L'Indonesia rivendica la Guinea olandese minaccia la querra, ma accetta di discutere

L'Indonesia rivendica la Guinea olandese minaccia la querra, ma accetta di discutereMentre Me truppe di Xehru completano la conquista, di Goa L'Indonesia rivendica la Guinea olandese minaccia la querra, ma accetta di discutere Acceso discorso del presidente Sukarno, che invita esercito e popolazione a tenersi pronti per l'intervento militare - Appello di Kennedy alla prudenza; immediata risposta del capo indonesiano, che chiede i buoni uffici degli Stati Uniti - L'Olanda si dice disposta a negoziare, ma invia navi e truppe per difendere il territorio Inquietudine in Estremo Oriente Con un gesto improvviso di forza Nehru ha eliminato in poche ore i « brutti foruncoli sul bel volto indiano », come gli indiani avevano chiamato le « enclaves » portoghesi sul loro territorio; e bisogna credere che questi microscopici foruncoli dessero veramente un grande fastidio all'immensa India, se Nehru," apostolo del pacifismo e della non violenza, si è deciso a un tipo di azione che è la negazione precisa di questi princìpi. In realtà non v'era motivo particolarmente urgente perché venisse bruscamente risolta col metodo del fatto compiuto, proprio nel momento attuale, una questione che si trascinava da anni, da quando (nel '47) l'India è diventata indipendente. Ma appunto per questo è altrettanto valida la considerazione opposta: che se l'India aspettava la buona volontà di Lisbona, il dominio portoghese sarebbe potuto continuare indefinitamente su Goa e gli altri territori. E nessuno può negare che era un dominio anacronistico, poiché la civiltà di questa seconda metà del XX secolo ha ormai ripudiato il colonialismo, come del resto ha stabilito la recente risoluzione dell'Onu sulla decolonizzazione. In secondo luogo, per dirla con le parole del non sospetto Economist, « il colonialismo portoghese è poco più illuminato, nel suo Stato dell'India, di quanto lo sia in i Africa » ; e anche se Goa non ha visto le stragi feroci dell'Angola, si trattava sempre di un regime paternalistico, che in quattro secoli e mezzo (il Portogallo si impadronì di Goa nel 1510) ha fatto assai poco per elevare il livello civile della popolazione. Basti il solo dato relativo all'analfabetismo: il settantacinque per cento dei goani sono tuttora illetterati, mentre del rimanente venticinque per cento solo la metà circa parla e scrive il portoghese. Amaro sapore di ironia ha poi la pretesa di Salazar che tutte le province portoghesi di oltremare sono indipendenti, anzi godono « della stessa indipendenza della nazione portoghese ». Poiché ben sappiamo quale e quanta sia l'indipendenza e la libertà dei portoghesi sotto il regime fascista di Salazar, possiamo esimerci da ogni commento. Infine, se l'Inghilterra ha abbandonato di buona grazia Tinte ro impero indiano, se la Francia ha ceduto anch'essa gli « stabilimenti »» che possedeva in India, perché proprio il Portogallo doveva ostinarsi a mantenere il suo dominio? La dura legge della storia, dunque, come giocò a suo tempo a favore dei portoghesi, consentendo loro di conquistare con la forza un impero in Asia, li ha ora ripagati della stessa moneta, facendo sì che l'India strappasse al Portogallo, sempre con la forza, l'ultimo bran dello di quell'impero. Sotto il profilo della morale e del diritto internazionale, l'intervento dell'India è condannabile. Ma Nehru ha ragione quando sostiene che i goani sono indiani come tutti gli altri, in buona maggioranza anche per la religione (sessanta per cento di induisti contro il trentasei per cento di cattolici) ; e va pure ricordato che nel '54 gli indiani tentarono di liberare Goa pacificamente, znoospcqdscscon una marcia di volontari!inermi, che furono accolti a fucilate dalla guarnigione portoghese. La conseguenza forse peggiore del gesto indiano è stata che l'Indonesia si è subito preparata ad imitarlo, con le bellicose dichiara- zioni di Sukarno sull'imminente inizio dell'azione per occupare la Nuova Guinea occidentale, oggi amministrata dall'Olanda. Una considerazione superficiale può far credere che il caso sia analogo a quello di Goa e rientri quindi nel generale processo di smantellamento dei residui coloniali; in realtà le cose stanno in maniera diversa, come insegnano i dati elementari della geografia e dell'antropologia. La Nuova Guinea olandese è contigua all'Indonesia, ma qui si arrestano le giustificazioni che può accampare Sukarno ; per il resto, essa appartiene ad un altro continente l'Oceania. Gli abitanti sono rimasti sin quasi ad oggi a uno stadio talmente primitivo di civiltà che farne cittadini di uno Stato degno del nome è impresa veramente ardua ; richiede comunque un'ade¬ guata preparazione, che il governo olandese si è impegnato a fornire, non come un pretesto per mantenere il proprio dominio, ma per assoluta necessità di cose. Giusto quindi, se vogliamo, che pure i papuasi siano sottratti al dominio coloniale, ma non per ricadere sotto quello di Sukarno, poiché questa sarebbe la conseguenza del passaggio della Nuova Guinea all'Indonesia. H nazionalismo virulento dei popoli appena giunti alla indipendenza, insomma, non deve usurpare i panni onesti dell'anticolonialismo. Ferdinando Vegas La Nuova Guinea è divisa in due parti.quasi eguali. L'occidentale, amministrata dall'Olanda ed ora rivendicata dall'Indonesia, ha una superficie di 412 mila kmq. (un terzo più dell'Italia), ma solo 700 mila abitanti, in maggioranza selvaggi. E' ricchissima di giacimenti minerari. La parte orientale è sotto amministrazione australiana. Geograficamente, la Nuova Guinea è 'contigua all'arcipelago indonesiano, costituito da circa tremila isole, le maggiori delle quali sono Sumatra, Giava, Borneo, Celebes, Mollicene. L'Indonesia .capitale Giakarta) ha 90 milioni di abitanti su una superficie di 1 milione e mezzo di kmq. Religione prevalente è la musulmana