Cinque anni di manicomio criminale alla madre che affogò la sua bimba

Cinque anni di manicomio criminale alla madre che affogò la sua bimba In Assise d'Appello una tragedia della follia Cinque anni di manicomio criminale alla madre che affogò la sua bimba La donna di Saluzzo ammalata per le privazioni e il troppo lavoro - Due anni fa si lasciò cadere in un canale con la figlia di un anno - Assolta nel primo processo a Cuneo, ieri i giudici l'hanno ritenuta «socialmente pericolosa» La donna di Saluzzo che, vagando senza meta nella notte, fini in un canale affogando la propria figlioletta, dovrà rimanere 5 anni in manicomio criminale. Assolta dai primi giudici con formula dubitativa è ricomparsa ieri in Corte d'assise d'appello dove i giudici popolari hanno accolto la tesi della pubblica accusa; omicida, anche se non punibile col carcere, pericolosa socialmente per infermità mentale, la sventurata dovrà entrare in manicomio. Non è una pena, dico la legge, ma una « misura di sicurezza » che durerà fino a quando l'ammalata guarisca o sia ritenuta non pericolosa. Il codice fissa una. durata «minima» che, nel caso dei delitti più gravi, è appunto di 6 anni. La tragedia di Tommasina Genre In Demichelis è stata ricostruita soprattutto per indizi, e questo spiega la profonda differenza fra le due sentenze. L'imputata stessa non è in grado di ricordare quello che è avvenuto. Sconvolta e piangente nei primi interrogatori, nel processo svoltosi a Cuneo ed in quello di ieri a Torino ha continuato a ripetere di non ricordare bene. Anche ieri ha detto poche parole smozzicate, fra i singhiozzi. « Ho sentito il rumore dell'acqua. Non so cosa mi ha preso, ma certo non pensavo di uccidere la mia creatura. L'ho deposta sulla riva, poi l'ho sentita piangere, chiamare mamma. Ho teso le braccia, ma non ricordo se l'ho sfiorata. Non so più, non ricordo nulla ». Nata a Crissolo 36 anni fa, I Genre si sposa con un operaio di Saluzzo, ha due figli, è una madre affettuosa. I due coniugi fanno grandi sacrifici per pagare la casetta che si sono costruita, ma ai due bimbi — Roberto, ora tre- lllllllliiiiiiitiiiiilliiiiiiiiiiiiiiiiilliiiiiiiiliiiiii dicenne, e Fernanda, nata nel 1958 — non fanno mancare nulla. La madre rinuncia a mangiare per sfamare i figli, si esaurisce lavorando come cameriera. Deperisce e i suoi nervi cedono. Cominciano, per motivi futilissimì. I litigi con il suocero. Al termine di uno di questi litigi, la sera del 19 settembre 1959. la donna fugge con Fernanda in iiiiiiiiliiiiiiiiiiiiitiiiiiitiiiiitHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiia braccio, pensando di andare e piedi da sua madre, a La Manta. Invece vaga senza meta e finisce nel canale di una centrale elettrica. Nella donna l'istinto di conservazione prevale «n'ultimo momento e si salva da sola, mentre la bimba, che ha appena un anno, annega. Dinanzi ai giurati di Cuneo il p.m. chiede 18 anni: 15 di carcere, riconoscendo la « seminfermità» mentale, più 3 di casa di cura. I difensori, avv. Toselli di Cuneo e Salza di Torino, ottengono invece l'assoluzione per « insufficienza di prove sulla coscienza e la volontà del fatto ». Nulla prova — affermano — che la donna volesse uccidere la sua creatura: non è credibile che nella prima confessione abbia detto testualmente e con precisione le parole del verbale (« volevo suicidarmi con la mia bambina») Il consulente tecnico della difesa, prof. Pontrelli, afferma che si tratta di « evento improvviso e non voluto », perché la donna non voleva neppure suicidarsi. Ma la pubblica accusa ricorre. Ieri, il processo d'appello. Il procuratore generale, dott. Vacca, non insiste sui 18 anni, riconosce, anzi, la totale infermità di mente. Ma chiede che si affermi che si tratta di omicidio. Esclude che una disgrazia o una fatalità abbia provocato la tragedia. Alle 13. dopo una lunga seduta in camera di consiglio, la Corte (pres. Ottello. cons. rei. Del Pozzo, cane Quaglia) pronuncia la sentenza I difensori hanno già ricorso in Cassazione. faalfavagiprtogeridepalllPcTMvatruosfsel'chtuavagE•iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiuniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Tommasina Genre durante il processo in Assise d'Appello

Persone citate: Del Pozzo, Demichelis, Genre, Pontrelli, Salza, Toselli, Vacca

Luoghi citati: Crissolo, Cuneo, Saluzzo, Torino