Cimbe sconfitto accetta di negoziare con il governo del Congo tramite gli Stati Uniti di Giovanni Giovannini

Cimbe sconfitto accetta di negoziare con il governo del Congo tramite gli Stati Uniti Mentre ed Elisabeth ville I "cecchini,, europei sparano ancora Cimbe sconfitto accetta di negoziare con il governo del Congo tramite gli Stati Uniti L'ambasciatore americano ed il capo del Katanga si incontrano oggi a Ndola, in Rhodesia; i colloqui con i dirìgenti di Léopoldville avverrebbero a Kitona, in territorio controllato dal governo congolese centrale - Ad Elisabethville occupata dai « caschi blu » l'Orni lancia « appelli di amicizia » alla popolazione -1 reparti katanghesi sono dissolti, quasi tutti i mercenari in fuga; ma i coloni bianchi resistono, asserragliati nelle case - Il comando delle Nazioni Unite rinuncia alla azione di forza contro di loro per evitare spargimenti di sangue - Le responsabilità del!'«Union Minière», il cui vice-direttore è morto durante la battaglia (Dal nostro inviato speciale.) Léopoldville, 18 dicembre. Le forze delle Nazioni Unite hanno preso possesso della capitale del Katanga alle ore 8 di stamane. Subito dopo l'alba, una colonna era andata formandosi lungo la. strada che collega l'aeroporto alla città, nel tratto tra l'ospedale della Croce Rossa Italiana ed il vecchio sbarramento che è stato sorpassato negli ultimi giorni ma che, fino al 5 dicembre, segnava il limite dello schieramento dei «caschi blu >. Anche simbolicamente si è voluto far muovere di lì la formazione, composta di indiani e malesi su quattordici mezzi blindati svedesi. La colonna si è mossa lentamente attraverso la fascia periferica, dove si sono svolti i combattimenti degli ultimi giorni, poi. è entrata decisamente irt città: attraversato il famoso tunnel stradale, è avanzata per tutta Vavenue Churchill e Vavenue Stanley. Solo in un punto i « caschi blu» hanno dovuto rispondere al fuoco di un nucleo di franchi tiratori, nascosti in una casa presso l'hotel Léopold IL Durante tutta, la lunga marcia, dagli automezzi dell'Onu sono stati lanciati migliaia di manifestini in francese e nella lingua locale. «Congolesi, uomini e donne del Katanga — dice un volantino verde che ho sotto gli occhi — le Nazioni Unite sono vostri veri amlcij hanno inviato le loro forze su richiesta del vostro governo legittimo per aiutare il vostro Paese a preservare la sua indipendenza e unità Esse non hanno interessi particolari. I soldati dell'Onu sono qui per assicurare 11 rispetto della legge e garantire l'ordine, e cercano di salvarvi dal caos, dalla fame e dalla rovina della guerra civile... Le Nazioni Uni te non vogliono Immischiarsi nella politica congolese, ma eliminare le nocive influenze straniere ed essere sicure che gli affari del Paese siano affidati al popolo congolese». Le case recano 1 «ègni dei eombatttaneriti. vAHrone ■;}ao*<& state colpite in pieno da colpì di mortalo, bakooza, mitragliatrici pesanti, artiglierie legge re. Le strade sono ingombre di veicoli distrutti (anche qualche mezzo blindato della gen darmeria katanghese) o abbandonati di ogni genere. Fra i mucchi di rottami e di sudiciume ammucchiatosi da quattordici giorni, giace qua! che cadavere in principio di putrefazione sotto l'alternarsi del sole torrido e dei rovesci di pioggia; ci sono anche alcuni feriti, subito raccolti. In questo irreale, doloroso scenario, compaiono ogni tanto gruppi di africani non ostili i quali anzi, con cenni di mano amichevoli, raccolgono i volantini e si riuniscono subito a compitarli. I « caschi blu » distribuivano anche un altro manifestino, indirizzato dal comandante in capo locale, l'indiano R-aja, ai gendarmi e al «paracommando> katanghesi: «E* un soldato che vi parla — diceva il volantino — e vi assicura che se collaborerete con noi vi tratterò con tutto il rispetto dovuto ai soldati. Non tirate su di noi e noi non tireremo su di voi: ne assumo impegno solenne. Se combatterete, noi avremo la meglio perché abbiamo la forza necessaria. Non slamo qui per farvi la guerra, ma perché non vogliamo vedérvi irretiti da mercenari stranieri che non si interessano al destino del Katanga, bensì soltanto ad inta-. scare quattrini: consegnateci questa gente che vuol condurvi alla rovina». Questa è infatti oggi la principale preoccupazione del comando dell'Onu: l'arresto oppure l'eliminazione dei franchi tiratori. Come era infatti prevedibile, in combattimento vero e proprio i reparti organizzati di Ciombe hanno opposto una scarsa resistenza, fore'anche minore di quanto si temeva. Praticamente si sono sempre ritirati dovunque. Solo all'Hotel Lido (che tempo addietro era gestito da italiani) reparti etiopici, dopo averlo occupato, hanno dovuto far fronte, sabato sera, al deciso contrattacco della gendarmeria katanghese ' guidata da bianchi; hanno perso sei uomini e sono stati costretti ad impegnarsi a fondo per spazzar via gli avversari. In complessivi tredici gior-, ni, le perdite dell'Onu ammon tano & circa venti morti, un centinaio di feriti, oltre all'incògnita sulla sorte di dieci sol dati svedesi catturati, si diceva, dai gendarmi nel campo Massart: sabato, occupato il campo, di loro non è stata trovata traccia; un ufficiale katanghese catturato ha detto che sono stati portati via dagli africani in ritirata. Circa le perdite avversarie, manca qualsiasi indicazione; forse la cifra più probabile è un migliaio. Tra 1 civili bianchi vit Urne dei combattimenti e del bombardamenti, si fanno.! no- mtdt & mi di Guillaume Derrlcks, notissimo vice-direttore generale dell'Union Minière, unitamente alla madre di sessantasei anni, di De Decken, direttore dell'aviazione civile, e quello di Guillen, direttore dì una società europea. Le cifre potranno purtroppo salire ancora. La situazione militare a mezzogiorno di oggi era la seguente: l'Intera città di Elisabethville è completamente nelle mani delle forze dell'Onu tranne il settore sudest, la cui occupazione materiale non sembra offrire particolari- difficoltà dal momento cha-sono. state dissolte tutte le grosse .'formazioni avversarie, | ridottesi a piccoli reparti. Permane invece grave li problema del franchi tiratori, fórse cento, disseminati ; in alcune decine di punti della città Annientarli con mezzi pesanti o con l'impiego di aerei sarebbe facile, ma il comando dell'Onu si preoccupa soprattutto di ridurre al minimo le perdite umane da ambo le parti. Stasera si sta sparando da parte dei «caschi blu» con arni! leggere, che a mano a mano Identificano e circondano i centri di resistenza. Potrà forse passare ancora un giorno o due prima che i franchi tiratori esauriscano il vitto e le munizioni o si decidano ad arrendersi. E' confermato che non sono tutti mercenari, ma anche coloni; anzi, il grosso dei mercenari, come di consueto, ha battuto tempestivamente in ritirata. Il gen. Mac Keown, capo del « caschi bini », rientrando a Léopoldville dopo aver seguito personalmente lo svolgimento delle operazioni, ha rilasciato questa dichiarazione: «Sono pienamente soddisfatto dei risultati raggiunti fin qui In questo momento non è ancora possibile dire con certezza quando le ostilità potranno cessare: dipende dal grado di resistenza dei gendarmi e soprattutto dei civili. Ma, pur tenendo conto .del preciso mandato ricevuto dal Consiglio di Sicurezza (arrecare il minimo danno possibile alle persone e alle cose), spero sia molto presto. Abbiamo agito con la massima cautela per proteggere la popolazione civile, ciò nonostante certe sofferenze so¬ nacsNehccssuecnlpsdscaaFucpqpcrnszm no state inevitabili soprattutto a causa della tattica del nemico, che utilizza per la sua resistenza case di abitazione. Non ho parole sufficienti per elogiare tutte le truppe che hanno agito ai miei ordini, In condizioni di estrema difficoltà ». Mentre la battaglia di Elisabethville si avvia così alla sua conclusione, s'iniziano una nuova fase diplomatica ed un nuovo tentativo di conciliazione. Alle 8 di stamane, nello stesso momento in- cui la colonna dei « caschi blu » prendeva ufficialmente possesso della capitale del Katanga, dall'aeroporto di Léopoldville si alzava in volo un « Superconstellatlon » dell'aviazione americana: Edmund Guillon, aiiiiiiiiiniiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiMmiii ambasciatore degli Stati Uniti nel Congo, partiva per Ndola (Rhodesia) dove incontrerà Ciombe e cercherà di indurlo ad accordarsi con il governo centrale congolese. Ciombe si è messo in viaggio questa sera per la Rhodesia, partendo da Kipushl; ha dichiarato che accetta 1 negoziati, con la mediazione degli Stati Uniti. Fonti americane hanno detto che al capo del Katanga sarà offerta la duplice garanzia di essere trasportato su un apparecchio degli Stati Uniti e di un incontro in una località presidiata dall'Onu; inoltre^ per evitai» perdita 41 tèmpo, l'incontro avrebbe luogo senza sollevare la questione preliminare del < cessate il fuoco » o meno. La località ptLBgnnIbaiiiHiiiimmiiiiiiimiiim prescelta per l'incontro è Kitona, a circa 400 chilometri da Léopoldville, sulla riva destra dell'immenso estuario del fiume Congo, vicino al porto di Banana. Insieme con Kamina, nel Katanga, Kitona era la massima base dell'esercito dell'aviazione belga prima dell'indipendenza; ora è occupata dai < caschi blu ». So che non è stata facile l'opera di persuasione, condotta per l'intera notte sia da Guillon, sia - da Bunche (vice-segretario generale dell'Onu) sia da Linner (capo dell'Onu nel Congo), ' verso, gli esponenti del.gpverna centrale per Indurli ^all'incontro " «toj»; Ciombe. Dopo sforzi durati tutta la notte e dopo un colloquio avuto all'alba col presidente della repubblica Kasavubu, iljj capo del governo Adula ha finalmente dato il suo con'senso di massima e l'ambasciatore è partito per Ndola. Negli ambienti governativi di LéopoJd ville si fa capire che un Ciombe praticamente sconfitto non può certo pretendere più di quanto gli era stato concesso prima: venga pure, ma in territorio nostro e non già per trattare, ma per accettare e riconoscere la legge di un Congo unito e sovrano. . In questo ordine di idee il primo ministro Adula, il ministro degli Esteri Bomboko, il ministro degli Interni Gbenye, con alcuni funzionari, sono saliti alle ore 16, a Léopold ville, sull'aereo dell'Onu diretto a Kitona, dove aspetteranno l'arrivo di Ciombe e] Guitton. Giovanni Giovannini Due soldati dell'Onu armati di mitra escono dalla boscaglia per attaccare una posizione katanghese (Telef.)

Persone citate: Churchill, Edmund Guillon, Guillaume Derrlcks, Guillen, Guillon, Guitton, Mac Keown, Vavenue Stanley