Chiesto il rinvio a giudizio di La Loggia per l'uccisione del commissario Tandoj

Chiesto il rinvio a giudizio di La Loggia per l'uccisione del commissario Tandoj Clamoroso colpo di scena mèli9istruttoria sui 6t,gialio99 di Agrigento Chiesto il rinvio a giudizio di La Loggia per l'uccisione del commissario Tandoj Il magistrato ..domanda l'assoluzione completa della signora Leila Motta, vedova del funzionario assassinato - Il Procuratore della Repubblica, nella requisitoria scritta, sostiene il movente passionale del delitto - Un anno fa tutti i protagonisti della vicenda erano stati scarcerati per mancanza di indizi - Ora la decisione spetta al giudice istruttore (Dal nostro corrispondente) Agrigento, 15 dicembre. Il Procuratóre della Repubblica dott. Francesco Ferrotti ha depositato oggi la requisitoria scritta sul « giallo » di Agrigento, l'uccisione cioè del commissario di p. s. dott. Cataldo Tandoj. Il fascicolo, alle 13,56, è stato consegnato personalmente dal magistrato nelle mani del Giudice istruttore del Tribunale di Agrigento, dott. Serafino Tuminello. Nelle sue conclusioni U dott. Ferrotti ha chiesto il rinvio al giudizio della Corte d'Assise, in ordine ai reati di omicidio premeditato e aggravato del commissario di polizia e del giovane studente di Porto Empedocle Antonino Damanti, di tre persone: lo psichiatra professor Mario La Loggia e i braccianti Salvatore Calacione e Salvatore Pirrera. Coerentemente a tali istanze il magistrato ha chiesto che sia emesso, con la sentenza, anche Vordine di cattura. Secondo il Procuratore della Repubblica il prof. La Loggia sarebbe il mandante del delitto; i due braccianti, invece, i presunti esecutori. Per la signora Leila Motta, vedova del commis sarto di p. s., invece, il Procuratore della Repubblica ha richiesto l'assoluzione compie ta non avendo riscontrato a suo carico elementi tali da giustificare qualsiasi imputazione. Con questa sensazionale richiesta il Pubblico Ministero dell'istruttoria sul delitto Tandoj ha concluso il suo lavoro ed ha passato il voluminoso dossier (oltre 350 pagine dattiloscritte), al Giudice Istruttore, che dovrà ora vagliare gli indìzi e i documenti e decidere la sorte degli accusati. Il massimo riserbo circonda naturalmente l'istruttoria. Il Procuratore della Repubblica dopo aver consegnato nelle mani del Giudice Istruttore il frutto del suo lavoro, è subito ritornato nel suo ufficio e non ha ricevuto nessuno, né ha rilasciato alcuna dichiarazione. Alla sezione istruttoria del Tribunale altrettanto ermetico silenzio: subito dopo avere registrato gli atti e il dossier, la cancelleria è stata chiusa e. nessuno ha potuto prendere visione, tranne qualche avvocato, di quanto contenuto nella requisitoria del Pubblico Ministero. A quell'ora i corridoi e gli uffici del Palazzo di Giustizia erano deserti e nessuna notizia è trapelata. La richiesta di rinvio a giudizio del prof. Mario La Loggia e dei contadini Calacione e Pirrera ha prodotto enorme sensazione nell'Agrigentino e in Sicilia, anche. perché quando il giudice istruttore luminello aveva autorizzato la scarcerazione dei protagonisti del € giallo >, molti ritenevano che il movente dell'assassinio fosse da ricercarsi in tuttaltre direzioni. Effettivamente alcuni mesi addietro i carabinieri, stando a notizie non ancora confermate, hanno iniziato nuove indagini su un diverso indirizzo Il professor Mario La Loggia e i braccianti Salvatore Calacione e Salvatore Pirrera erano stati scarcerati, per mancanza di indizi, il SB dicembre dello scorso anno. Ven ti giorni prima la stessa deci sione era già stata adottata dal Giudice Istruttore nei confronti della vedova del com missarin di p.s., la signora Lei la Motta. Nella sua ordinanza per la scarcerazione il magistrato aveva ritenuto che non'esistes sero elementi tali per giudicare che i quattro accusati avessero avuto parte, piccola o grande, nel crimine commesso da ignoti il 30 marzo '59 in viale delle Vittorie dove il dott. Tan doj era stato ucciso con tre re volverate. Quella sera il commissario di p. s. stava tornando a casa assieme alla moglie quando due uomini avevano aperto il fuoco contro di lui, fuggendo dopo averlo colpito in più parti del corpo. Un proiettile aveva raggiunto an che lo studente Antonino Damanti, affacciato con un ami no alla finestra di casa: il gioaite era morto all'ospedale do o una straziante agonia. La richiesta del dott. Frnn | esco Ferrotti ha colto di sor reso anche gli ambienti mi ilio informati: come già al 'inizio dell'istruttoria, anche ora il Procuratore della Repub I Mica insiste nell'indicare nel I movente passionale la causai prima e forse unica dell'uccisione del commissario Aldo Tandoj. I protagonisti di questa vicenda hanno accolto le richieste del pubblico ministero con reazioni diverse. I due contadini, Salvatore Calacione e Salvatore Pirrera, che risiedono a Favara, un centro minerario a li chilometri da Agrigento, non si sono fatti vedere in giro e qualcuno anzi avanza la ipotesi che essi abbiano abbandonato il paese in serata. Il prof. Mario La Loggia, invece, si mostra fiducioso nella Giustizia. La vedova del commissario assassinato, appena il suo avvocato difensore le ha comunicato la richiesta di assoluzione in ordine al concorso in omicidio, è scoppiata a piangere e si è gettata nelle braccia della mamma. e. c. Leila Motta, vedova del commissario Tandoj Il prof. Mario La Loggia all'epoca del suo arresto