Kruscev polemizza con Kennedy per Berlino e minaccia: "Abbiamo bombe da 100 megaton" di Enzo Bettiza

Kruscev polemizza con Kennedy per Berlino e minaccia: "Abbiamo bombe da 100 megaton" L'intervento dei capo sovietico ai Congresso dei sindacati mondiali Kruscev polemizza con Kennedy per Berlino e minaccia: "Abbiamo bombe da 100 megaton" Respinta la proposta di un corridoio internazionale tra Berlino Ovest e la Germania occidentale - « La soluzione più ragionevole è un trattato di pace con i due Stati tedeschi» - «Ripetiamo che la guerra non è inevitabile. Ma diciamo agli imperialisti: Voi non avete ordigni né da 50 né da 100 megaton, mentre noi ne abbiamo anche di più potenti » - « Se abbiamo saputo collocare in un razzo Gagàrin e Titov, potremmo sempre cambiare il carico e farlo cadere dove vorremo » - Severo richiamo ai sindacalisti comunisti italiani (Dal nostro corrispondente) Moses, 9 dicembre. Preoccupato degli sbandamenti manifestatisi in seno al congresso dell' Internazionale sindacale, Kruscev è salito oggi alla tribuna nel tentativo di frenare i movimenti centrifughi che minacciano di sottrarre la grande organizzazione operaia al controllo dì Mosca. La diplomatica funzione compromissoria, accennata dalla delegazione sovietica al congresso, si è trasformata nella mani di Kruscev in una massiccia pressione moderatrice sulle tendenze in contrasto, italiana, francese, cinese, polacca, impegnate in una battaglia che al pubblico si presenta ammantata di formule, mentre nei corridoi divampa aspra e implacabile. Kruscev ha dato una tirata d'orecchi sia al « revisionisti » italiani che ai < dogmatici > cinesi, e, dedicando parte del suo agitato e molto improvvisato intervento alla politica estera, ha lasciato intendere che ciò che gli preme è soprattutto di inchiodare l'unanimità della Fsm sulle posizioni della politica estera sovietica. Cominciamo dalle tesi di politica internazionale esposte da Kruscev ai congressisti. In questa sezione del discorso ha lanciato, a un certo punto, contro gli occidentali, le due minacce di maggior effetto: ha detto che l'Urss dispone di bombe termonucleari superiori al cento megaton (100 milioni di tonnellate di tritolo) e ha fatto intendere che la terrificante carica esplosiva potrebbe essere, in caso di ne cessità, collocata in un razzo al posto di Gagàrin o di Titov. Ufficialmente è questa la pri ma volta che si sia ammesso che gli esperimenti cosmonautici hanno anche un carattere militare e che l'Unione Sovietica possiede bombe superiori ai cento megaton. « Dobbiamo dimostrare che abbiamo un esercito potente e che siamo in grado di rispondere ad un attacco con un più terribile contrattacco — ha detto Kruscev —. Io non minaccio nessuno, dico semplicemente alle teste calde: la realizzazione della vostra idea fissa di strangolare, con la guer i-a, i paesi socialisti, voi la vedrete come il lobo delle vostre orecchie! Abbiamo deciso la ripresa degli esperimenti nucleari. Non tutti hanno capito il giusto significato della mi sura che ci è stata imposta e che per noi è essenziale. Abbiamo bombe termonucleari della potenza da cinquanta a cento megaton e anche di più. Se noi, di fronte ai preparativi di guerra degli imperialisti, ci fossimo inginocchiati con una croce sul petto, essi ci avrebbero deriso. Ebbene, signori imperialisti, io vi dico attenzione alle curve! Voi non avete bombe né da cinquanta né da cento megaton, mentre noi ne abbiamo anche di più potenti. Questa è la spada di Damocle, sospesa sulle vostre teste, di cui dovete tenere conto se pensate di scatenare una guerra >. Ha continuato: « Se verrà scatenata la guerra, non sarà più una passeggiata come quella di Hitler, il quale arrivò al Volga e poi morì a Berlino. Oggi noi possiamo dire ai signori imperialisti che non potranno più passeggiare per le steppe dell'Ucraina e per le pianure dell'Unione Sovietica. Non un solo palmo di terra potrà considerarsi fuori peri colo; se abbiamo saputo collocare in un razzo Gagàrin e Titov, potremmo anche cambiarli con un altro carico, i <Ho discendere dove vorre. o ». "i ripresa degli esperimenti nucleari, che produsse scoraggiamento e confusione tra le organizzazioni operaie comuniste e pro-sovietiche in molte parti del mondo, Kruscev ha dato ai congressisti la seguente giustificazione: «Noi saremmo dei rammolliti se, avendo la possibilità di creare armi nucleari, non le creassimo per il solo fatto che ci dicono che esse pregiudicano la salute. Che se ne fa il nostro popolo dell'aria pulita, se gli imperialisti lo minacciano con la guerra? ». Ha accu sato gli occidentali di rispondere con nuovi esperimenti all'appello per la tregua atomica presentato dal governo sovietico a Ginevra. Sulla crisi tedesca, il punto interessante è stato 11 rifiuto, dopo quello già accennato dalle Izvestia, di prendere per ora in considerazione la proposta di Kennedy sull'internazionalizzazione dell'autostrada che, passando attraverso il territorio della Germania comunista, collega Berlino Ovest alla Germania Occidentale. « C'è chi vorrebbe risolvere il problema con il rafforzamento del regime di occupazione a Berlino. Si formula la proposta di una specie di corridoio internazionale fra Berlino Ovest e la Germania Occidentale, riservando a noi il ruolo per così dire di vigili urbani del traffico del corridoio ». Polemizzando con Kennedy, ma tuttavia senza nominarlo mai direttamente, ha afferma to: «Dobbiamo ritenere che ì sostenitori di simili idee non le prendano, essi per primi, sul serio: credono forse che noi accetteremmo una funzione così poco invidiabile? La soluzione più ragionevole è la conclusione di un trattato di pace con ambedue gli Stati germanici che assicuri il libero accesso a Berlino Ovest in base a un accordo con il paese sul cui territorio passano le linee di comunicazione. Questa è la soluzione ideale che l'Urss e 1 paesocialistl difendono e difenderanno ». Non vi è stato più alcun accenno a una scadenza per l'inizio del negoziati; la polemica con gli Stati Uniti non ha mai assunto la forma di un dissidio personalizzato con il presidente Kennedy. C'è stata, invece, una secca polemica con l'impostazione del problema della pace e della guerra sostenuta, una volta di più, dalla Cina, anche in questo congresso. «Abbiamo dichiarato e dichiariamo che la guerra non è inevitabile. Le forze del campo socialista, la classe operaia internazionale, il movimento di liberazione nazionale e dei paesi pacifici sono superiori di molto alle forze del campo imperialista. Tutte queste forze, se insieme lotteranno unite e instancabilmente contro l'imperialismo, potranno impedire la guerra ». Citiamo, in successione di cronaca, i punti In cui diversi delegati della Cgil hanno avvertito un richiamo all'ordine. « E' stato fatto tutto quanto era possibile per consolidare le forze lavoratrici in lotta per impedire la guerra? Il compito decisivo è di impedire la corsa agli armamenti e di lottare per il disarmo totale » (i famosi emendamenti italiani al prò getto di programma della Fsm eliminano, puntualmente, ogni richiamo alla necessità di mobilitare le masse sindacali in favore della < diplomazia » di Mosca). « Io so che non tutti voi siete comunisti e che non condividete le nostre idee: ami. ci, compagni, permettetemi tuttavia di esporle. Se non crede te in esse oggi, ci crederete domani. Anch'io non sono nato comunista ». Enzo Bettiza Kruscev mentre parla ai partecipanti al Congresso sindacale mondiale (Telefoto) linillllllllimiimilim