del Katanga alla prossima riunione del 3 gennaio 1962 in Lèopoldville della commissione governativa incaricata di studiare ed esaminare il progetto di Costituzione; si Impegna a prendere tutte le misure per permettere a deputati e senatori katanghesi di esercitare in seno al governo della repubblica il loro mandato nazionale a partire dal 27 dicembre 1961; accetta che la gendarmeria del Katanga sia messa sotto l'autorità del presidente della repubblica; si impegna a far rispettare le decisioni dell'Assemblea Generale e del Consiglio di Sicurezza e di agevolarne l'esecuzione >. Sull'accordo, il vice segretario generale dell'Orni, Bunche, ha dichiarato: «A Kitona è stato compiuto un passo molto importante verso la stabilità, l'unità, la pace in Congo. L'atteggiamento delle parti, in due giorni e due notti di consultazioni intense, spesso vivaci, costituisce il fatto senza dubbio più incoraggiante. Anche se non senza difficoltà, è prevalsa la ragione, ha trionfato il buon senso, e dobbiamo congratularci sia col signor Adula sia col signor Ciombe per lo spirito costruttivo, patriottico ». Non è stato dato alcun particolare sull'incontro, tranne il disagio di Ciombe, evidente di fronte alla pesantezza delle condizioni di Lèopoldville (ad un certo punto Ciombe avrebbe detto: «Come potrò farle accettare dal miei ministri? »). Tra i molti obblighi da lui assunti, a Kitona, particolarmente importante e urgente per tutti è l'ultimo: rispettare e facilitare le decisioni del Consiglio di Sicurezza significa far cessare il fuoco ai katanghesi e soprattutto farlo cessare ai mercenari che isolatamente hanno continuato a sparare (stamane però la situazione in Elisabethville sembra calma) e che dovranno essere rimpatriati nei rispettivi paesi. Forse non sarà una cosa facile, specie per quelli (non pochi'» che hanno conti da- regolare con la giustizia del paese di origine Ma soprattutto non sarà facile per Ciombe calmare la minoranza, che non si attendeva la sua capitolazione to tale II capo del Katanga ten terà di' sottolineare l'unico punto a suo favore, il quinto, dove elegantemente si ricorIda che esiste da tempo una commissione generale incaricata di esaminare la riforma della Costituzione, e che in essa i delegati katanghesi potranno agire per ottenere la massima autonomia per ciascuna delle sei province, la loro compresa. Infine dobbiamo raccogliere la voce che, a Kitona, Ciombe abbia chiesto, in cambio del suo' ritorno alla disciplina nazionale, uno dei due posti di vice presidente del consiglio, e per i suoi, quattro degli infiniti posti di ministro; Adula, a voce, non si sarebbe mostrato contrario, opponendosi soltanto fin d'ora alla concessione dei dicasteri chiave della Difesa e degli Interni, mentre è favorevole per quello delle Finanze. Questa voce, per quanto senza nessuna conferma, sembra fondata, in quanto èia più corrispondente alla realtà della situazione congolese. E proprio questa realtà ci impone di fare cenno anche all'ipotesi che Ciombe, come ha già fatto infinite altre volte, dopo aver firmato, si rimangi tutto. . Pure, oggi la situazione è differente. I precedenti impegni violati da Ciombe erano stati assunti sempre soltanto verso il governo centrale; questa volta l'impegno è anche verso le Nazioni Unite, che prima gli hanno dimostrato di essere decise ad usare la forza, poi hanno fatto da mediatrici, e infine verso gli Stati Uniti, il cui presidente, su invito di Ciombe, ha inviato un rappresentante personale per tentare la via di un accordo. Ricordiamo che nel Congo esistono di fatto tre centri di potere: Kasavubu-Adula nelle province della capitale, dell'Equatore e parte del Kasai; Ciombe nel Katanga; (Jizenga nella provincia orientale e nel Kivu. Anche se Ciombe è un ribelle, sono più vicini tra di loro i gruppi di Lèopoldville ed Elisabethville (lo stesso capo dello Stato, Kasavubu, ha sem pre sostenuto la tesi federali sta). Se davvero è cessato l'ottuso oltranzismo del capo del Katanga, l'intesa completa viene giudicata possibile, anzi probabile. Si veda il punto sesto del documento di Kitona: il ritorno alla Camera e al Senato dei parlamentari katanghesi farà automaticamente passare in minoranza l'opposizione gizenghista, mettendo l'attuale ó il nuovo governo centrale in posizione di agire su un piano di perfetta legalità democratica. Sul piano della forza, un eventuale tentativo di Gizenga su scala nazionale sarebbe destinato in partenza al fallimento, mentre una parziale secessione nelle province orientale e del Kivu non potrebbe durare in quanto non sostenuta, come nel Katanga, da un impero economico e con alla frontiera un paese in appoggio come la Rhodesia. Non formuliamo giudizi, né facciamo previsioni. Segnaliamo dei fatti: siamo nel Congo, in un paese in condizioni così disperate da esigere un assestamento. In questo senso possiamo essere d'accordo con Bunche quando dice che a Ki tona si è fatto un passo impor tante verso la stabilizzazione, l'unità e la pace del Congo. Giovanni Giovannini

Persone citate: Gizenga, Moise Ciombe

Luoghi citati: Congo, Rhodesia, Stati Uniti